Lagorai - Piumovimento dalle Dolomiti

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Lagorai

Cima d'Asta-Lagorai
NB: questi appunti di cammino sono stati redatti negli anni '80, alcune descrizioni potrebbero essere obsolete riguardo eventuali infissi metallici, agibilità di baite, frane su sentieri. Mi riprometto di scansionare le vecchie foto stampate su carta e riportarle sulle descrizioni.






     DA REFAVAIE (MT.1116) AL PASSO SADOLE (MT.2058)



Sent.320
Dal rifugio Refavaie si sale la strada di destra della Val
Cia (sin. orografica) verso ovest per un centinaio di metri
fino ad un bivio.
La pista forestale piu' a valle con la sbarra prosegue in
piano a fondovalle. La pista che sale a destra e' quella che
ci interessa e che dobbiamo seguire.
Subito dopo un tornante, a sinistra, si diparte il sentiero
che sale alla malga Laghetti, tagliando i boschi con
pendenza costante e sbucando poi nuovamente sulla pista
forestale che verra' seguita verso sinistra (ovest).
Volendo giungere a malga Laghetti per la pista forestale, si
entra nell'abitato di Capriolo, si oltrepassa la val di
Coldose' e la si risale per un breve tratto ritornando poi
sul versante del Cauriol. Dopo aver oltrepassato la valle a
sinistra , la si abbandona, imboccando la strada che sale a
sinistra, in direzione della val Cia.
Si superano due tornanti e si prosegue poi sempre diritti
fino a malga Laghetti. Vi e' una fontana.
La malga Laghetti mt.1582 e' in ottime condizioni e offre
nel periodo estivo servizio di ristoro. E' dotata di cucina,
larin, quattro posti letto. In inverno funge da bivacco.
Dalla malga si prosegue poer la pista forestale che si
addentra nell Vallone dei Laghetti. Quando la pista prosegue
quasi in piano, prima di terminare nella testata del
vallone, vi e' un bivio con un cartello in condizioni
precarie con il sentiero che prosegue verso il bosco, a
destra , in salita.(mt.1700)
La segnaletica di questo bivio e' scarsa al 1990 e bisogna
fare attenzione per non oltrepassarlo.
Si sale per la mulattiera che subito diviene molto ampia e
battuta e si oltrepassa un grande macigno che puo' offrire
riparo in caso di temporale.
Si sale l'ampia conca per prati e boschetti fino a superare
la spalla erbosa che porta in localita' -i rivoni- sotto il
passo Sadole (si vede il capitello con il Cristo) . Qui' vi
e' un trivio segnato su di un grande macigno. (mt.1900)
Il sentiero che scende a sinistra per il prato tra grandi
macigni e' il nr.301 e porta a malga Val Cion e Passo 5
croci.
Si prosegue diritti ed in breve al passo Sadole con due
tornanti. Il passo e' sovrastato ad est dal Piccolo Cauriol
(mt.2396), ad ovest dal Castel d'Aie (mt.2486) il
M.Formenton ancora piu' ad ovest.
Il passo era fortificato dagli Austriaci, si possono notare
i numerosi resti di trincee, muretti, grotte, fili spinati.
Dal passo, il sentiero nr.321 traversa le pendici del
M.Formenton verso forcella Litegosa, ad ovest.
Verso sudest si diparte in leggera salita il sentiero che
sale il M.Cauriol per la via Italiana.
Attraversando il passo il sentiero cala in val Sadole verso
il rifugio M.Cauriol. (45 min.)
Ore 3.30-4 da Refavaie.
in discesa circa 2 ore.
Dislivello mt.900 circa
Acqua: malga Laghetti mt.1582
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SALITA AL M.CAURIOL (MT.2494) DALLA VAL SADOLE
SENT.320
L'accesso e' Da Ziano di Fiemme (mt.954), quattro km a valle
di Predazzo. La strada taglia a sud dalla piazza dove vi e'
la Chiesa ed il Municipio, attraversa il torrente Avisio e
subito dopo il ponte, di fronte all'Hotel Pont piega a
sinistra salendo per strada asfaltata. Ad un bivio si gira a
destra (segnaletica per val Sadole-Maso Comune) e la strada
con pendenza anche del 20% sale la val Sadole fino alle
malghe ed al Rif.M.Cauriol.
La salita al M.Cauriol dalla Val Sadole dove e' sito il
rif.M.Cauriol e' una escursione classica, frequentatissima
da italiani e stranieri.
Il M.Cauriol fu teatro di combattimenti sanguinosissimi che
costarono perdite umane sia ad Austriaci che ad Italiani.
Vi sono due possibilita' di salire il M.Cauriol: per il
versante cosiddetto 'italiano' e per il versante
'austriaco'.
E' consigliabile, data la pendenza del terreno, la salita
per il versante austriaco e la discesa per il versante
italiano. La descrizione seguira' questo criterio, il
percorso praticamente gira attorno al M.Cauriol Piccolo.
Bisogna salire fino al bivio poco sotto forcella Sadole.
Si sale la destra della valle per la pista forestale ,
superando due capanne che possono offrire riparo in caso di
pioggia. (baita Sadole e Baito dello Marino) mt.1796.
La pista forestale finisce sul bel piano dove calano i
ghiaioni e dove e' sita una delle casere sopra menzionate.
Si sale per la mulattiera a destra e con quattro ampi
tornanti la strada (un tempo rotabile) porta al bivio
(segnavia) mt.2050 sito sul Pian del Maseron.
Si prosegue verso sinistra per strada militare pianeggiante
che aggira la valle passando sotto il M.Cauriol Piccolo
(mt.2396) fino alla base dei ghiaioni che scendono dal
M.Cauriol e dal M.Cardinal. Essi formano come un circo
detritico. Qui' vi e' un bivio (segnavia) dove una strada
militare molto ampia sale verso la forcella tra le due cime.
Si sale per la mulattiera a destra della valle: essa compie
diversi tornanti e sale alla selletta che divide il
M.Cauriol Piccolo dal M.Cauriol (mt. 2400). (Segnavia)
Dalla selletta e' possibile salire per roccette e costoni al
M.Cauriol Piccolo verso ovest.
Al di la' della selletta un sentiero per ripido prato scende
al circo detritico sottosttante (Via Italiana).
Verso sinistra per sentiero segnato e molto evidente si sale
ripidamente la cima del M.Cauriol.(mt.2494) aggirando
roccette per sfasciumi.
Sulla vetta del M.Cauriol vi e' una croce, il libro di vetta
ed alcune lapidi in memoria dei caduti in guerra.
La cima era fortificata ed era tenuta dagli austriaci. Vi e'
ancora, ma in parte franata, la galleria con finestre che
guardavano a sud ove erano poste mitragliatrici.
Sotto alla cima, verso sud, c'erano le trincee ora in parte
crollate, tenute dagli austriaci: fronteggiavano gli
alpini che dovevano salire il rapidissimo costone sotto il
tiro nemico.
Il panorama dalla vetta e' stupendo e paragonabile a quello
che si gode dalla cima d'Asta, possente , che si vede a sud
oltre la val Cia. A sud est la forcella Magna ed il passo 5
Croci. Ad est la catena dei Lagorai prosegue con il
M.Cardinal, cima di Coltorondo, Cima di Cece, ecc.
La via di discesa consigliata e' la via italiana.
Bisogna scendere nuovamente alla selletta e poi calare giu'
per il sentiero ripidissimo (ma sempre molto largo) che con
innumerevoli tornanti stretti porta nel circo detritico
sottostante, verso sud.
Da qui' il sentiero costeggia il M.Cauriol piccolo tagliando
i ripidi prati in leggera discesa verso ovest fino al passo
Sadole. Dal passo si ritorna a nord giu' per la val Sadole
fino al rif.M.Cauriol.
Il giro completo richiede circa 4.30-5 ore dal rifugio
Dislivello mt.900 in salita ed altrettanti in discesa.
Acqua: Baita Sadole sul rivo Sadole a mt. 1796.
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Forcella di Coldose' per sentiero 339bis
da Refavaie in val Cia

Da Refavaie (alberghetto) si imbocca la pista forestale che sale
verso la localita' Capriolo e cento metri dopo aver superato il
ponte sul rio di Coldose' si imbocca in direzione opposta alla
strada e sulla sinistra (segni) la mulattiera che sale lastrica
ta a tornanti.
Si abbandona la mulattiera in corrispondenza di un capitello
laddove, nei pressi di alcune case, essa incontra nuovamente la
pista che avevamo abbandonato.
Si prosegue a sinistra per la pista forestale, superando un ponte
sul rivo di Coldose' fino ad un bivio: a destra una passerella
porta ai masi di Fossernica, a sinistra la strada porta alla
malga Laghetti, noi proseguiamo diritti, a nord.
Dopo circa venti minuti da questo bivio, se ne incontra un'altro,
si segue la pista a sinistra, pervenendo in 150 mt. ad un punto
in cui (attenzione, non c'e' segnaletica) la pista compie un
tornante (sbarra di ferro aperta) a sinistra, mentre una pista
secondaria NON segnata sulla carta Tabacco al 25.000 (Val di
Fiemme-Lagorai-Latemar) prosegue diritta per il percorso nr.335.
Nei pressi di questo bivio vi e' anche una casera della
forestale.
Entrambi i percorsi 339 e 339bis seguono la pista forestale
compiendo il tornante sinistrorso. Dal bivio vi e' una bellissima
vista del M.Cauriol, finora sempre rimasto coperto alla vista dal
fitto bosco.
Girato il tornante la pista prosegue verso nord, (mentre una
diramazione secondaria segue la direzione sud-ovest in direzione
M.Cauriol).
Si supoera a q.1525, in curva, un ponte in legno sul rivo di
Coldose', si puo' notare venti metri prima di esso, a destra su
di un masso, l'indicazione del bivio per sent. nr. 339, descritto
in altra relazione.
La pista prosegue in salita effettuando 4 tornanti, poi, proprio
quando la pista diviene piana ed alla vista ci appare nuovamente
il M.Cardinal, (a destra fosso con acqua) a q. 1650 segni
bianco-rossi a destra ci invitano ad abbandonare la pista ed
entrare nel bosco per piu' tracce non proprio evidenti.
(fino al bivio ore 1.40 circa)
Appena dentro nel bosco la traccia si fa piu' marcata e subito si
tralascia una diramazione del sentiero che punta in leggera
discesa a dx , mentre si prende il ramo di sinistra in salita su
mulattiera ben larga.
Si sale a stretti tornanti fino a sbucare a q. 1680 su un pascolo
con casera diroccata (Ex malga di Coldose' di sopra).
Qui' il sentiero costeggia a destra il bosco, ma senza entrarvi,
(segnalazione assente) cosicche', salendo su dritti sul margine
destro della radura, quando essa finisce, ci si infila nel bosco,
ritrovando subito il sentiero che la sovrasta e salendo in
diagonale da sin. verso destra.
Girata la costa il sentiero diviene orrizzontale e si perviene al
bivio per la Busa Alta (mt.1720) dove la traccia che sale a
sinistra (segni su alberi) porta alla cima Busa Alta dove altro
sentiero segnato cala giu' al Rif. M.Cauriol
Il percorso 339bis prosegue in quota (visibile perfettamente
sotto di noi il bel pascolo dove sale il percorso 339 prima di
infilarsi nel bosco) e con un percorso diagonale, superando anche
un tratto con molta acqua e fogliame a latifoglie ed ortiche si
arriva a superare un canalino roccioso ove e' segnato in giallo
un bivio.( q.1915.) Effettivamente qui' sale a tornanti un
sentiero la cui posizione sembra risalire il m.Canzenagol.
Superato questo bivio, si supera un canalino roccioso con
qualche tornante stretto e ci si immette nella grande pietraia
morenica che a guisa di vallone poco inclinato ci porta ad una
forcellina visibile in fondo, a nord, dietro alla quale vi sono
dei grandi massi e vi e' il ricovero di pastori (gia' descritto
anche nel precedente itinerario n.339).
Questa localita' e' anche il punto di congiungimento
dell'itinerario 339 con il 339bis, offre riparo per circa
tre-quattro persone sotto alla tettoia della caseretta, mentre vi
e' la possibilita' di ripararsi anche sotto ad un grande masso
(il piu' vicino alla casera) che offre riparo sia verso est che
verso ovest per circa 4-6 persone.
Da questa caseretta, verso nord e' raggiungibile la forc. di
Coldose' in circa 20 min.ed il sentiero vi perviene dopo aver
oltrepassato verso est il fondovalle ed aver tagliato verso nord
il bellissimo pascolo .Anche la forcella ad ovest del M.Cadinon
e' raggiungibile in un tempo leggermente superiore.
tempo: ore 2.45
acqua: abbondante fino a giugno-luglio
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dislivello mt.1060.


FORCELLA DI COL DOSE' DA REFAVAI

Sentiero segnavia nr.339.
Dislivello mt.1100 circa.
acqua: abbondante lungo tutto il percorso
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tempo: ore 3-4

Da Refavaie (alberghetto) mt.1116 si segue la pista forestale
(con divieto di transito) che sale con un tornante all'abitato di
Capriolo, superando di un centinaio di metri il ponte sul Rio di
Coldose'.
(sulla parete in muratura di una casa di Capriolo vi e' un
affresco in nicchia che risale al'700)
NB:E' possibile raggiungere il ponte suddetto per mulattiera che
funge da scorciatoia che si diparte tra l'alberghetto ed il
laghetto delle trote e subito si inerpica in direzione di
Capriolo.
Oltre al ponte sul torrente, dopo 100 mt. di pista forestale, a
sinistra (segnato), sale per un intaglio piuttosto stretto la
mulattiera che e' comune per i tragitti dei sentieri
(335-339-339bis). Essa e' ampia e lastricata, sale piuttosto
ripidamente fino a ricongiungersi con la pista forestale in
corrispondenza di un capitello e di alcune casere appena
ristrutturate. Dall'altra parte della strada la mulattiera sale
verso le malghe di Fossernica, mentre noi seguiamo la pista
forestale verso sinistra(nord).
La pista sale fiancheggiando il torrente (molte opere di
contenimento in cemento-cascate) dapprima sulla destra, poi
attraverso un ponte in legno sulla sinistra della valle (dx
orografica) fino ad un bivio (mt.1319) dove la diramazione di
sinistra porta a malga Laghetti.
Si prosegue in mezzo al bosco sulla sx del rio di Coldose' fino
ad un bivio. (mt.1450 circa)
Proseguendo dritti a sx in leggera salita si cammina in direzione
del sentiero 335-339-339bis.

NB:Prendendo a destra si incontra un ulteriore bivio che porta a
sx verso la malga di Coltorondo (mt.1685), diritti si oltrepassa
il Rivo di Coltorondo dirigendosi con ampio giro verso le
malghe di Fossernica.

Dopo circa cinque minuti dal bivio sopramenzionato di q.1450, la
pista effettua un tornante verso sinistra, e qui' vi e' un
ulteriore bivio: diritti (segnavia su pino) si prosegue per pista
forestale (cento mt.avanti, a sx casera forestale) per il
sentiero 335 verso malga di Coltorondo di sotto a mt.1685.
Noi invece seguiamo il tornante, seguendo il percorso
339-339bis che inizialmente e' comune alla pista. (attenzione
perche' questo bivio al 1992 non e' indicato da segnaletica)
Si supera subito una sbarra normalmente aperta, si lascia a
sinistra una pista che porta a malga Coldose' di sotto,
proseguendo in direzione nord fino ad un ponticello in legno sul
rivo di Coldose'.
Prima del ponticello, (20 mt) a destra su di un sasso vi e' la
segnaletica del bivio, ma e' poco visibile. Qui' girando a destra
in salita su per il bosco si segue il percorso 339 che sto
descrivendo. (bivio a mt.1525)
(proseguendo per la pista oltre il ponticello si segue il
percorso 339bis che porta anch'esso alla forcella di Coldose')

Ora si prosegue per bella mulattiera nel fitto bosco che entra
nella valle di Coldose' sempre in direzione nord; si sale facendo
attenzione a non smarrire il sentiero, visto che in estate la
vegetazione e' piuttosto abbondante ed i segni bianco-rossi sono
scarsi.
A quota 1640 mt. la traccia (ormai sara' sempre una traccia)
oltrepassa il torrente da dx girando decisamente a sinistra per
una cinquantina di metri entrando in un bel pascolo con radi pini
ed abeti.
Questa bellissima radura con grandi massi posti qua e la va
risalita tenendo presente che il sentiero sale a destra della
radura sempre rasente al margine del bosco, fino ad infilarsi
dentro (sempre sul margine destro della radura), a circa una
cinquantina di metri dal torrente.
Nel bosco il sentiero diviene visibile chiaramente ed e' ben
segnato. Si prosegue fino ad una atra radura a quota 1750 mt.
dove bisogna stare attenti alla traccia (si nota che un tempo la
mulattiera era molto grande ed incassata nel terreno, ma la
traccia attuale ha abbandonato il vecchio percorso infestato da
mughe ed alberi.) Il sentiero ora deve rimontare il fronte della
valle che e' chiusa da una fascia di roccette e si presenta molto
ripido.

Ora si sale dapprima per il bosco molto ripidamente, poi per
roccette e sfasciumi (segnaletica a volte rosso-gialla) fino a
rimontare questo sbarramento naturale.
A quota 1970 mt. il sentiero oltrepassa il fondovalle da sx verso
dx (acqua) giungendo in un bellissimo circo erboso con grandi
massi posti qua e la. (mt.2000 circa)

NB:Ora e' visibile la forcella fortificata tra Cadinon e
Canzenagol a mt.2250, e si puo' notare, a sinistra del prato, in
diagonale, una traccia di mulattiera militare.

Il sentiero sale per la valletta morenica tenendosi alla sua
sinistra e rimonta poi a sinistra in direzione del Canzenagol
fino ad una forcelletta ove vi e' il bivio tra sentiero nr. 339 e
339bis. (mt.2072) Qui' vi sono i ruderi di una capanna di pastori
che comunque in caso di temporale puo' dare riparo, vi e' anche
un grande masso inclinato che puo' offrire riparo.
Il sentiero 339bis prosegue in direzione sud dapprima per il
pascolo tra i grandi massi e poi giu' per una valletta.
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NB: Le creste sulla forcella tra Busa Alta e Canzenagol a quota
2400mt. circa sono raggiungibili da qui ed agibili. Sulle creste
suddette scorre il sentiero militare 349 segnato che porta al
rif.M.Cauriol.
La forcella ad ovest del M.Cadinon (mt.2250) e' raggiungibile da
qui' per traccia che risale il vallone. Suddetta forcella e'
anch'essa attraversata dal sent.349. Giu' per il versante opposto
un sentiero segnato porta a malga Canzenagol (mt.1733)
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Il sentiero 339 che stiamo percorrendo, invece, taglia un
ghiaione in direzione della ampia forcella di Coldose' che ormai
e' in vista, (direzione nord-est) e seguendo piu' gli ometti che
i segni, dopo aver oltrepassato il fondovalle (acqua) punta alla
forcella pervenendovi tagliando il costone di destra che scende
dal m.Coltorondo. Si puo' notare in alto il grande trinceramento
che parte dal limite est della forcella e taglia il M.Coltorodo
ad una quota di 2200mt. circa.
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La forcella di Coldose' (mt.2182) era interamente fortificata e
trincerata. Dietro ad essa, a nord, il laghetto delle trote a
mt.2103.
Dalla forcella, verso nord, il sentiero 339 prosegue per le
malghe di Moregna oppure (bivio segnato) per forc. Moregna (lago
Brutto).
Verso ovest il sentiero 349 rimonta il Cadinon e prosegue per il
rif. M.Cauriol.
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DAL RIF.M.CAURIOL AL BIV.PAOLO E NICOLA

E' un percorso in ambiente alpino granitico dei Lagorai, esso
segue in parte vecchie mulattiere militari della grante guerra,
costruite dagli austriaci, numerosissime opere di fortificazione
militare lasciano capire quanti soldati ci dovessero essere su
queste montagne e in quali condizioni essi dovessero sopravvivere
piu' contro le intemperie che contro l'avversario.

Sent. nr. 349.

La partenza e' dal rif. M.Cauriol (mt.1600, piccolo museo di
guerra, nr. 8 posti letto, ristorante).
Vicino al rifugio una vecchia malga adibita a ristoro per i
convegni degli Alpini, e la malga Sadole attiva al 1991.
Vi si arriva dalla val di Fiemme, piu' precisamente da Ziano di
Fiemme, dalla Chiesa, seguendo le indicazioni per Bosin e
rif.M.Cauriol.
La strada che sale e' sterrata ed ha una pendenza in certi punti
del 20 percento, tuttavia e' tenuta sempre in ottime condizioni.
Dal rifugio, sulla parete a nord vi e' l'indicazione per il biv.
Paolo e Nicola (4.30 ore) e per la Busa Alta (ore 2.45).
SI scende dietro al rifugio e si supera il torrentello sopra ad
un asse, poi si sale il prato di erba puntando verso sud-est dove
, in alto, in corrispondenza del torrentello che scende dalla
val-
letta della busa alta inizia la segnaletica (cartello su albero,
segni su massi ecc.).
Si sale per boscaglia a tornanti il vallone che scende tra la
cima Busa Alta a dx ed il M.Canzenagol a sx (Kaiserspitze).
A quota 1870 mt. si incontra un bivio (segnaletica su palo e su
parete di roccia) che presenta due possibilita': salendo su a
destra si risale la Cima Busa Alta (mt.2513) in circa due ore
mentre proseguendo diritti verso est si continua il sentiero nr.
349.

NB--- Bisogna dire che questo bivio sulla carta Tabacco al 25.000
e' indicato alla quota 2060 mt., puo' pero' esistere altra
mulattiera parallela ad una quota superiore come indicato dalla
carta.

Si prosegue diritti traversando il costone erboso verso est e con
qualche tornante si sfiora sulla destra un profondo e ripido
vallone che si riguadagna piu' in alto ove diviene piu' dolce, e
lo si traversa (acqua sul torrentello) a mt.1945.
Si risale questo vallone che cala dal M.Canzenagol in direzione
sud, a tornanti talvolta stretti, mantenendosi dapprima sulla
sinistra, poi zigzagando al centro per vallette e colletti, in
ambiente sempre piu' brullo fino a quota 2110 mt. dove vi e' una
tabella segnaletica che invita a procedere a destra. (infatti da
una forcellina, a sinistra, proviene un sentierino per prato,
probabilmente da malga Canzenagol.)

Salendo ancora e stando molto attenti alla segnaletica, poiche'
l'ambiente pietroso si addice a perdere facilmente la traccia, si
oltrepassano due piccolissimi laghetti, sopra ai quali,
(mt.2205) si sbocca in una mulattiera lastricata militare che
taglia il vallone con moderata pendenza e che seguiremo verso
sinistra (est).
La mulattiera con un tornante supera una spalla e si infila in un
vallone pietroso (nevaio) che oltrepassa a sinistra. Sulla sin.
del vallone vi e' un sentiero che ,in corrispondenza di
costruzione militare, sale verso la forc. centrale dello stesso,
tenendosi sottocroda. E' da evitare, perche' il sentiero da
seguire, segnato, effettua un brusco tornante verso sinistra,(a
mt.2250) obliquando sottocresta verso il M.Cadinon.
Si taglia la costa in salita e si sfiora una forcellina a mt.
2270 ,agibile in entrambi i lati, che offre un bel panorama sulla
valle di Coldose'.
In discesa tagliando il ghiaione e con qualche tornante si
aggira la quota 2310 mt e si cala sulla forcellina (2225 mt)
senza nome tra il Cadinon e la quota 2310.

NB---La forcellina (mt.2225) e' agibile sia giu' a sud per il
versante della valle di Coldose' fino a malga Coldose' a 1495 mt)
sia giu' a nord verso la malga Canzenagol (mt.1733).
Essa e' molto fortificata con un trinceramento anche in grotta
che la taglia completamente. (Le numerose grotte militari possono
offrire riparo.)

Si sale verso nordest tagliando la costa del M.Cadinon a tornanti
fino a pervenire ad una forcella molto aperta senza nome (q.2280)
dalla quale si puo' godere il bel panorama sui laghi delle Trote
e Brutto, su forc. di Coldose', sulla cima Moregna e
M.Coltorondo.
Dalla forcella verso ovest cala giu' il sentiero che porta
alla malga Canzenagol (1733 mt) mentre verso est cala in
diagonale la mulattiera verso forc. di Coldose' (mt.2182)
che pero' non tocca, rimanendo trenta metri al di sotto.

NB---La forc. di Coldose' e' molto ampia, grandemente
fortificata con un trinceramento che la taglia tutta e poi
prosegue tagliando in obliquo a sud il M.Coltorondo (questo
trinceramento corrisponde con il sentiero che aggira
completamente il Coltorondo a Sud). Al di sotto della
forcella, versante Nord, vi erano perlomeno una dozzina di
costruzioni militari, piu' sotto, il lago delle Trote
(mt.2103), un ottimo bacino d'acqua in mezzo ai pascoli
verdi.
Dalla Forcella di Coldose' verso sud cala il sentiero nr. 339 che
oltrepassando un laghetto a mt. 2080 , porta a mt. 1495 alla
malga di Coldose' e da qui' per rotabile a Refavaie (Albergo).
Verso Nord, il sentiero 439 e' comune al 339, 349b, e 334 ed
aggira il lago sulla destra.

Si scende aggirando il lago sulla destra, ed a quota 2125 mt.
prima di salire una spalla, vi e' il bivio con il sentiero 334
che scende a sinistra verso il lago delle trote e poi cala a
valle seguendo il rio delle Pozze fino a raccordarsi a q.1495 con
una pista forestale che porta al rif. Miola a 1120 mt.

Si rimonta la spalla erbosa e la mulattiera taglia in diagonale
il pendio verso nord-est in direzione della spalla erbosa di q.
2172 mt, ma poco prima vi e' un bivio : proseguendo diritti si
segue il sent. 349b che aggira la Cima Moregna in senso orario,
passando sopra alla Malga di Moregna ed il lago di Moregna e
portando a nord del M.Valbona, mentre invertendo la marcia con un
tornante a destra si segue il sent. 349 che ci portera' a
superare la spalla erbosa appena rimontata ed a raggiungere il
lago Brutto a 2207 mt.con un piccolo passo in discesa.

NB:--- bisogna subito dire che il percorso 349b fa evitare i 300
mt. di dislivello della forcella Moregna (mt.2397).

Il lago Brutto a mt. 2207 e' di un colore plumbeo a causa delle
rocce che lo attorniano, esso ha dimensioni maggiori del lago
delle Trote ed a sud-est di esso calano nevai presenti anche ad
agosto inoltrato.
Il sentiero supera il lago sulla sinistra, salendo in diagonale
per il pendio pratoso che cala da nord dalla Cima Moregna e
guadagnando quota in modo graduale, cosicche' si sfocia sul
ghiaione che scende dalla forc. Moregna gia' a quota mt.2235.
(nevaio)
Alla nostra destra salendo, vi sono le rocce del M.Coltorondo
(mt.2530).
Si risalgono i centocinquanta metri di vallone ghiaioso per
tracce ben battute zigzagando per i massi su terreno ben segnato
fino ad arrivare in forcella. (mt. 2397).

NB--- dalla forcella Moregna si gode ad est di un bel panorama
sulla forc.(mt.2290) e Cima di Valbona(mt.2413) con grandi
trinceramenti ed opere di fortificazione. Molto legname di
vecchie baracche e' presente a nord della Cima di Valbona.
Proprio alla forcella di Moregna, proveniente dal Coltorondo a
Sud, cala un sentiero militare con fondo erboso. Esso permette di
aggirare a sud completamente il M.Coltorondo, ed arriva ad est
della forc. di Coldose', calando per trinceramenti gia'
accennati.

Si scende dalla forcella Moregna tenendosi a sinistra per
sentiero con molti piccoli tornanti e piuttosto ripido fino al
grande ripiano della forcella nord del M.Valbona, agibile verso i
pascoli delle malghe di Coltorondo a sud. (grandi opere di
trinceramento e fortificazione) mt. 2290.
Qui la mulattiera gira a sinistra calando con un tornante e
tagliando la costa erbosa fino ad incontrare il bivio (circa
duecento metri a nord della forcella) di q.2260 mt.
Qui si fa un tornante verso destra (abbandonando il sentiero
349b che aggira in senso antiorario il M.Moregna e porta a
forc.di Coldose'), puntando giu' verso la sottostante mulattiera
(mt.2230) ove vi e' un altro bivio ben segnalato su terreno
pratoso. Si prosegue a destra verso est, tagliando tutto il
vallone della alta Valbona ove la frana ha distrutto in parte la
mulattiera e poi si tagliano anche i ghiaioni che calano a nord
dalla Cima di Valmaggiore (mt.2479) giungendo alla ampia forcella
di quota 2205 mt. che separa la Valbona dalla alta Valmaggiore.

NB--- Alla forcella senza nome di q. 2205 giunge dal fondovalle
della Valbona (Malga Valmaggiore e rio di Valbona) un sentiero
che sale a tornanti non come indicato nelle carte del Tabacco al
25000, ma sulla dx orografica del vallone da q. 1998 mt verso la
quota 2190 mt.

NB---La forcella che separa il M.Valbona e M.Valmaggiore che e'
lo sbocco naturale della Valbona ma non ha nome, e' fortificata
e da essa si diparte un sentiero militare che aggira per creste
il M.Valmaggiore con sbocco sui ghiaioni ad est del monte stesso
nonche con una variante che scende dalla cima per cresta sud
nonche' versante sud-est verso i pascoli di Cotorondo.
Si scende il ghiaione est del M.Valmaggiore con molti tornanti
(notare in basso il sentiero nr. 335 che da malga di Valmaggiore
per il fondovalle sale al Biv.Paolo e N.) ed alfine ci si
raccorda con il sentiero nr. 335 che sale dalla Malga di
Valmaggiore (mt.1620) alla quota 2155 mt. presso un rudere
militare, e quindi si superano i trenta metri di dislivello che
ci portano fino in forcella dove e' sito il biv. Paolo e Nicola a
mt. 2180 presso la Forc. di Valmaggiore.

NB---Subito dopo al bivio con sent. 335 sulla sinistra sale il
sent. 349 che prosegue per biv. Aldo Moro per M.Cece.

NB---Dalla forc. di Valmaggiore il sent. nr. 335 cala a sud e poi
ad ovest verso malga Coltorondo di Sopra (mt.1859) e di sotto
(mt.1682) per poi raccordarsi con la pista forestale (mt. 1600)
che porta al' Alberghetto di Refavaie.(mt. 1116)
Oltre la forcella il grande costone dell'alpe di Fossernica (2115
mt) a sud-est con i laghetti di q. 2050. A q. 1860, oltre il
versante dei laghi, giunge da Refavaie una pista forestale.



ore 5-6 dal rif.M.Cauriol
dislivello circa 1000 mt. in salita e 400 in discesa, riducibili
a 800 in salita e 200 in discesa prendendo il 349b.

Acqua presente a q. 1945 q.2110 (l.d.Trote) q.2207 (l.Brutto)
----- e Biv.P.e N.

IL BIVACCO PAOLO E NICOLA

E' una costruzione in legno con tetto in lamiera verniciati in
marrone scuro, una porta doppia e due finestre.
Il bivacco e' dedicato agli alpinisti Paolo e Nicola caduti
giovanissimi sulle torri del Sella. Vi e' anche una dedica a Don
Battistini, frequentatore della zona ed alpinista.
E' stato costruito da gruppo C.T.G. (Centro Turistico Giovanile)
Cattolico ed e' aperto tutto l'anno.
Esso e' dotato di sei posti letto (12-14 in caso di emergenza
considerando di dormire sulla tavola, sulla panca, per terra
ecc.), coperte, di cucina economica funzionante egregiamente,
tavolo con posti a sedere per una decina di persone, vivande di
emergenza, pentolame e posate, si puo' dire tutto quello che puo'
servire per passare in modo confortevole una giornata.
La legna e' presente sulla legnaia davanti al bivacco e gli
attrezzi sono presenti nel Bivacco (sega e mannaia)
A circa due-trecento metri a sud, sul sentiero nr. 335 che porta
a Refavaie vi sono due fontanelli di acqua (cinque minuti).
IL bivacco e' dotato di regolamento per cui chi ha pernottato
gia' una notte deve lasciare il posto-branda ad altri, va
lasciato un obolo per la presenza nel piccolo salvadanaio a muro
ed invita a lasciare in ottime condizioni il manufatto.
Esso e' molto frequentato ed all'agosto 1991 e' in ottime
condizioni.



TRAVERSATA DAL BIV.PAOLO E NICOLA AL BIV A.MORO e P.ROLLE

SENT.349- I tempi sono quelli per una camminata lenta ma lunga.

Si tratta di una lunga traversata su ambiente alpino granitico
che non si abbassa mai al di sotto dei 2000 metri di quota.
La presenza delle fortificazioni militari della grande guerra e'
costante, essendo il percorso tutto su mulattiere di rifornimento
alle prime linee austriache dei Lagorai. Questo puo' essere un
vantaggio in caso di maltempo, poiche' ad ogni forcellina vi sono
grotte artificiali talvolta con legni che possono ancora ardere.
Nota costante del percorso e' l'attraversamento di grandi
ghiaioni granitici, e l'assenza pressoche' totale di acqua se si
escludono nevai perenni o piccolissimi laghetti l'acqua dei quali
andrebbe bollita o sterilizzata con pastigliette di cloro.

Dal biv.Paolo e Nicola si percorre per un centinaio di metri il
sentiero che porta alla malga di Valmaggiore e giunti sulla
forcellina, a ridosso delle roccette del M.Cece si trova a
sinistra ed in salita, il bivio che separa il sent. 335 dal sent
349.
NB---Al sett.1991 vi e' una scritta su sasso che avverte che la
nuova segnaletica per il biv.A.Moro non e' ultimata (ed e' vero,
nonostante vi siano i vecchi segni che permettono di seguire
decentemente il percorso con le eccezioni che descrivero'.)
Si sale a tornanti la spalla rocciosa a nord del bivacco ed
aggiratala, si incontrano a q.2255 numerose costruzioni diroccate
ed opere in grotta, in corrispondenza del bivio con il sentiero
nr.336b dedicato a Don Battistin. (lapide metallica su di un
sasso sul luogo)
NB--- Il sentiero 336b dedicato a Don Battistin, scende il
vallone a nord e lo risale, poi , passando sotto alla Cima di
Sella (mt.2492) e scavalcando la costa Valmaggiore (mt.2265) si
congiunge con il sent.nr.336 a nord del laghetto Caserina
(mt.2087).
Il sentiero 349 prosegue in salita lasciando a sinistra in basso
la lapide dedicata a Don Battistin, e punta verso una forcellina
a q.2335 a sud-ovest del Dente di Cece, (una sporgenza granitica
di circa centocinquanta metri che precipita a picco sui ghiaioni
del vallone ovest della Cima di Cece.)
NB---Codesta forcellina e' agibile anche per il versante sud ed
e' totalmente attraversata da una trincea, mentre ripiani con
casermette dirute sorgono attorno, ai lati.
La quota 2375 mt. un appicco roccioso ad ovest della forcellina
che domina il valico e' anch'essa fortificata, sulla sua sommita'
vi e' una opera in muratura. Probabilmente era servita da
teleferica, infatti un grosso gancio di ferro su di un terrapieno
lo fa pensare.
Dalla forcella, a sud, si domina la cresta dell'alpe Miesnotta
con i laghetti (mt.20050) dell'alpe Fossernica di dentro.
La mulattiera risale il vallone che presenta una conformazione
morenica-glaciale, mantenendosi al di sotto delle rocce del
Dente, dove ogni piccola forcellina era fortificata.
Alla quota 2355 mt. la segnaletica si sdoppia in due percorsi, ma
essi si ricongiungono poco sopra, in corrispondenza di numerosi
muretti a secco a ridosso di pietroni che fungevano da abitazione
per i soldati che presidiavano le creste.( lungo il vallone sono
innumerevoli queste rudimentali costruzioni che fanno molto
pensare sulle condizioni di vita di allora)
Gia' si vede la cima di Cece (2754) con la croce in cima, ma il
sentiero, sempre ben lastricato, ora punta a sinistra
(nord-ovest), dove rimonta una spalla e poi risale un ripido
canalino che porta ad una forcellina quotata 2600 mt.
Dal biv.Paolo e Nicola circa 2 ore.
NB---Qui' vi e' un bivio: a destra (sud-est) si diparte la
mulattiera (e' sempre lastricata) che, percorrendo sottocresta
(a sud) le creste, porta in Vetta alla Cima di Cece (2754 mt) in
circa 30 min, superando numerose costruzioni diroccate.
Sulla vetta del monte vi sono perlomeno dieci costruzioni dirute
con piazzole probabilmente per pezzi di artiglieria. Vi e' una
croce alta circa 1.5 mt. e libro di vetta in scatola metallica.
IL panorama che si gode dalla vetta spazia a sud dalla cima
d'Asta (2847mt), a sud-ovest la catena dei Lagorai prosegue
lunghissima, a nord-ovest il Latemar ed a nord-est Il gruppo
delle Pale di S.Martino.
La discesa fino alla quota 2600 si fa per la stessa strada in
circa 15 min.
Esiste un percorso, ed e' segnato sulle carte, che cala dalla
vetta fino alla forcella di Cece (mt.2393), ma essa non e' ben
individuabile ed in tutti i casi molto aspra.
Dalla forcella sulla spalla ovest della Cima di Cece amt.(2600)
si prosegue in leggera discesa verso nord e poi si risale una
forcellina senza nome ridiscendendo il versante opposto molto
ripido ma con sentiero terroso che lo scende a zig-zag stretti,
per poi aggirare la spalla nord-ovest veso est e tagliare con
qualche saliscendi le roccette ed il ghiaione che scendono dalla
spalla stessa. Bisogna stare attenti a non essere invitati da
tracce a scendere il ghiaione direttamente, poiche' bisogna
sempre tagliarlo in diagonale puntando verso la forc. di Cece che
non si vede ma e' intuibile dove possa trovarsi.
Sul versante opposto, ad est, gia' si vede la cima Valbona, con
la forcellina rocciosa che verra' poi percorsa.
Si scende seguendo i segni fino a tagliare completamente il
costone che cala dalla cima di Cece ed arrivando per sentiero
sotto le crode, alla omonima forcella (mt.2519).
NB:---La forc. Di Cece e' fortificata con opere anche in grotta.
Essa e' agibile in entrambi i versanti nonostante il versante sud
sia molto ripido. Essi sono percorsi dal sent. nr. 336. A sud il
sentiero cala fino a malga Miesnotta di Sopra mt. 1879 e da qui'
una pista forestale cala in Valzanca.
A nord il sentiero va giu' diritto per i ghiaioni e poi prosegue
per la stretta valle per il laghetto Caserina (mt.2087) poi lago
di Cece a mt. 1879 da dove vi sono varie possibilita' di scendere
a valle nei pressi di Bellamonte.
Dalla cresta della forcella, si scende di un passo verso nord e
poi si risale per sentiero verso est ma subito i segni rossi
(freccia) ci fa inerpicare su dritti per roccette a destra,
lasciando la mulattiera che stavamo seguendo e che porta a dei
baraccamenti diruti. Si sale ancora fino ad una forcelletta
fortificata con opere in grotta e trinceramenti a semicerchio a
mt. 2440 e qui' bisogna aggirare i trinceramenti per poi scendere
un passo verso un ripiano (ex casermetta diruta). Si riprende
cosi' la mulattiera che diagonalmente con massicciate e con
qualche stretto tornante su roccette ci porta alla forcella di
Cima Valbona a q.2480.
Dalla forcella sotto a noi verso nord-est vi e' un laghetto
ghiacciato con nevaietto (mt.2306). Si nota molto bene il
sentiero che dovremo fare: lo si vede sul costone opposto che
taglia sotto alla cima Valon, verso est.
Si scende per terreno ghiaioso giu' diritti (ometti, segni non ce
ne sono) puntando verso la mulattiera con massicciata che
oltrepassa in basso a dx la valletta pietrosa. Raggiuntala, la si
segue oltrepassando la spalla (ometti) e calando a tornanti
prima, poi oltrepassando il vallone (in fondo al quale c'e' il
lago) e risalendo in salita ed a tornanti la costa nord del
m.Valon che verra' aggirata con molti tornanti verso sud-est.
Ora la mulattiera talvolta e' completamente sommersa da frane e
la traccia si segue con gli ometti di roccia che ci fanno
tagliare in diagonale ed in salita tutta la costa franosa a
nord-est del M.Valon fino alla forcelletta fortificata finale che
si trova a q.2480 mt.
NB--- Questa forcellina (mt.2480), sita tra Cima Valon (mt.2678)
e il Coston di Slavaci (2683 mt) e' fortificata con opere in
grotta e casermette dirute di cui rimangono solo moltissimi resti
in legno e scatolame arrugginito con lamiere metalliche. Il
versante sud presenta un ghiaione ripidissimo.
Sotto alla forcella, a nord, vi e' un nevaio, si sente scorrere
sotto l'acqua, pur non vedendola.
Sulle rocce di sinistra, (versante del Coston di Slavaci) il
sentiero massicciato e' franato cosicche' rimane un passaggio su
roccia di 3 mt.con traversatina di 4 mt. che e' da
considerare di 3o grado.
(laddove il salto per raggiungere la massicciata e' piu' breve.)
Salendo piu' sotto, dove termina il nevaio, la difficolta' e'
minore, ma la roccia e' friabile ed il passaggio e' di 20 mt. di
2o grado per raggiungere la massicciata.
E' auspicabile l'apposizione di un cordino di acciaio di 4mt per
superare agevolmente il passaggio. (segni CAI-SAT su roccia prima
e dopo il passaggio)
Superato il passaggio si prosegue tagliando la costa rocciosa del
Coston di Slavaci per mulattiera scavata nella roccia, poi la
mulattiera aggira la costa a destra con qualche tornante e punta
verso una forcellina con sottostante nevaio.(mt.2560)
Vi si arriva tagliando in diagonale il ghiaione privo di sentiero
e molto dissedtato.(ometti)
Dal punto piu' basso del nevaio cola acqua in abbondanza.
I segni e gli ometti puntano al centro del piccolo circo
glaciale sottostante alla forcellina (anch'essa fortificata-resti
di guerra) ed a questo punto vi sono due possibilita':
a) Aggirare la costa rocciosa verso nord nel punto piu' basso che
e' piu' agibile e puntare verso nord scendendo di 60 mt. di
dislivello tagliando in diagonale fino ad arrivare alla crestina
molto evidente di q.2502 mt (che prosegue imponente fino al lago
di Paneveggio) ed ivi il sentiero e' ben segnato.
b) Raggiungere la massicciata del sentiero che sale ancora sopra
al nevaio il Coston di Slavaci e proseguire fino a raggiungere
una postazione militare sulla cresta nord (ci si alza di circa 50
mt) e percorrere poi in discesa detta cresta verso nord fino
alla quota 2502 come da punto -a- incrociando i segni del
tracciato.
NB---Si ritiene che il percorso -a- sia il piu' logico ed il meno
faticoso, e' auspicabile che la segnalazione su terreno venga
ripristinata quanto prima.
Sia dalla forcellina a q.2502 che dalla postazione in cresta
sopra menzionata e' visibile ad est il biv.A.Moro, di colore
rosso, tipo 'Berti', al di la' di un vallone a q. 2565.
Dalla forcellina a q.2502 senza nome si prosegue pressoche' in
quota verso est (ometti e segni su terreno), superando un piccolo
lago q.2500 mt. (8m di diametro) e, sempre grossomodo in quota,
si supera una valletta che cala dalla Cima di Slavaci e qui' il
sentiero si inerpica una ventina di metri su per roccette
facili (1o-2o grado) e poi, incrociata una mulattiera che scende
dal Coston di Slavaci, la segue in discesa fino alla forcella
senza nome di q. 2535 mt. dove un sentiero cala in Valzanca
(indicazione su roccia).

NB--- Questa forcellina a q. 2535 era presidiata ed attorno ad
essa sorgono numerose opere di guerra. Da notare che la Carta
Tabacco ed altre edizioni riportano una errata indicazione
topografica del tracciato del sentiero 349 che non fanno nemmeno
passare per la forcellina che neppure e' quotata.

Si risale l'altro versante (est ) della forcellina per mulattiera
che giunge ad una casermetta diroccata mt. 2550.
Qui' vi e' un bivio: proseguendo verso nord-est in leggera
discesa si segue il sentiero nr.376 che cala al Pian di Ceremana
ove a 1550 mt. vi e' una pista forestale che conduce al lago di
Paneveggio.
A destra in leggera salita verso est (con segni bianchi) si
perviene in breve (5 min.) al Biv.A.Moro a quota mt.2565.
Dal biv.Paolo e Nicola circa 5 ore escluse le soste, compresa la
salita al M.Cece.

IL BIV.A.MORO
mt. 2565
Esternamente si presenta come una costruzione metallica
rotondeggiante dipinta in rosso ed ancorata con funi metalliche
al terreno.
E' stato apposta in loco dalla Fiamme Gialle della Guardia di
Finanza.
E' una costruzione di alta montagna tipo 'A.Berti' con nr. 8
posti letto e tavolo con panca. E' dotata di coperte, candele,
fiammiferi ed all'interno vi e' il libro delle firme.
Unico inconveniente e' la mancanza di acqua nelle vicinanze, il
laghetto sotto al Coston di Slavaci (q.2500 mt) senbra il posto
piu' vicino per raccorglierla, oltre alla quota 2302 a nord-ovest
sotto al bivacco giu' per il vallone. (15 min.)
NB---Dal biv. ad est il sent. 349 prosegue per forc.Ceremana e
passo Rolle.
Verso nord il sent. 376 cala giu' verso pian di Ceremana (1550
mt.) e quindi al lago di Paneveggio per pista forestale.
Verso nord-ovest, dapprima giu per il costone e poi attraversando
il vallone a q. 2302 e seguendolo sulla sin. orogr. un sentiero
non segnato porta a valle verso il Rio di Ceremana a q. 1515
(pista forestale)
Verso sud scendendo alla forcellina si scende il ripido vallone
che porta per i laghetti della Busa Malacarne (sorgenti a mt.2200
mt.) alla Malga Zanchetta (mt. 1867) e di qui' per sent.368 fino
alla pista forestale di (mt. 1500) Valzanca.
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Dal biv.A.Moro ci si abbassa verso est di qualche metro e poi si
prende il sentiero 349 che ad est oltrepassa la costa sotto alle
Cime di Bragagnolo. Esso e' molto ben segnato e cala in leggera
discesa per terreno roccioso e poi, dopo aver traversato a lungo
in quota, risale le roccette della costa che scende dalle Cime di
Ceremana a q.2500 ed oltrepassata la forcellina, si dirige in
discesa verso la forc. Ceremana a q.2428. (si oltrepassa un
vallone ghiaioso dove l'acqua si sente scorrere sotto. Basta
scendere di una quarantina di metri giu' per il vallone e
l'acqua affiora in corrispondenza di roccette.)

NB--- La forc. diCeremana a q.2428 e' molto fortificata con opere
in caverne e ruderi di casermette militari.
Essa e' agibile in entrambi i lati ed e' percorsa da nord a sud
dal sent. nr.337. Esso porta a nord giu' per la val Ceremana fino
al Lago di Paneveggio, mentre a sud cala alla seggiovia del rif.
Punta Ces (mt.2227) oppure alla seggiovia di malga Valcigolera a
mt.1880. Entrambe portano alla rotabile che sale da S.Martino di
Castrozza.
Si seguono le caverne e la corda metallica apposta sul sentiero a
mo' di ferrata (non serve) verso nord, e poi si sale con qualche
tornante fino ad un passo in discesa che e' stato attrezzato con
scala metallica di 6 mt. circa e cala in una stretta valletta con
nevaio. Si risale poi ad est attraversando le pendici del
Colbricon che sono forate da caverne (mt.2455). Si attraversa
sotto il Colbricon in discesa puntando a nord verso i bei prati
del passo ononimo (mt.2420-laghetti, ma non ci passa, poiche
restano piu' a nord del sentiero).

NB---A mt.2430, quindi a dx (est) e piu' bassi del passo del
Colbricon si incrocia un bivio:
Il sentiero da cui siamo arrivati e' indicato come forc.Ceremana
e p.ta Ces.
salendo a dx si sale il M.Colbricon (mt.2602) -lapidi su roccia-
Scendendo a sx l'indicazione su roccia e' per i laghi e
S.Martino: si segue questa indicazione.

Si cala tra Il M.Colbricon piccolo ed il M.Colbricon per il largo
vallone che viene disceso verso nord-est per sentiero con molti
tornanti dapprima scendendo a sinistra del vallone, e poi al
centro, superando anche un piccolo laghetto con un recinto per le
pecore. Arrivati ad un piccolo piano (mt.2050) il sentiero gira
decisamente a destra in leggera salita arrivando ad una
postazione militare molto panoramica: sotto di noi i laghi del
Colbricon con il rif.Colbricon e piu' in la il passo Rolle con le
Pale di S.Martino.
Si cala rapidamente per un canalino piuttosto ripido fino ai
ghiaioni sottostanti che si scendono con qualche tornante fino ad
un bivio (mt. 1908) ad una quota inferiore a quella dei laghi.

NB---Il bivio ha indicazioni su tabelle in legno: a nord si
scende verso la malga di Colbricon per mulattiera(mt.1838).
A a Sud-est il sentiero nr. 348 cala in Valbonetta verso il
rif.Malga Ces a 1670 mt.(versante di S.Martino di Castrozza)
Salendo verso nord-est si raggiungono i laghi del Colbricon per
sent. 348.

Si risale verso sud-est per sentiero nr. 348 superando un
cimitero di guerra fino ai laghi (mt.1922). Si aggira il lago
verso est (bivio con sent.14 che cala in valbonetta e sent.che
sale il M.Cavallazza-2324 mt) pervenendo al rif.Colbricon
(mt.1927).
Il rifugio e' un ristorante senza posti letto. Da esso si
prosegue per mulattiera verso nord (sent.14-348) che porta in
circa mezz'ora nei pressi del passo Rolle, in corrispondenza
della Malga Rolle (mt.1900)-agriturismo-ristoro bar con telefono.

Salendo verso il passo Rolle, sulla statale ben visibile vi e'
l'Hotel Venezia (mt. 1955), buon albergo-ristorante che da ottima
ospitalita'. E' pure il recapito dei maestri di sci del Passo
Rolle.
Poco sopra, il passo Rolle (mt. 1985) con la frazione omonima.
Dal biv.A.Moro circa 3 ore escluse le soste.
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Dal biv. Paolo e Nicola circa 8 ore escluse le soste.
Dislivello mt.950 in salita e 1200 in discesa.
Acqua: solo di fusione sui frequenti nevai oppure pozze d'acqua o
----- piccoli laghetti. Consigliata la disinfezione piu' sali.



GRUPPO DEI LAGORAI-CIMA DEI PARADISI (MT.2206)

E' una cima a forma rotondeggiante sita a sud delle cime di
Valbona e Valmaggiore ma con quota piu' bassa.
Sotto di essa, a sud, le malghe di Fossernica di Dentro (mt.1777)
e di Fuori (mt.1804), entrambe collegate con pista forestale
proveniente da Refavaie (mt.1100).
Il percorso e' elementare prevalentemente su pista forestale.

Tempo da Refavaie per pista forestale: ore 3.30-4.00
per sentiero: ore 3
Acqua abbondante fino a malga Fossernica.
Dislivello mt. 1100 circa.

Dall'alberghetto di Refavaie si prosegue ad ovest per strada
forestale (divieto) prendendo la diramazione a destra, in salita.
Si supera un gruppo di case (capitello d'epoca decorato sul muro
di una di esse, a sinistra) e si supera il ponticello sul Rivo
di Coldose' (mt.1150). Dopo aver superato il torrente, circa un
centinaio di metri piu' avanti, sulla sinistra, sale la larga
mulattiera militare che conviene imboccare per accorciare la
salita, tagliando il largo tornante che compie la pista
forestale.
La mulattiera e' lastricata e sale a ripidi tornanti, superando
alcuni tabia' e raggiungendo nuovamente la pista forestale in
corrispondenza di un capitello a mt.1250 circa.
Al di la' della strada, sale la mulattiera che conviene imboccare
per accorciare e tagliare ancora l'ampio giro che compie la
strada forestale sulla sinistra del rivo di Coldose'.
----------
NB. La strada forestale sale e si dirama in tre direzioni:
dapprima si incontra un bivio (mt.1319) salendo a sinistra porta
a malga laghetti snodandosi in quota parallela al vallone dei
laghetti e terminando pressoche' sotto al passo Sadole ed al
M.Cauriol.
Proseguendo diritti a quota mt.1459, dove la val di Coldose'
incontra la val Fossernica, prendendo la diramazione di sinistra
si sale verso la malga di Coldose' di sotto e la pista,
diramandosi ulteriormente, porta verso le pendici del M.Cauriol,
con due strade a quote differenti.
Dal bivio di queste valli, proseguendo verso n.est paralleli al
Rivo di Coltorondo la pista termina poco sotto alla malga di
Coltorondo a mt.1600 circa.
Dal bivio di queste valli, prendendo la diramazione di destra, si
inverte la direzione di marcia e si punta verso la malga
Fossernica di Dentro, e la pista termina molto piu' avanti, a
malga Fossernica di Fuori, gia' in Valzanca.
Altra diramazione lungo questa pista porta in fondo alla val
Fossernica, (mt.1860) in direzione e poco sotto ai laghetti di
Fossernica (mt. 2050).
----------
Imboccata ancora la mulattiera che si diparte sulla dx della
pista forestale a mt.1250, si sale con qualche tornante superando
parecchi tabia' ed anche qualche rivo d'acqua su terreno
paludoso. A quota mt. 1530 si incontra la pista forestale che si
puo' seguire in salita verso destra (sud).
(il sentiero-scorciatoia prosegue diritto al di la della pista)
Seguendo verso sud la pista si compie un tornante e si prosegue
per un chilom. verso nord fino ad un bivio con sbarra. Si prende
la diramazione di destra (diritti si entra in val Fossernica) e
si perviene con un chilometro di pista alla malga Fossernica di
Dentro (mt.1777).

----------
NB: La malga e' composta da due grandi fabbricati: uno e' adibito
a cucina, dormitorio e lavorazione del latte. L'altro e' adibito
a stalla che puo' contenere un centinaio di bestie.
Vi e' una vasca con acquedotto a sud della stalla e vi sono due
fontane attive di fronte alla malga.
Le costruzioni sono molto robuste, costruite in granito, putrelle
di acciaio e tetto metallico sostenuto da travi in legno.
Come bivacco invernale la malga puo' dare ospitalita' a circa una
decina di persone, essendoci tre materassi e circa cinque brande
metalliche. La cucina e' sempre ben fornita di legna e vi e' una
cucina economica, tavolo, panche ecc.
Esternamente alla malga, a sud, vi e' un ripetitore con pannelli
solari.
----------
Poco sotto alla malga, la pista forestale prosegue verso est,
tagliando la Cima dei Paradisi in quota, fino a malga Fossernica
di Fuori, in Valzanca.
Il sentiero che sale la Cima dei Paradisi si diparte dopo aver
oltrepassato il costone verso est centocinquanta metri in avanti
sulla sinistra.
Esso supera la quota delle malghe di una cinquantina di metri,
nel bosco, quindi mantenendosi sul costone, lo risale fino a
quota 2079 mt. dove si gode gia' di un bellissimo panorama sui
lagorai e cima di Cece.
(dalle malghe e' possibile salire diritti entrando nel bosco
verso nord, sul filo della costa, incrociando in breve detto
sentiero.)
Dalla quota 2079 si scorgono gia' le tricee e fortificazioni
della Cima dei Paradisi, che andranno risalite fino in vetta.
In vetta vi e' un punto trigonometrico (mt.2206) IGM. Vi sono
triceramenti della grande guerra. Il panorama e' stupendo.
Interessante e' lo snodarsi di crestine tutte fortificate e
trincerate che si sviluppano a nord in direzione del m.Fossernica
e Cima di Cece. (prima linea italiana in contrasto con le
posizioni austriache sui Lagorai).


CRESTE DEL M.COLTORONDO DA FORCELLA DI COLDOSE'

Dalla forcella di coldose' guardando il fondovalle verso sud, si
puo' notare che a sinistra, il fianco erboso del m.Coltorondo e'
tagliato orrizzontalmente dall'opera dell'uomo.
Infatti, dalla sinistra della ampia forcella, partendo da una
quota di m.2200 e' possibile imboccare un trinceramento militare
che prosegue per il fianco della montagna in direzione sud.
Si supera dapprima sulla sinistra una grotta che probabilmente
era adibita a posto di guardia, poi, piu' avanti, si lascia a
destra una posizione di mitragliatrice in grotta (grotta con
finestra-molto legname). Questa posizione aveva il compito senza
dubbio di proteggere dalla avanzata italiana parte del fianco
della montagna e tutto il vasto pascolo sud della forcella.
Camminando ancora piu' avanti per la trincea che ormai e' un
sentiero, si perviene ad una forcellina a q.2270(al lato dx
grosse schegge e spoletta di cal.305, impressionanti per lo
spessore) e discesi al di la di essa per un ghiaione non certo
naturale ma piu' facilmente creato dagli obici, si raggiunge un
piccolo torrione caratteristico, visibile anche dal basso, che e'
forato ed ospita una grotta di guerra. (questa posizione, a
giudicare dalle schegge tutto intorno e tal terreno, doveva
essere stato un bersaglio primario delle artiglierie italiane.
Da qui' si possono ammirare le cengie sud del m.Coltorondo,
strette, inclinate e senza alcuna traccia di passsaggio, nemmeno
sentierino da camosci, quindi viene da escludere che il sentiero
segnato su tutte le carte, che dovrebbe seguire dette cengie, vi
passi davvero. Esaminando le cengie dall'alto, poi codesta
affermazione diverra' ancora piu' convinta.
Puo' darsi che antecedentemente alla grande guerra esse fossero
praticate da pastori con capre, ma nessun militare mai si e'
sognato di attrezzarle o di massicciarle, poiche' esposte al tiro
italiano direttamente.
E' stato sia attrezzato che massicciato invece il canalino che
descrivero' e che e' l'unica ragionevole possibilita' di
raggiungere le creste senza doversi legare ad una corda.
Dalla guglia fortificata di q.2260 si ritorna sulla forcellina
con schegge che avevo prima menzionato. Essa e' sulla spalla
formata dal costone roccioso che scende dal m.Coltorondo ed e'
l'ultimo canalino non esposto a sud che da possibilita' di
risalita. Il suo orientamento e' est-ovest, a meta'giugno vi e'
ancora parecchia neve presente.
Si risale la spalla di sfasciumi molto panoramica fino a che le
roccette impediscono una ragionevole risalita senza tecniche
alpinistiche ed a sud un paio di cengie tagliano le roccie
granitiche, ma sono strette , molto esposte e senza traccia di
passaggio. A questo punto si traversa a sinistra immettendosi
nel canalino, cosa che si poteva gia' fare all'inizio, ma sul
bordo le roccette lasciano maggior comodita' al passo.
Subito si nota evidente la traccia che risale il canalino a
zig-zag, la si segue fino a che il canale diviene ripido e
stretto, (circa a tre quarti) ed a questo punto si risale una
rampa a destra su terreno roccioso portandosi sullo spigolo a
sud aereo e di estrema panoramicita'.
Sulla roccia vi sono chiodi con anello dove il percorso era
stato attrezzato, e si rientra verso il canale per cengia
artificiale abbastanza larga e su roccia sicura.
Si evita di uscire direttamente il canalino, (volendo si puo' ma
noi abbiamo trovato neve con cornice) puntando a sinistra ed
uscendo sulla trincea di cresta per sentiero che taglia prato
piuttosto ripido. q. mt. 2450.

Questo canale e' di circa duecento metri, molto bello,
completamente visibile dalla caseretta del pastore a sud della
forcella di Coldose', dalla quale pero', ad effetto della
prospettiva, e non essendo visibili gli intagli artificiali,
sembra impossibile la possibilita' di risalita.
Tutto lungo la linea di cresta, sia in discesa verso nord-ovest
che verso il m.Coltorondo, vi e' un trincea ininterrotta, con
opere di guerra ad ogni passo, legname, scatolame arrugginito,
chiodi, baraccamenti in pietra, legname ed in grotta ormai
diruti, camminamenti perfettamente conservati ecc. tutto in
enorme contrasto con il sottostante lago Brutto gelato a meta'
giugno, gli appicchi spettacolari del m.Coltorondo che cala a
nord con forcella Moregna.
Si prosegue per i trinceramenti (spettacolare e' un camminamento
che, dapprima perfettamente conservato, punta dal basso salendo
con scalini verso il punto centrale della forcella agibile di
q.2413 ma, arrivato sul filo di cresta, si ritrova con il
pavimento sfondato giu' nel precipizio del vallone, mentre il
muretto del bordo e' ancora intatto, a mo' di ponte.)
Vi e' stata trovata anche una piccola lapide in cotto con inciso
il numero probabilmente della compagnia e del battaglione
austriaci che presenziavano le creste.
Quota 2413 sopra al lago brutto e' la max quota raggiunta il
giorno 4.06.92 con Ludovico Bellini. 


       DAL PASSO DEL MANGHEN AL LAGO STELLUNE
(CON UN PERCORSO AD ANELLO)

L'itinerario si svolge interamente su mulattiere militari
risalenti alla prima guerra mondiale, la quota si aggira
sempre oltre ai duemila metri, mentre l'ambiente porfidico
e la presenza di molti laghetti glaciali donano al percorso
un particolare fascino.
E' consigliabile il percorso da luglio a settembre, il
percorso si presta anche allo sci-alpinismo, dati gli scarsi
dislivelli, limitati a frequenti saliscendi.
Il percorso e' in verita' un grande giro ad otto, ora
percorrendo il versante sud, ora quello nord di questa parte
della catena dei Lagorai.
E' previsto un pernottamento alla malga Stellune, provvista
di tavolato, cucina economica, tavolo e legna, mentre lascia
a desiderare la pulizia dell'ambiente.
Alpinisti ben allenati possono compiere il giro in 7-8 ore,
facendo andata e ritorno in un solo giorno.

Carta topog.KOMPASS 1:25000 -Cima d'Asta e Lagorai
TABACCO 1:25000 -Nr.14-V.Fiemme,Lagorai,Latemar

Dislivello complessivo circa 1100 mt.
ore complessive 9-10
Acqua abbondante lungo tutto il percorso.
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. DESCRIZIONE DEL PERCORSO

Si puo' parcheggiare l'auto al passo del Manghen (mt.2047)
pervenendovi o dalla Val di Fiemme (Cavalese) oppure dalla
Valsugana (Borgo Valsugana). Vi e' un parcheggio al tornante
tra il passo e il rif.Manghen.
Dal parcheggio sul tornante si risale obliquamente la piccola
scarpata che porta ai prati siti all'altezza del passo e si
segue la mulattiera che in direzione est punta alla Forcella
del Frate; essa e' sita tra la Cima di Valsolero che la
limita ad ovest ed il M.Ziolera che la sovrasta a Nord-est.
Si perviene alla forcella in quarantacinque minuti, compiendo
qualche tornante sulla parte alta.
La forcella del Frate e' sita a mt.2283; da essa di dipartono
le tracce di sentiero che risalgono le due montagne sopra
menzionate.
Si sale qualche metro sulla costa del M.Ziolera, poi ad un
bivio si prosegue in leggera salita aggirando la montagna in
direzione est, giungendo in circa 15 minuti ad un fontanello
che permette il rifornimento di acqua.
Si taglia diagonalmente in salita la costa sud della
montagna, pervenendo ad un punto panoramico appena sopra alla
forc. Ziolera che permette una bella visione a nord del lago
delle Buse. (lo si aggirera' al ritorno)
Da questo pulpito panoramico vi sono molte tracce di
sentiero, bisogna scendere qualche metro verso la forcella,
poi, il sentiero passa sul versante nord, molto ampio, e
perviene in forcella con un passaggio attrezzato su cengia
rocciosa, molto facile. (mt.2250). (Fortificazioni)
(e' altrimenti possibile puntare diritti giu' verso la
forcella, ma bisogna scendere un ripido canalino ghiaioso)

Dalla forc.Ziolera una mulattiera cala verso il Lago delle Buse. 
 Si raccorda con una strada militare (Segnavia nr.361)
dalla quale il sentiero nr.322 si stacca a sinistra trecento
metri oltre il lago e riporta al passo del Manghen.
Il giro ad anello completo richiede circa 2.30-3 ore, il
dislivello e' di circa trecentocinquanta metri.

Dalla forcella si segue la mulattiera militare (sent.322b)
che in leggera salita, superata una grotta militare sulla
sinistra, aggira il Montalon a sud pervenendo ad un pulpito
a mt.2300 (sotto al pulpito una postazione militare in
grotta). Poco prima si lascia sulla destra una mulattiera che
in leggera discesa segue tutto il sistema di creste del M.
Valpiana, fortemente fortificate dagli austriaci durante il
primo conflitto mondiale.
Dal pulpito molto panoramico si possono scorgere in basso le
malghe di Montalon e, sotto le crode della Pala del Becco, il
sentiero che percorreremo in salita al ritorno, pervenendo
dal lago di Montalon, ben visibile da qui'.
Ora si traversa alti sopra ad una fascia di rocce e si
perviene in leggera discesa alla forcella della Pala del
Becco, dove vi e' il bivio a mt. 2248 sul lato est della
forcella fortificata.
Si scende il versante nord della forcella per sentiero che
presenta due tornanti ed altrettante scorciatoie, si perviene
in prossimita' di un rivo d'acqua e di una lama d'acqua.
Qui' v'e'il bivio del sentiero 322 che seguiremo in discesa
verso nord-est, superando un terreno con frequenti rivi e con
piccoli saliscendi, alfine superata la costa nord della Pala
del Becco, il sentiero cala nella valletta sommitale del Pian
della Maddalena.
Si risale verso la forcella di Montalon, incrociando subito
la strada che perviene dal fondovalle (sent.362) che
seguiremo sino alla forcella Montalon, con un dislivello di
una trentina di metri.

La forcella di Montalon (mt.2133) e' recintata perche' in
stagione vi e' pascolo di bovini. (vi e' un cancelletto).
Sul versante sud possiamo ammirare il lago di Montalon, ricco
di trote ed il sentiero che lo costeggia sulla dx orografica.
(percorreremo questo sentiero al ritorno)
Nei pressi della forcella, verso est, vi sono delle caverne
militari che possono offrire riparo in caso di maltempo.
Dalla forcella Montalon, si segue il sentiero n.322
(segnaletica) verso nord-est, rimontando in salita diagonale
sino al costone che cala dalla Cima delle Buse.
Si sale ancora e si traversa per sfasciumi sino a che appare,
sotto di noi, il Lago delle Stellune. Siamo a mt.2250 in
mezzo a grossi massi, un pulpito veramente panoramico.
Di qui' si scende direttamente al lago e vi si puo' pervenire
in circa 15 minuti, e da qui' in altri 15 minuti si scende
alla malga delle Stellune che e' ben visibile da questo( pulpito.
Si prosegue tagliando il ghiaione verso est in leggera
discesa, puntando verso la Forcella di Val Sorda.

A mt.2220 vi e' un bivio dal quale, lasciati gli zaini, e'
possibile andare sino alla forcella di Val Sorda seguendo la
strada militare che vi perviene in falsopiano; oltre alla
forcella vi sono due laghi (Laghi delle Buse Basse) che sono
visibili oltre il trincerone della forcella.

Dal bivio di mt.2220 si traversa in discesa sino al centro
della valle (Ruderi di costruzioni) e qui' troviamo un
altro bivio a mt.2202. Si segue in discesa il sent.n.318 per
la destra orografica sopra il lago che sara' in basso alla
nostra sinistra. E' possibile scendere al lago con un
perditempo di circa cinque minuti, ed altrettanti per
riprendere la mulattiera.
Al bivio un sentiero (nr.317) risale diagonalmente la
forcella di Val Moena che si presenta erbosa e con un
dislivello di soli cento metri.
Si puo' notare la selletta che limita il lago a nord: presso
di essa vi sono alcune piazzole che permettono uno speciale
campeggio, ed in quel punto giunge il sentiero che calava
giu' diritto dal pulpito di quota 2250 prima menzionato.
La mulattiera scende diagonalmente sino al bel pascolo che
sovrasta la malga; si attraversa un terreno un po' paludoso
e poi la mulattiera cala alla malga superando un corso
d'acqua. (venti minuti dall'ultimo bivio)

La Malga delle Stellune e' un grande edificio adibito a
stalla e di fianco ad esso vi e' una caseretta che puo'
offrire riparo per la notte.
Vi e' un tavolato inferiore ed uno superiore, una cucuna
economica ed un tavolo. Un focolare malmesso.
Il tetto e' in lamiera ed in buono stato, cosi' le finestre.
La casera non e' ben tenuta nonostante un invito scritto.
La fontana e' in disuso e la provvista d'acqua va fatta al
rivo incontrato sulla mulattiera. (cinque minuti).
Si tenga presente che la residenza dei pastori e' alla casera
sottostante con malga, dove arriva la pista forestale.
Vi si puo' arrivare in un quarto d'ora ed e' sulla via del
ritorno.
Tempo per arrivare sino alla malga: 4-5 ore dal Passo del
Manghen, superando un dislivello complessivo di circa 450 mt.

. DALLA MALGA STELLUNE AL PASSO DEL MANGHEN

Si riprende a scendere per la mulattiera che si snoda a monte
delle costruzioni e che avevamo percorso precedentemente.
Si oltrepassa un largo pascolo e quindi la mulattiera scende
con stretti e ripidi tornanti alla grande malga sottostante
dove giunge per la dx orografica anche la pista forestale.

 In vista della malga e' possibile vedere il sentiero che sale
 verso il Pian Della Maddalena, proprio frontalmente alla
 malga, diagonalmente compie due tornanti tagliando un ripido
 prato.

Si giunge dietro alla malga e si passa di fronte ad essa, poi
subito si segue un recinto che porta giu' al torrentello,
qui' bisogna attraversare il torrente (tavola di legno) e
superare ancora il recinto elettrificato.
Il sentiero non e' ben visibile a causa dell'erba alta, ma
esso sale diagonalmente verso destra tagliando il prato , poi
compie un tornante e rasenta il bosco fino alla fine della
radura dove con un altro tornante si infila decisamente nella
macchia.
Ora la strada militare e' ben visibile in tutta la sua
ampiezza, essa e' lastricata ed ha una carreggiata per la
quale probabilmente un tempo venivano trainati i carri.
Si perviene ai pascoli del Pian della Maddalena che sono
tagliati da piu' rivi d'acqua che calano dalla costa del
Mugon.
Si prosegue ancora in direzione della Forcella di Montalon
(precedentemente gia' attraversata in quota) e vi si perviene
dopo aver superato un bivio (segnaletica sent.322) a quota
mt.2090 circa.
Si sono superati circa trecento metri di dislivello per
giungere alla forcella la cui quota e' mt. 2133. (Ore 1.20)

Si oltrepassa la forcella Montalon attraverso il cancello in
legno del recinto e si prosegue lungo la mulattiera che
costeggia il lago sulla sua destra orografica.
Superato il lago si giunge ad un bivio: il sentiero che passa
sulla sinistra e' il nr.362 e porta alle malghe di Montalon
ed al rifugio Carlettini in circa un'ora.
Bisogna prendere il sentiero a destra, nr.322b che aggira
alla base le roccie della Pala del Becco e risale abbastanza
ripido verso la forcella, attraversando un ghiaione con
grossi sassi (attenzione ai segni).
Si perviene alla forcella della Pala del Becco superando un
dislivello di circa 200 mt. in circa un'ora dalla forcella di
Montalon.

Ora si ripercorre quella parte di sentiero che era stata
percorsa precedentemente, scendendo dalla forcella verso la
lama d'acqua, fino a ricongiungersi con il sentiero nr.322.
 Qui' conviene rifornirsi d'acqua, in quanto essa e' assente
 nella prossima parte del tragitto. Essa si trova percorrendo
 per qualche minuto il sentiero n.322 verso est.
Si segue il sentiero nr.322 verso ovest, scendendo un
tornante ed attraversando a nord del Montalon, si supera un
bel piano (si possono notare in basso a destra le costruzioni
della Malga Buse) ed in salita diagonalmente si perviene
proprio sotto alla forcella Ziolera, versante nord.
Sotto di noi, a destra, il Lago delle Buse con la strada.
Dopo aver calato di qualche metro ci si ricongiunge con la
strada militare che proviene dalla Malga Cadinello Alta,
sita sulla strada provinciale 2km sotto al passo del Manghen.
Si prosegue in piano lungo la strada che, lasciato il lago
a destra prosegue in leggera discesa.
Dopo aver lasciato il lago, circa trecento metri oltre ad
esso, si diparte sulla sinistra la mulattiera che dovremo
seguire. (segnaletica sent.322)
Si sale un colle mugoso e poi un altro con un saliscendi,
alfine, in vista della strada statale, si cala a lungo per
un sentiero pieno di roccette che rendono disagevole il
cammino.
Giunti in prossimita' della strada il sentiero costeggia la
montagna in leggera salita, pervenendo al passo del Manghen
dove vi e' un laghetto detto Lago Cadinello.
Presso il Rifugio del Manghen vi e' una grotta con cippi e
dediche alle truppe austriache ed italiane cadute in guerra.

Da forc. P.del Becco il dislivello in salita e' circa 150 mt.
ed il tempo impiegato circa 1.45 ore.
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Dalla Malga Stellune il tempo impiegato e' di circa quattro
ore superando un dislivello di circa 650mt.


Anello per Bivacco Paolo e Nicola da Malga Valmaggiore
 (traccia gratuita GPS disponibile sui link citati)

Un percorso ad anello sui Lagorai, dalla Malga di Valmaggiore per i bivacchi di Forc. Valmaggiore ('Paolo e Nicola') e di Malga Moregna, per larghe mulattiere militari. L'itinerario si svolge lungo i sentieri adiacenti alle linee austriache della prima guerra mondiale.
L'inizio è presso il park gratuito di Malga Valmaggiore m.1605 (segnaletica) seguendo il sentiero n.335 che si inoltra nel bosco per la dx orografica della valle. La larga mulattiera porta dapprima al piano dei Laghetti e quindi perviene con tornanti dapprima al bivio con sent. n.349 e subito alla Forcella Valmaggiore dove è sito il bivacco 'Paolo e Nicola'. 0re1.45. (Bivio per Cima di Cece verso est, Scavalcando la forcella si cala all'abitato -camping e ristorante- di Refavaie in ore 1.30).Dalla forcella vale la pena di fare qualche passo in più per fotografare la Cima d'Asta verso sud-ovest. (acqua - 5 min. verso Refavaie per sent. 335)
Dal Bivacco si torna indietro cento metri lineari sino al bivio del sent. n.349 che si segue traversando a nord delle cime di Valmaggiore e di Valbona.
Giunti al pianoro dove è sito il bivio dei sent. 349 e 349b ( 1 ora) si segue a nord in leggera discesa e con qualche piccolo saliscendi il sentiero 349b. Si aggira la dorsale della cima Moregna e si perviene pressochè in quota al bivio dei sent. n.349b e n.339 con bel panorama sul piano e lago di Moregna. (quì è quasi d'obbligo salire per cinque minuti il sentiero n.339 per forc. Coldosè sino ad un pulpito dove è possibile ammirare il Lago delle Trote, la Forc. Coldosè ed il M.Canzenagol ricchi di testimonianze del primo conflitto mondiale).
Si scende in breve con una deviazione di cento metri sino alla malga di Valmaggiore dove il fabbricato più piccolo è adibito a bivacco (4 persone) con stufa, tavolaccio e tavolo con panche. (ore 1 dal bivio dei sentieri 349-349b)
Si ritorna sul sentiero n.339 (acqua dieci m. a nord della segnaletica) e si scende per classica stradina militare selciata sino alla malga di Valmaggiore in circa 45 minuti.
Questo percorso cincide con quello del trofeo sportivo 'Paolo e Nicola'.

Ore 4.30-5 circa - dislivello complessivo m.700 - sviluppo km. 11.5
Cartografia Tabacco 1:25000 GPS-UTM n.014 Val di Fiemme-Lagorai-Latemar

Ulteriori informazioni:
http://predazzo.net 



SALITA AL M.MULAT (2150 MT)

Dislivello mt.900 mt.
Ore 3 circa
acqua: fondovalle fino a mt.1700
----- al baito delle vacche a mt. 2006

Il percorso e' elementare caratterizzato da una panoramicita'
molto buona. E' fattibile anche in inverno senza problemi,
purche' le pale erbose a sud siano gia' sgombre di neve, in
quanto la loro ripidezza favorisce le slavine.
Punto di partenza puo' essere sia da Predazzo che da Bellamonte.
Questa descrizione e' relativa al secondo percorso.
Scendendo da Bellamonte (mt.1370) verso Predazzo, in
corrispondenza del secondo tornante al Km.112 (Poco sopra a 100
mt. vi e' il Bar Baita Alpina) a mt.1236 si diparte verso nord,
la pista forestale che sale la Valbona, ove scorre il Rio
Viezzena.
Imboccata la valle, la si risale lasciando a sinistra due casere
(fontana) e, sempre nel fondovalle destro orografico (sin. per
chi sale) si supera una strettoia rocciosa e si prosegue sempre
lungo la valle fino a quota mt.1750 in vista di una malga.( sulla
destra della valle).
Qui' si lascia la stradina e si prende la mulattiera a sinistra
(segnavia su di un masso) che sale in diagonale verso ovest
proprio in direzione della cima del M.Mulat che e' visibile.
La mulattiera porta con un percorso diagonale fino al Baito delle
vacche (mt. 2006), mantenendosi sempre larga.
---------
Il Baito delle Vacche e' una costruzione in legno con letti e
materassi (due letti al max. 4 persone) cucina economica,
fornello a gas, tavolo, sedie, legna, acquedotto, stoviglie ecc.
E' tenuta molto bene ed internamente e' pulita.
---------
Dal baito si prosegue verso ovest in quota e si aggira la costa
fino ad un ampio pascolo che separa il crinale del M.Mulat (verso
s.ovest ) con la costa di Viezzena (verso nordest).
Il sentiero ora punta in direzione del crinale del M.Mulat,
boscoso dapprima e poi sempre meno fino in vetta.
Sulla vetta vi e' una croce addobbata con specchi e parafulmini
ed inoltre vi e' un libro di vetta in contenitore metallico.
Bellissimo il panorama sulle Pale di S.Martino, Lagorai,
Rosengarden e Catinaccio, Latemar, e Sella.
Dalla vetta un altro sentiero cala ad ovest verso Predazzo.



























 
 
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