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M.Talvena - Piumovimento trekking dalle Dolomiti

(Sito parzialmente in costruzione)
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M.Talvena

Dolomiti > Dolomiti bellunesi
           

                                         Anello per Monte Talvena
Salita alla cima - pernottamento ai rif. Casere Pian de Fontana e Pramperet.
                                               (Giro ad anello dalla Val Cordevole)


Si tratta di un bellissimo giro ad anello, nel Parco delle Dolomiti Bellunesi, in terreno molto vario. L'ambiente solitario e selvaggio domina lungo tutto il percorso, passando dalle rigogliose vegetazioni dei mille metri alla dolomite oltre i duemila. Il primo giorno si compie la salita al Rif. Bianchèt e forcella Lavaretta calando poi al rif. Pian de Fontana per il pernottamento. Il secondo giorno per la forcella degli Arbandoi si salira' in vetta al M.Talvena per il versante nord, traversando poi sino al rif. Pramperet per il pernottamento.  Il ritorno avverra' per la mulattiera militare della prima guerra mondiale che oltrepassando la forcella Moschesin scende poi  per le creste aeree  del M.Valaraz verso valle lasciando ammirare da nord il gruppo della Talvena .
                         


                      Dalla vetta del M.Talvena: Tamer e S.Sebastieno e dietro Moiazza e Civetta

Il percorso presenta tappe non eccessivamente lunghe, circa le sei ore di cammino effettivo al giorno per tre giornate. Si e' studiato il percorso in modo da avere ogni giorno meno fatica da compiere, lasciando all'ultima giornata un tragitto quasi completamente in discesa, seppur lungo, per forc. Moschesin, Folega , Forc. Col dei Ciòt.


                                                           La ex malga di Lavaretta


                           Sopra e sotto: Il 'Casonèt de Nervile'  e l'omonima forcella a nord del M.Pelf


                         

Si consiglia il tour  dalla fine di giugno sino alle prime nevi di ottobre
Il percorso e' fattibile anche se i rifugi sono chiusi in quanto e' possibile con sacco-pelo il pernottamento nei locali invernali che sono veramente ben tenuti.
Bisogna tenere presente che presso il Rif.Pramperèt il locale invernale offre ricovero per cinque persone.
La discesa dalle creste del Valaràz per largo ma ardito sentiero scavato nella roccia presenta tratti molto esposti.
Essa non e' indicata per persone che abbiano problemi di  vertigini: in questo caso vi e' la   variante  per  forc. Scalabras e per il fondovalle della Val Clusa sino alla strada statale. (apposte corde fisse sulle creste al 2000)
(Suddetta forcella, dopo circa trenta anni di mughe, e' stata ripulita egregiamente al 1995)
Il percorso e' ben segnato e non presenta alcun problema di orientamento, ad eccezione della salita dalla Forc. degli Arbandoi al M.Talvena (da nord)  dove il percorso e'  segnato solo da ometti.
Si consiglia l'uso di scarponi con ramponcini in caso di terreno ghiacciato.

Al rifugio Pian de Fontana

La salita più breve al rifugio avviene da Soffranco, per mulattiera ben segnalata (CAI-n.520) dal parcheggio vicino al ponte in Val del Grisol. Altra possibilità, più  panoramica sul gruppo dello Schiara, è la salita dalla Val Cordevole, salendo per strada forestale (CAI nr.503) lungo la dx orografica della Val Vescovà passando poi a m.1100 sulla sx orogr. sino al rif. Bianchèt. (ore 2.30)
Dal rifugio Bianchèt vi sarà la possibilità di salire alla forcella Lavaretta sia per la Val Vachèra (CAI n.536 - consigliato - ore 2.45) sia salire direttamente per il sentiero dell'alta Via n.1 (CAI 518-514-ore 1.45)
Da forcella Lavaretta per buona mulattiera sino al rifugio Pian di Fontana in circa 30 minuti.  Vi è sempre la possibilità di rifornimento d'acqua. Dislivello complessivo m.1200.


                                 La Casera Vescovà in fase di ristrutturazione nel 2005


Il 'Corno del Zèst' m.2379 del Talvena  traversando verso Val Vachera ed a sx i prati deve è sita la nuova Casera di Vescovà.



Il rifugio Pian de Fontana con il bivacco 'Renzo dal Mas' (in muratura, ultimo a dx)


Al rifugio Pramperàt

Si segue il largo sentiero dell'alta via n.1 (CAI 514) che richiede circa tre ore e mezza per la traversata. Essa sfiora la forcella degli Arbandoli (o Erbandoli) scavalcando poi le Cime di Città (m.2389) per l'omonima forcella.
(ore 4:00)

NB: la salita al M.Talvena merita il perditempo di circa ore 2.00 per un dislivello ulteriore di 200 mt.: si segue il sentierino ben evidente che dalla forc. degli Arbandoi volge in quota ad ovest e si punta verso le creste del M.Talvena che sono risalite da nord-ovest da una evidente traccia (ometti) - la parte finale è tutta su cresta facilmente agibile. Ritorno per stessa via. (vedere traccia su foto)

L'Alta Via scende poi allo stretto passaggio della Portèla del Piazedèl scavalcando in discesa verso nord-est sino al rifugio Pramperèt. Dislivello complessivo m.950 compresa salita di vetta.

      
Dedica al bivacco invernale del Rif. Pian de Fontana intitolato a 'Pece' Renzo Dal Mas, che ci ha lasciato tra i ghiacci della Marmolada dopo aver salito una difficile via sulla parete sud.

Sopra la forc. degli Erbandoi (n.2325), a dx forc. de Zità (m.2386),
nella foto  sotto ' Le Presòn' del Van de Città



Il tracciato rosso indica il percorso di salita per la vetta del M.Talvena. Esso presenta delle tracce evidenti sulle ghiaie. La parte finale si snoda sulle facili creste del monte. Grande Panorama.

                  La cresta che permette di giungere facilmente in vetta al M.Talvena(m.2542)

                    Dalla cima del M.Talvena: Corno del Zèst e Cima dela Giàza,  Cime delle Rosse in basso

       Dalla vetta del M.Talvena: Le praterie delle Rosse di Vescovà, il M.Coro e gruppo dello Schiara

            Dalla forc. dei Arbandoi evidentissimo a dx il sentiero di forc. Scalabràs. A sx La Valle Agordina


Il Van dei Piazedèi con le Balanzole, Castel de Moschesin, Moiazza e Civetta, a dx la Portèla

                                     Dalla Portèla del Piazedèl i sentieri per la Val Clusa

                     Dalla vetta del M.Talvena: le cime di Città con il tracciato dei percorsi per la vetta del monte

Dalla Portèla del Piazedèl (m.2097) verso il rif. Pramperèt. Si nota a dx il sentiero per forc. Piccola, In basso a dx le malghe di Pramperèt . Sopra la vetta del M.Prampèr.

Il ridente rif. Pramperèt, realizzato privatamente dalla grande persona di Tita Sommariva e poi gradatamente ampliato sino alla dimensione strutturale odierna che include anche un bivacco invernale.


           
                               
1965: al rif. Pramperàt con il gestore Tita Sommariva che in quell'anno costruiva l'ala est del rifugio e dormiva, per non occupare le brande degli alpinisti, in una capanna fatta con le lamiere raddrizzate delle latte di olio. Assieme a me Silvano Favretti e Bepi dalle Vedove fa lo scatto.


                                          
                                            Dal rifugio Prmperèt alla Val del Cordevole
                                                           Per sentieri CAI n.543-541-(542)

Si segue il sentiero n.543 che per i primi duecento metri è comune con quello che scende dalla Portèla del Piazedèl ed è Alta Via n.1.  Si perviene alla forc. di Moschesìn passando sotto alle Cime delle Balanzole (rudere di caserma della grande guerra - m.1950). La discesa prosegue oltrepassando una fonte sino alla Malga di Moschesìn. (m.1800 fonte)


                      Il rudere del forte di Moschesin - Sfondo le Cime di Città ed il Van del Piazedèl

                            Da Forc. Moschesin le Cime di Città ed il Vallone dei Piazedèi.


        Da sx il M.Fieno m.1865 ed il M.Vallaràz m.1883. Il sentiero scorre per le creste di quest'ultimo.

Bisogna ora decidere se raggiungere la forc. Folega:
A) per le creste attrezzate del M.Valaràz (sent.CAI 541)
Segnaletica a Sud della Malga. Si segue il sentiero segnato oltrepassando la depressione della forc. di Giaon e superando alla quota di m. 1800 la forcella di Scalabràs (il percorso porta a fondovalle per la Val Clusa in circa ore 2.30). Il sentiero sale il M.Valaràz per boscoed in cresta dove esso è largo ma espostissimo (corde fisse) e scende poi con tornanti al piano sud di forc. Folega (baita per riparo di emergenza) ore 1.15

B)  per sentiero più rilassante (sent. CAI n.542)
Segnaletica ad ovest della malga Moschesìn. Scendendo frontalmente rispetto alla malga si raggiunge la mulattiera sottostante che porta a sud alla Malga Foca m.1495. sempre proseuendo per sent. CAI 542 in leggera salita sino a forc. Folega (m.1547) piano nord. (baita per riparo di emergenza) ore 1 circa.

NB: Dal piano di Folega una mulattiera militare scende con innumerevoli tornanti all'imbocco della Val Clusa. essa purtroppo agli anni 2000 era franata e si passava solo con una corda. Volendo scendere per quella via è meglio informarsi presso il CAI sez. di Agordo sulle condizioni.

                                                    La casera di Malga Foca in veste invernale

Il percorso prosegue verso ovest sempre per sent. CAI n. 541 (mulattiera militare). Si traversano tre valloni (fune metallica) pervenendo alle fortificazioni (incompiute - gallerie) della Forc. Col dei Ciot da dove il sentiero si fa pista forestale (fonte a m.1380) e scende con innumerevoi tornant sino alla Muda, all'imbocco della Val Clusa. ore 2,00.



                                       SALITA ALLA SELLA DEL COLLE DEI CIOT
                                                   Dalla statale Agordina
Si percorre la statale agordina e si supera la località La stanga,   si parcheggia l'auto dopo aver superato la località La Muda un centinaio di metri prima della galleria in località Torner, dove un buon spiazzo ad uso parcheggio permette la sosta a destra. Indicazioni per Folèga. (sbarra - mt.486).
Si sale dapprima per strada asfaltata, poi per sterrato lasciando sulla sin orografica una galleria con serbatoio ad uso acquedotto.
Passati sulla destra orografica della valletta la strada diviene più dissestataa ed in prossimità di un tornante a dx è possibile vedere un masso con una iscrizione illeggibile e lo scudo crociato dei  Savoia, infatti la strada che percorreremo è datata 1917 ed è stata costruita per scopi bellici.
Si sale compiendo alcuni tornanti e quindi in prossimità di un tornante (tralicco Enel) si lascia a sx una galleria risalente alla seconda guerra (Opera della Todt Tedesca che aveva approntato come ultimo baluardo alla avanzata Anglo-americana della seconda guerra, una  estrema linea difensiva mai utilizzata)
NB: La postazione permetteva di controllare un buon tratto della strada agordina da una trincea che si affacciava parallela alla strada, la galleria entra in discesa nella costa della montagna poi compie una curva a novanta gradi e prosegue per una trentina di metri allargandosi a mò di stanza. Una altra curva e quindi un pozzo verticale sale munito di scalini di ferro sino ad un sito superiore (circa 10 metri) ove una comoda finestra permetteva il controllo della vecchia statale (ora vi è una galleria proprio sotto a queste posizioni militari).
Si traversa lungamente e quindi con tutta una serie di tornanti si guadagna quota sino a pervenire al piano di mt. 894 presso i ruderi delle Casere de i Roit. Bivio per località Noàc prendendo verso ovest.
(Prima di pervenire al piano, si noti come la strada sia stata costruita spaccando le crode per una carreggiata utile di circa due metri.)
Si prosegue verso n.ovest sempre per larga strada e si compiono parecchi tornanti. Alla quota di circa 1030 mt. un sentiero ben marcato cala diagonalmente a sinistra per ricongiungersi alla mulattiera  proveniente da Noàc.
Alla quota di circa m.1145 presso un tornante roccioso sinistrorso, sulla massicciata sx cinque mt. prima del  tornante si nota una iscrizione attestante la data 1917, con due simboli: La stella del genio militare e lo stemma del regno Italiano. E' l'unica iscrizione del genere sulle montagne Bellunesi, mentre la stella del Geno Militare la vediamo in altri luoghi, ad esempio sulla fiancata del ponte che a Lesis attraversa il torrente Cellina..
         
Si sale acora sempre con buoni tornanti e con  ampia carreggiata sino alla quota di mt. 1220 dove sulla destra del sentiero vi è un cocuzzolo ricoperto da vegetazione dove vale la pena di andare a vedere il bunker ricavato come opera militare.

            L'unico ingresso non franato del bunker costruito dalla 'Todt' a q.1220 a valle della strada.

NB:L' apertura più a valle è franata mente quella più a monte (venti metri) è ancora aperta seppur sempre più intasata dal fogliame. Si scende per qualche metro e con due curve a novanta gradi si guadagna una sala ove resiste ancora al tempo l'intelaiatura di legno della volta. La stanza è lunga circa sei metri ad ampia quattro.La seconda uscita del bunker è franata. All'esterno una trincea circonda la sommità della posizione.
Ancora strada militare e tornanti sino al bivio di mt. 1365 (si noti la strada addirittura sopraelevata) che a sinistra verso ovest in corrispondenza di un tornante destrorso porta ai ruderi della casera Pradusel a m.1354.
Una lunga diagonale verso nord-est porta ad un tornante superato il quale vi è l'unica fontana del percorso a mt. 1380 l'opera rinnovata in legno è fornita di tubo metallico ed è datata 1995.
Dopo due tornanti la strada punta decisamente verso est con minore pendenza e lasciate a sinistra le collinette con vegetazione di pini denominate le Buse de Pradusèl si arriva quasi a sfiorare la cresta della montagna (galleria di una quindicina di metri sul tornante) e compiuto il tornante rimonta parallela alla cresta sino al bivio di mt.1526.
Qui la strada militare prosegue ancora sul versante sud della montagna ancora per  un centinaio di metri sino ad una grotta, mentre il sentiero per Folèga (indicazioni bianco-rosse) scavalca continuando in discesa sul versante agordino.

Mt.1050 di dislivello. Ore 3.30 circa
Acqua a quota mt 1380 ma non sempre presente.


     DISCESA DALLA PORTELA DEL PIAZEDEL (m.2097) ALLA MUDA PER V.CLUSA

Si tratta di un percorso inusuale poiche' poco battuto ed infestato dalle mughe sulla parte alta del percorso. Un recente taglio e l'apposizione di segni colorati sulla parte alta del percorso rendono ben agibile e divertente la traversata.(anno 1998)
La parte bassa del percorso si snoda su mulattiera molto larga.




Il Valòn del Piazedèl: a sx tra i baranci il forte diruto di forc. Moschesin, a dx la portela del Piazedèl segnate in giallo con la traccia che da forc. Moschesin porta in Val Clusa. Il Casòn del Piazedèl era sito al centro della foto dove vi sono dei grossi massi.


La Portèla del Piazedèl (m.2097) si raggiunge dal rifugio Pramperèt per l'alta via nr.1 in direzione del rifugio Pian de Fontana in circa 45 minuti. Essa e' una forcella molto stretta e ben visibile dal sentiero. E' la prima forcella che si incontra.  
Dalla Portèla del Piazedèl a mt. 2097  si abbandona l'alta via n.1 scendendo verso sud-ovest giu' per un canale sassoso, mantenendosi sulla dx orografica e badando bene a non superare il grande intaglio morenico a sud.
Si cala per un centinaio di metri sino ad incrociare un sentiero ben marcato che taglia completamente il vallone. (Ometti, segni rossi - mt.1850 circa) Quì vi sono i ruderi di uno spartano Casèn (del Piazedèl)
 
NB: Verso nord-ovest per la dx orografica del vallone (ometti) si cala in una ampia valletta e poi e' possibile risalire per buon sentierino in mezzo alle mughe sino all'ex caserma della forcella Moschesin. (Ometti, drappi sulle mughe, ben tagliato al 1995)


  La costa del Baranciòn con sotto il pascolo dove era sita la casera del Piazedèl, a dx val Clusa.

Ci si porta verso il centro della valle passando sotto ad un salto roccioso e tralasciando la traccia di sentiero che diagonalmente risale il colle verso sud. Si attraversa (segni) sulla costa per la sx orografica del vallone all'altezza di un cono morenico al centro della valle.
Si prosegue diagonalmente per prati per antica traccia di mulattiera molto ampia in leggera discesa. (Si lascia decisamente in basso a destra la stretta valletta che avevamo superato)
Sempre per ampia traccia si perviene ad una forcelletta rocciosa (segni, ometti) dalla quale il sentiero cala diagonalmente a sinistra nell'ampia conca pratosa sotto alla quale vi e' un bellissimo pascolo pratoso con i ruderi di una caseretta (ortiche, erba alta) sino a dei segni rossi sui massi. Questa e' localita' "I Piazedei".
Ora bisogna stare attenti a non perdere la direzione, perche' il terreno non permette ne' segni ed i riferimenti non vi sono.
Si prosegue in direzione di Forcella Scalabras (Forc.Giaon) oltrepassando la valletta che perviene ai ruderi e scendendola in leggera discesa sulla dx orografica per prato di rododendro sino ad un alberello.
(La valletta cala diritta giu' in val Clusa e la riprenderemo in seguito piu' bassi, ove la stessa e' piu' larga)
Calati di una decina di metri rispetto al piano, si aggira la costa a destra in direzione n-ovest pervenendo sotto ad una fascia di rocce. (Segni)
Giu' diritti per il prato sottostante dove vi e' un varco tra i baranci nel punto piu' basso (mughe tagliate-drappi) .
Superate le mughe (trenta metri) si traversa rasente le rocce a sinistra (segni) e si riprende il canalino che avevamo abbandonato presso I Piazedei.
Si segue il canalino in discesa per circa cento mt. sino ad un ometto e poi si traversa a sinistra ancora per mughe ben tagliate.
Superato un passo ghiaioso si entra in un canale con acqua dal quale il sentiero traversa per ghiaie in quota oltrepassando un dosso mugoso.
Poi il sentiero appare in tutta la sua carreggiata e si scende sino ad un canalone ghiaioso che va seguito in discesa per circa 200 mt. (Segni) sino alle acque del torrente.
(Il sentiero originale compiva ampi  tornanti in mezzo alle mughe, ma e' arduo tentare di seguirlo ed e' conveniente tagliare per il canalone)

Giunti alle acque della testata della val Clusa si segue la sinistra orografica sino ad incontrare i ruderi della casera terza di Val Clusa da dove la mulattiera e' seguibile senza problemi verso la Muda.
(Per chi sale bisogna procedere per le ghiaie quasi sin sotto le crode e poi su diritti a destra per canalone con grossi sassi - segni rossi)

NB:   Il sentiero recentemente disboscato che scende da Forc.Scalabras (Forc.di Giaon) cala dalle ripide pale mugose della dx orografica della valle e si ricongiunge proprio dove si abbandonano le ghiaie e si comincia a seguire la mulattiera, appena a valle di due rivi confluenti che calano dalla dx. orog.
Stessa cosa per la traccia che cala dalla Val degli Erbandoli: essa perviene alla mulattiera dopo una lunga e tortuosa traversata sotto le crode pressoche allo stesso punto.
 
Dalla forcella alla testata della Val Clusa in discesa circa  ore 1.30.



         Discesa della  VAL DEGLI ARBANDOLI  (o Erbandoli) a Nord del M.Talvena  

La bellissima valle e' incuneata tra il M.Talvena e le Cime di Citta' : è confluente della Val Clusa alla quota di mt.1310. Essa viene tagliata alla confluenza dal sentiero che percorre la Val Clusa alla quota di 1340 mt. sulla  sua sx orografica. Presenta sulla sua parte alta un notevole ghiaione con sviluppo di un chilometro circa.

                  
Vista da Forc. Scalabràs: Alta Val dei Arbandoi, tutte le forcelline sono agibili, quella di destra, erbosa, è la discesa più umana.


                                        Dalla Forcrlla dei Erbandoi verso forc. Scalabras
 


Da valle non e' possibile scorgerne lo sviluppo a causa del forte incassamento della stessa.
Si presenta come un ampio vallone ghiaioso (sviluppo dei ghiaioni di un Km !) chiuso sulla sx orografica  da ripidi pendii rocciosi e sulla dx orografica e' tagliato di netto da liscie pareti strapiombanti della Cima del Baranciòn.
Dalla Forcella degli Arbandoli (mt.2325 - vasto piano a nord del M.Talvena) si cala giu' diritti per un canalino mantenendosi sulla immediata sx  orografica dell' impluvio: il varco si apre cento metri ad ovest dell'erboso foruncolo sottocresta quotato m. 2320. (E' possibile anche traversare bassi aggirando ad ovest il colle più alto della testata della Val degli Arbandoi  e confluire nell' ampio circo  ghiaioso  a circa m.2150.)
Si cala nella Van degli Arbandoli  (1) e si segue la lingua del ghiaione sulla sx  orografica, ove più agevole ed ove cala maggiormente sino alla quota di circa 1750 mt. Qui  esso termina del tutto.
Da questa quota sulle carte antiche è segnato un sentiero che, per terreno barancioso, aggira verso sud le impervie spaccature del terreno, raggiunge un piccolo pascolo e verso nord taglia nuovamente la valle a q. m.1530. A meno che non sia stato ripulito questo tracciato è ora impraticabile.
Conviene quindi seguire il primo canalino agibile verso nord che confluisce nel vallone degli Arbandoli che andrà seguito in discesa per ghiaie sino a q. 1530. Visibile una traccia per le mughe della dx orografica.
Si attraversa sulla dx orografica salendo per spalla baranciosa traversando verso n.est  superando tra le mughe e la vegetazione più vallicole per tracce sino alla casera terza di Val Clusa. Mt.1463.
NB: queste casere venivano denominate "Le Giazze" sulle carte del Regno Lombardo-Veneto del 1866.
 
(1)  giu' per il ghiaione, alla quota di mt. 2150 circa (grandi massi) , si dirama verso sud-ovest, rinfrescato dal Talvena, il "Van della Giazza" : in alto ad ovest vi e' l'omonima forcella e cima.
A nord la cima di Barancion troneggia con pareti verticali di duecento metri.
A mt. 1770 sulla dx orog. del vallone degli Erbandoli tracce di animali aggirano le Crode del Barancion per un pulpito di quota 2066. Anche sul versante dei Piazedei un sentiero di animali,  circa cinquanta mt. sopra ai ruderi, sottocroda, aggira il pulpito tra vertiginosi strapiombi sopra e sotto.

Va detto alfine che, in presenza di neve primaverile nel canalone degli Arbandoi, conviene scendere direttamente per esso mantenendosi sempre sulla dx orogr. sotto alle pareti del m.Barancion ed uscendo verso destra (nord-ovest) alla quota di m.1530), sino alla Casera Terza di Val Clusa.(m.1463)

La discesa impegna per circa 2 ore.
Tenere presente che l'ambiente è infestato da mughe.
Per approfondimenti: 'Schiara' di Piero Rossi -  Guida dei Monti d'Italia CAI - cap. -H- pag. 361 e success.



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