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Lagorai orientali - Piumovimento trekking dalle Dolomiti

(Sito parzialmente in costruzione)
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Lagorai orientali

Lagorai C.Asta
                                            
LAGORAI ORIENTALI
 percorsi e curiosità storiche

La Catena orientale dei Lagorai vista da Cima Bocche




Alta Val Vanoi in una carta di Bachler d'Albe del 1797 (Uff. cartografo di Napoleone Bonaparte)
              Archivio storico Catasto TN

NB: questi appunti di cammino sono stati redatti alla buona dagli anni '70, alcune descrizioni potrebbero essere obsolete riguardo eventuali infissi metallici, agibilità di baite, frane su sentieri. Alcune foto sono d'epoca ('70-'80) digitalizzate e possono essere interessanti per stimare la diversità di vegetazione.

Tutte le foto panoramiche furono fatte da Cima Paradisi



DA REFAVAIE (MT.1116) AL PASSO SADOLE (MT.2058)
    Sent.320







La zona da Refavaie (in Basso) verso il circo di monti dal Cauriol alla Cima di cece
  


Rifugio Refavaie anni '80


    Dal rifugio Refavaie si sale  la strada di  destra della Val
    Cia (sin.  orografica) verso ovest per un centinaio di metri
    fino ad un bivio.
    La pista forestale piu'  a valle con la  sbarra  prosegue in
    piano a fondovalle. La pista che sale a destra e' quella che
    ci interessa e che dobbiamo seguire.
    Subito dopo  un tornante, a sinistra, si diparte il sentiero
    che  sale  alla  malga  Laghetti,  tagliando  i  boschi  con
    pendenza  costante  e sbucando  poi  nuovamente  sulla pista
    forestale che verra' seguita verso sinistra (ovest).
    Volendo giungere a malga Laghetti per la pista forestale, si
    entra  nell'abitato  di  Capriolo,  si oltrepassa  la val di
    Coldose'  e la si risale per un breve tratto  ritornando poi
    sul versante del Cauriol.  Dopo aver oltrepassato la valle a
    sinistra ,  la si abbandona, imboccando la strada che sale a
    sinistra, in direzione della val Cia.


La catena dei Lagorai dal M.Cauriol a sx al Canzenagol a dx

    Si  superano due tornanti e si  prosegue  poi sempre diritti
    fino a malga Laghetti. Vi e' una fontana.
    La  malga Laghetti mt.1582  e'  in ottime condizioni e offre
    nel periodo estivo servizio di ristoro. E' dotata di cucina,
    larin, quattro posti letto. In inverno funge da bivacco.
      Dalla malga si  prosegue  poer  la  pista forestale che si
    addentra nell Vallone dei Laghetti. Quando la pista prosegue
    quasi  in  piano,  prima  di  terminare  nella  testata  del
    vallone,  vi e'  un  bivio  con  un  cartello  in condizioni
    precarie  con il  sentiero  che prosegue  verso il  bosco, a
    destra , in salita.(mt.1700)
    La segnaletica di questo bivio  e'  scarsa al 1990 e bisogna
    fare attenzione per non oltrepassarlo.
      Si sale per la mulattiera che subito diviene molto ampia e
    battuta e si oltrepassa  un grande macigno che  puo' offrire
    riparo in caso di temporale.
    Si sale l'ampia conca per prati e boschetti fino  a superare
    la spalla erbosa che porta in localita'  -i rivoni- sotto il
    passo Sadole (si vede il capitello con il Cristo)  . Qui' vi
    e' un trivio segnato su di un grande macigno. (mt.1900)
    Il sentiero  che scende a  sinistra per il prato  tra grandi
    macigni e'  il  nr.301  e porta a malga Val Cion  e  Passo 5 croci.
    Si prosegue  diritti ed  in  breve al  passo Sadole  con due
    tornanti.  Il passo e' sovrastato ad est dal Piccolo Cauriol
    (mt.2396),    ad  ovest   dal  Castel   d'Aie  (mt.2486)  il
    M.Formenton  ancora piu' ad ovest.


(La dizione 'sadole' sembra derivi da 'sedole', ossia quell'erba dura e pungente delle alte quote)

    Il passo era fortificato dagli Austriaci,  si possono notare
    i numerosi resti di trincee, muretti, grotte, fili spinati.
    Dal  passo,  il  sentiero  nr.321  traversa  le  pendici del
    M.Formenton verso forcella Litegosa, ad ovest.
    Verso sudest  si diparte  in leggera salita il  sentiero che
    sale il M.Cauriol per la via Italiana.
    Attraversando il passo il  sentiero cala in val Sadole verso
    il rifugio M.Cauriol. (45 min.)
        
    Ore 3.30-4 da Refavaie.
    in discesa circa 2 ore.
    Dislivello mt.900 circa
    Acqua: malga Laghetti mt.1582


Dal Rif. Refavaie a Caoria (Per il Bivacco Forestale R.Sordo)

Si tratta di un percorso alternativo alla strada asfaltata per giungere a Caoria. Si svolge in mezzo ai boschi per sentieri della guerra e recenti piste forestali. Il percorso è per tutti, bisogna fare attenzione allo sviluppo che è di circa dieci chilometri con un tempo di percorrenza di ore 3:00 e dislivello in salita di circa 300 metri.


Il bivacco forestale Renato Sordo al Pront (m.1420)



Dal ponte di Refavaie si segue per una ventina di metri la strada forestale del Vanoi in direzione del Passo 5 Croci ed a sinistra (masso rotondeggiante) un largo sentiero militare sale diagonalmente nella stessa direzione della strada. L’inizio del sentiero è visibile anche dall’ingresso del Rif. Refavaie. Non vi è segnaletica all’estate 2022. La pendenza costante della mulattiera militare lascia superare con facilità in mezzo ad un magnifico bosco di pini circa trecento metri di quota. Si perviene a m. 1400 circa alla strada forestale del Pront.  (questo importante sentiero non è rappresentato in alcune carte digitali) Salendo ad ovest per circa quaranta metri vi è il Biv. R.Sordo al Pront, una costruzione forestale che permette ad una parte della costruzione l’uso come bivacco di emergenza.
Il bivacco, quotato m.1420 è dotato di una fontana, tavolo e panca, un ceppo per tagliare la legna, all’interno una stanza con focolare, tavolo e panche, nel sottotetto un tavolato ad uso materassino e sacco-letto. (non ci sono né materassi né coperte. Ore 1 circa da Refavaie.
Si scende per la strada forestale sino ad un bivio a m. 1315 circa ove la pista in salita sale per il Col del Vento e  Cima d’Asta (m.2847), mentre questo percorso ora scende a sx verso Ponte Regana.

 
Il bivacco forestale 'Renato Sordo' al Pront (m. 1420)

NB: la mulattiera militare del Col del Vento è una mirabile opera costruita durante il primo conflitto mondiale: essa supera dal fondovalle un dislivello di circa 1800 metri, era stata provvista di scalini e scavata anche nella roccia. Essa è ora attrezzata in più punti con funi d’acciaio e porta in più punti strategici: La forc. dei Morti in cresta, il Col del Vento e quindi sulla Cima d’Asta ove vi è il biv. Cavinato ed un osservatorio militare. Questo percorso è molto lungo, raccomandato in discesa dal rif. Ottone Brentari.




Ad un primo bivio a circa 1300 mt. (segnaletica) si abbandona la strada che a tornanti scende verso Nord alla chiesetta del Pront a fondovalle. Si prosegue diritti  (Est) fino al Ponte della Regana m.1300 circa, un importante snodo di sentieri che, pervenendo da Caoria, salgono verso Campo Regana di Sopra e Forc. Regana. (segnaletica).


A sx Il bivio pe la chiesetta del Pront - a dx il Ponte Regana

Per sent. 338-SAT, attraversato il ponte in legno si prosegue per la strada forestale ‘Regana-Valiselle’ che, in quota, si abbandona dopo circa trecento metri, (15 minuti dal Ponte Regana - m. 1290 circa - segnaletica)


Il bivio sulla strada Regana-Valiselle e le case di Svaizera a m. 1010


seguendo una mulattiera militare. Il vecchio percorso compie alcuni tornanti (ultimo a m. 1200 circa) con una lunga diagonale dissestata, si raccorda con la strada forestale che si segue in discesa. (m.1190 circa - Campo Regana di Sotto). Ore 0:40 dal Biv.Forestale G.Sordo.
La strada forestale scende con pendenza costante pressochè rettilinea (Est) per un chilometro e mezzo sino alla quota di m. 1050 ove da sx perviene la strada forestale ‘Reganèl’. Avanti ancora con una leggera salita sino ad un bivio dove diritti si sale verso la Val Reganèl, mentre questo percorso compie una curva a sx  e scende  verso Nord, sino alle case di Svaizera. (ore 1:00 da Ponte Regana - m.1010 circa)
Il sentiero 338-SAT , per stradina, attraversato il paesino, scende con pendenza più accentuata lasciando a dx l’acquedotto comunale di Caoria ed i tralicci di telecomunicazioni, poi per largo sentiero sino a m. 850 circa presso la piana del ponte Belfe. Ore 0:40 da Svaizera.




NB: i toponimi Campo Regana, Campo Pront, Campo Bus ecc. ecc. sono stati coniati durante la grande guerra ed indicavano il luogo degli attendamenti e baraccamenti militari delle truppe, generalmente posti in zone defilate sia dalla vista, sia dal tiro delle artiglierie nemiche. Erano luoghi dove i miliari si riprendevano e riorganizzavano tra una azione militare e l'altra.


    
    SALITA AL M.CAURIOL (MT.2494) DALLA VAL SADOLE
        SENT.320
    
    L'accesso e' Da Ziano di Fiemme (mt.954), quattro km a valle
    di Predazzo.  La strada taglia a sud dalla piazza dove vi e'
    la Chiesa ed il  Municipio,  attraversa il torrente Avisio e
    subito  dopo  il  ponte,  di  fronte all'Hotel  Pont piega a
    sinistra salendo per strada asfaltata. Ad un bivio si gira a
    destra (segnaletica per val Sadole-Maso Comune)  e la strada
    con pendenza  anche del 20%  sale la  val  Sadole  fino alle
    malghe ed al Rif.M.Cauriol.

Rifugio Baita Monte Cauriol


Malga Sadole (foto anni '70)

La malga ed il Rif.Baita M.Cauriol dalla strada per Passo Sadole (foto anni '70)

    La  salita  al  M.Cauriol dalla Val Sadole  dove  e' sito il
    rif.M.Cauriol  e'  una escursione classica, frequentatissima
    da italiani e stranieri.
    Il M.Cauriol fu teatro di combattimenti  sanguinosissimi che
    costarono perdite umane sia ad Austriaci che ad Italiani.
    
    Vi  sono  due possibilita'  di  salire il M.Cauriol:  per il
    versante   cosiddetto   'italiano'   e   per   il   versante 'austriaco'.
    E'  consigliabile,  data la pendenza del  terreno, la salita
    per  il  versante  austriaco e la  discesa  per  il versante 'italiano'  
Il percorso praticamente gira attorno al M.Cauriol Piccolo.
    Bisogna salire fino al bivio poco sotto  forcella Sadole.
    Si sale  la  destra  della valle per  la  pista  forestale ,
    superando  due capanne che possono offrire riparo in caso di
    pioggia. (baita Sadole e Baito dello Marino) mt.1796.


Il Baito 'de lo Marino'



    La  pista forestale finisce  sul  bel  piano  dove  calano i
    ghiaioni e dove e' sita una delle casere sopra menzionate.
    Si sale  per la  mulattiera  a  destra  e  con  quattro ampi
    tornanti  la  strada  (un  tempo  rotabile)  porta  al bivio
    (segnavia) mt.2050 sito sul Pian del Maseron.
    Si prosegue verso sinistra per strada  militare pianeggiante
    che    aggira la valle passando  sotto il  M.Cauriol Piccolo
    (mt.2396)  fino alla  base  dei  ghiaioni  che  scendono dal
    M.Cauriol  e dal  M.Cardinal.  Essi  formano  come  un circo
    detritico.  Qui'  vi e'  un bivio (segnavia) dove una strada
    militare molto ampia sale verso la forcella tra le due cime.
    Si sale per la mulattiera a destra della  valle: essa compie
    diversi  tornanti  e  sale  alla  selletta   che  divide  il
    M.Cauriol Piccolo dal M.Cauriol (mt. 2400). (Sella Cartieri - Segnavia)


La via 'Austriaca' al m.Cauriol


La 'Sella Cartieri' denominata cosi' per  ricordare l'ufficiale Italiano ed i soldati che conquistarono il M.Cauriol.
   
    Dalla selletta e' possibile salire per roccette e costoni al
    M.Cauriol Piccolo verso ovest.
    Al di la' della selletta un sentiero per ripido prato scende
    al circo detritico sottosttante (Via Italiana).
    Verso sinistra per sentiero segnato e molto evidente si sale
    ripidamente  la  cima   del   M.Cauriol.(mt.2494)  aggirando roccette per sfasciumi.



    Sulla vetta del M.Cauriol vi e' una croce, il libro di vetta
    ed alcune lapidi in memoria dei caduti in guerra.
    La cima era fortificata ed era tenuta dagli austriaci. Vi e'
    ancora,  ma in parte franata,  la galleria con  finestre che
    guardavano a sud ove erano poste mitragliatrici.
    Sotto alla cima,  verso sud, c'erano le trincee ora in parte
    crollate,   tenute  dagli  austriaci:   fronteggiavano   gli
    alpini che dovevano  salire il rapidissimo costone  sotto il tiro nemico.
    Il panorama dalla vetta e'  stupendo e paragonabile a quello
    che si gode dalla cima d'Asta,  possente ,  si vede a sud
    oltre la val Cia.  A sud est la forcella Magna ed il passo 5
    Croci.  Ad  est  la  catena  dei  Lagorai  prosegue  con  il
    M.Cardinal, cima di Coltorondo, Cima di Cece, ecc.
    
    La via di discesa alternativa e' la via italiana.
    Bisogna scendere nuovamente alla selletta e poi  calare giu'
    per il sentiero ripidissimo (ma sempre molto largo)  che con
    innumerevoli  tornanti  stretti  porta  nel  circo detritico
    sottostante, verso sud.
    Da qui' il sentiero costeggia il M.Cauriol piccolo tagliando
    i ripidi prati in leggera discesa verso ovest fino  al passo
    Sadole.  Dal passo si ritorna a nord giu'  per la val Sadole
    fino al rif.M.Cauriol.
    
    
    Il giro completo richiede circa 4.30-5 ore dal rifugio M.Cauriol.
    Dislivello mt.900 in salita ed altrettanti in discesa.
    Acqua: Baita Sadole sul rivo Sadole a mt. 1796.


NB: per conoscere le vicessitudini subite durante la prima guerra mondiale da parte di militari e civili italiani, consiglio la lettura del libro -Monte Cauriol 1916 - di Aldo Zorzi - 1996  acquistabile presso il rif. Monte Cauriol o presso il museo della grande guerra di Caoria.

    
    Forcella di Coldose' per sentiero 339-bis da Refavaie



Da Malga Fossernica gli sviluppi dei sentieri 339 e 339Bis


Il Lago delle Trote salendo il M.Cadinòn

Verso Cima Paradisi e Malga Fossernica da forc. Coldosè

Da Refavaie (alberghetto)  si imbocca la pista forestale che sale
verso la localita'  Capriolo e cento metri dopo  aver superato il
ponte sul  rio di Coldose'  si imbocca in  direzione opposta alla
strada e sulla sinistra  (segni)  la mulattiera che sale lastricata a tornanti.
Si  abbandona la  mulattiera  in  corrispondenza  di un capitello
laddove,  nei pressi di alcune case,  essa incontra nuovamente la
pista che avevamo abbandonato.
Si prosegue a sinistra per la pista forestale, superando un ponte
sul rivo di  Coldose'  fino ad un bivio:  a destra una passerella
porta  ai  masi  di Fossernica,  a sinistra la strada  porta alla
malga Laghetti, noi proseguiamo diritti, a nord.
Dopo circa venti minuti da questo bivio, se ne incontra un'altro,
si segue la pista a sinistra,  pervenendo in 150  mt. ad un punto
in  cui (attenzione,  non c'e'  segnaletica)  la  pista compie un
tornante  (sbarra di ferro  aperta)  a sinistra, mentre una pista
secondaria  NON segnata sulla carta  Tabacco  al  25.000  (Val di
Fiemme-Lagorai-Latemar) prosegue diritta per il percorso nr.335.
Nei  pressi  di  questo  bivio  vi  e'  anche  una  casera  della forestale.
Entrambi  i percorsi  339  e  339bis  seguono la  pista forestale
compiendo il tornante sinistrorso. Dal bivio vi e' una bellissima
vista del M.Cauriol, finora sempre rimasto coperto alla vista dal fitto bosco.
Girato il  tornante  la  pista prosegue  verso nord,  (mentre una
diramazione secondaria segue la direzione  sud-ovest in direzione M.Cauriol).
Si supoera a q.1525,  in curva,  un  ponte in  legno sul  rivo di
Coldose',  si puo'  notare venti metri prima di esso, a destra su
di un masso, l'indicazione del bivio per sent. nr. 339, descritto in altra relazione.
La pista prosegue in salita effettuando 4  tornanti, poi, proprio
quando la pista diviene piana ed alla vista ci  appare nuovamente
il  M.Cardinal,  (a destra  fosso  con  acqua)  a  q.  1650 segni
bianco-rossi  a destra  ci  invitano  ad abbandonare  la pista ed
entrare nel bosco per piu' tracce non proprio evidenti.
(fino al bivio ore 1.40 circa)
Appena dentro nel bosco la traccia si fa piu' marcata e subito si
tralascia  una diramazione  del  sentiero  che  punta  in leggera
discesa a dx ,  mentre si prende il ramo di sinistra in salita su
mulattiera ben larga.
Si sale a stretti tornanti fino a sbucare a q. 1680 su un pascolo
con casera diroccata (Ex malga di Coldose' di sopra).
Qui'  il sentiero costeggia a destra il bosco, ma senza entrarvi,
(segnalazione assente)  cosicche',  salendo su dritti sul margine
destro della radura, quando essa finisce, ci si infila nel bosco,
ritrovando  subito  il  sentiero  che la  sovrasta  e  salendo in
diagonale da sin. verso destra.
Girata la costa il sentiero diviene orrizzontale e si perviene al
bivio per la  Busa  Alta  (mt.1720)  dove la  traccia che  sale a
sinistra (segni su alberi)  porta alla cima Busa  Alta dove altro
sentiero segnato cala giu' al Rif. M.Cauriol


Dalla Malga di Coltorondo verso la Busa Alta

Il percorso  339bis  prosegue  in  quota  (visibile perfettamente
sotto di noi il bel pascolo    dove sale il percorso 339 prima di
infilarsi nel bosco) e con un percorso diagonale, superando anche
un tratto con molta acqua e  fogliame a latifoglie ed  ortiche si
arriva a superare un canalino  roccioso ove e'  segnato in giallo
un  bivio.(  q.1915.)  Effettivamente  qui'  sale  a  tornanti un
sentiero la cui posizione sembra risalire il m.Canzenagol.
Superato  questo  bivio,   si  supera  un  canalino  roccioso con
qualche tornante  stretto e ci  si immette  nella grande pietraia
morenica che a guisa di vallone poco  inclinato ci  porta ad  una
forcellina visibile in fondo,  a nord,  dietro alla quale vi sono
dei grandi massi e vi e'  il ricovero di  pastori (gia' descritto
anche nel precedente itinerario n.339).
Questa   localita'   e'   anche   il   punto   di  congiungimento
dell'itinerario  339  con  il  339bis,  offre  riparo  per  circa
tre-quattro persone sotto alla tettoia della caseretta, mentre vi
e'  la possibilita'  di ripararsi anche sotto ad  un grande masso
(il piu'  vicino alla casera)  che offre riparo sia verso est che
verso ovest per circa 4-6 persone.


Dai pressi di Forc.Coldosè: Il punto di incontro dei due itinerari
Da questa caseretta, verso nord e' raggiungibile dapprima il Bivacco ANA e quindi
la forc. di Coldose' in circa 20 min.ed il sentiero vi perviene dopo aver
oltrepassato verso est il fondovalle ed aver tagliato verso nord
il bellissimo pascolo . Anche la forcella ad ovest del M.Cadinon
e' raggiungibile in un tempo leggermente superiore.
tempo: ore 2.45  
acqua: abbondante fino a giugno-luglio
dislivello mt.1060.


Bivacco di Coldosè: fontanello trenta metri a sud. A dx il logo Alpino.


La Forcella Coldosè vista da Nord tra il lago delle Trote ed il Lago di Moregna



ALTERNATIVA (sent.339) PER FORCELLA DI COL DOSE' DA REFAVAIE

Sentiero segnavia nr.339.
Dislivello mt.1100 circa.
acqua: abbondante lungo tutto il percorso
tempo: ore 3-4


Laghetti delle Trote oltre Forcella Coldosè

Da  Refavaie  (alberghetto)  mt.1116  si segue la pista forestale
(con divieto di transito) che sale con un tornante all'abitato di
Capriolo,  superando di un centinaio di metri il ponte sul Rio di Coldose'.
(sulla  parete  in  muratura  di  una casa  di Capriolo vi  e' un
affresco in nicchia che risale al'700)

NB: E'  possibile raggiungere il ponte suddetto per mulattiera che
funge  da  scorciatoia che si  diparte  tra  il Rif. Refavaie  ed il
laghetto  delle  trote  e  subito  si  inerpica  in  direzione di Capriolo.

Oltre al ponte sul torrente,  dopo 100  mt. di pista forestale, a
sinistra (segnato),  sale  per un  intaglio  piuttosto stretto la
mulattiera  che   e'   comune   per   i   tragitti  dei  sentieri
(335-339-339bis).  Essa  e'  ampia e  lastricata,  sale piuttosto
ripidamente  fino  a ricongiungersi  con  la  pista  forestale in
corrispondenza  di  un  capitello  e  di  alcune   casere  appena
ristrutturate.  Dall'altra parte della strada  la mulattiera sale
verso  le  malghe  di  Fossernica,  mentre noi seguiamo  la pista
forestale verso sinistra (nord).
La  pista  sale  fiancheggiando  il  torrente   (molte  opere  di
contenimento  in  cemento-cascate)  dapprima  sulla  destra,  poi
attraverso un  ponte in  legno  sulla  sinistra  della  valle (dx
orografica)  fino  ad un bivio (mt.1319)  dove la  diramazione di
sinistra porta a malga Laghetti.
Si prosegue in mezzo al bosco sulla sx  del rio di  Coldose' fino
ad un bivio. (mt.1450 circa)
Proseguendo dritti a sx in leggera salita si cammina in direzione
del sentiero 335-339-339bis.

NB:Prendendo a destra si incontra un ulteriore bivio che  porta a
sx verso la malga di Coltorondo (mt.1685),  diritti si oltrepassa
il  Rivo  di  Coltorondo  dirigendosi con ampio  giro  verso   le malghe di Fossernica.


Verso la Busa Alta

Dopo circa cinque minuti dal bivio sopramenzionato di  q.1450, la
pista  effettua  un  tornante  verso sinistra,  e  qui'  vi e' un
ulteriore bivio: diritti (segnavia su pino) si prosegue per pista
forestale  (cento  mt.avanti,  a  sx  casera  forestale)  per  il
sentiero 335 verso malga di Coltorondo di sotto a mt.1685.
Noi  invece  seguiamo    il  tornante,    seguendo   il  percorso
339-339bis  che inizialmente  e'  comune alla  pista. (attenzione
perche' questo bivio all'anno 1992 non e' indicato da segnaletica)
Si  supera  subito  una sbarra  normalmente aperta,  si  lascia a
sinistra  una  pista  che  porta  a  malga   Coldose'  di  sotto,
proseguendo in direzione nord fino ad un ponticello  in legno sul rivo di Coldose'.
Prima del ponticello,  (20  mt)  a destra su di un sasso vi e' la
segnaletica del bivio, ma e' poco visibile. Qui' girando a destra
in salita  su  per il  bosco si  segue il  percorso  339  che sto descrivendo. (bivio a mt.1525)
(proseguendo  per  la  pista  oltre  il  ponticello  si  segue il
percorso 339bis che porta anch'esso alla forcella di Coldose')


Salendo alla focella verso Cima Paradisi

Ora si prosegue  per bella mulattiera  nel fitto bosco  che entra
nella valle di Coldose' sempre in direzione nord; si sale facendo
attenzione a non smarrire  il  sentiero,  visto che  in estate la
vegetazione e'  piuttosto abbondante ed i segni bianco-rossi sono scarsi.
A  quota 1640  mt.  la traccia (ormai  sara'  sempre una traccia)
oltrepassa il torrente da  dx girando decisamente  a sinistra per
una cinquantina di metri entrando in un bel pascolo con radi pini ed abeti.
Questa bellissima  radura  con grandi  massi posti  qua  e  la va
risalita tenendo presente  che il  sentiero  sale  a destra della
radura sempre  rasente al  margine del bosco,  fino  ad infilarsi
dentro (sempre sul margine  destro  della  radura),  a  circa una
cinquantina di metri dal torrente.
Nel bosco il  sentiero  diviene visibile  chiaramente  ed  e' ben
segnato.  Si prosegue fino  ad una  atra radura a quota  1750 mt.
dove bisogna stare attenti alla traccia (si nota che  un tempo la
mulattiera  era molto grande  ed  incassata  nel  terreno,  ma la
traccia attuale ha  abbandonato il vecchio  percorso infestato da
mughe ed alberi.)  Il sentiero ora deve rimontare il fronte della
valle che e' chiusa da una fascia di roccette e si presenta molto ripido.

Ora si  sale  dapprima  per il  bosco molto ripidamente,  poi per
roccette e sfasciumi (segnaletica  a volte  rosso-gialla)  fino a
rimontare questo sbarramento naturale.
A quota 1970 mt. il sentiero oltrepassa il fondovalle da sx verso
dx  (acqua)  giungendo in un  bellissimo circo  erboso con grandi
massi posti qua e la. (mt.2000 circa)


Dalle Creste del Cotorondo verso Cadinon C=forc.Canzenagol  F=forc.Cadinon
R=per refavaie  CD= per bivacco e forc.Coldosè

NB: Ora  e'   visibile  la  forcella  fortificata  tra  Cadinon  e
Canzenagol a mt.2250,  e si puo' notare, a sinistra del prato, in
diagonale, una traccia di mulattiera militare.

Il sentiero  sale  per la  valletta  morenica  tenendosi alla sua
sinistra e rimonta poi a  sinistra  in  direzione  del Canzenagol
fino ad una forcelletta ove vi e' il bivio tra sentiero nr. 339 e
339bis. (mt.2072) Qui' vi sono i ruderi di una capanna di pastori
che comunque in caso di temporale  puo'  dare riparo, vi e' anche
un grande masso inclinato che puo' offrire riparo.
Il  sentiero  339bis  prosegue  in direzione sud  dapprima per il
pascolo tra i grandi massi e poi giu' per una valletta.

NB:  Le creste sulla  forcella tra Busa Alta e Canzenagol a quota
2400 mt.  circa sono raggiungibili da qui ed agibili. Sulle creste
suddette scorre  il  sentiero  militare 349  segnato che porta al
rif.M.Cauriol.
La forcella ad ovest del M.Cadinon (mt.2250)  e' raggiungibile da
qui'  per traccia che risale  il  vallone.  Suddetta  forcella e'
anch'essa attraversata dal sent.349. Giu' per il versante opposto
un sentiero segnato porta a malga Canzenagol (mt.1733)


La Guglia a sud-est della forcella Coldosè con grotta dalla qualle si diparte il trincerone

Il  sentiero  339  che  stiamo  percorrendo,  invece,  taglia  un
ghiaione in direzione della ampia forcella di Coldose'  che ormai
e'  in vista, (direzione nord-est) e seguendo piu' gli ometti che
i segni,  dopo aver oltrepassato il fondovalle (acqua) punta alla
forcella pervenendovi tagliando  il costone di destra  che scende
dal m.Coltorondo.  Si puo' notare in alto il grande trinceramento
che parte dal limite est della forcella  e taglia  il M.Coltorodo
ad una quota di 2200mt. circa.


Panorama Verso Val Travignolo dalla Forcella Coldosè tra Boccioni a sx ed a dx Corona dellePozze

La forcella di  Coldose'  (mt.2182) era interamente fortificata e
trincerata.  Dietro  ad essa,  a nord,  il laghetto delle trote a mt.2103.
Dalla  forcella,  verso  nord-est,  il sentiero  339  prosegue per le
malghe di Moregna oppure (bivio segnato)  per forc. Moregna (lago Brutto).
Verso ovest il sentiero 349  rimonta il Cadinon e prosegue per il rif. M.Cauriol.


DAL RIF.M.CAURIOL AL BIV.PAOLO E NICOLA
Sent.349

Percorso Rif. M.Cauriol - Biv.Coldosè


Anni '80 Rifugio M.Cauriol



Il Museo della guerra del Rifugio Cauriol negli anni '80

E'  un  percorso in ambiente  alpino granitico  dei Lagorai, esso
segue in parte  vecchie mulattiere militari della  grante guerra,
costruite dagli austriaci,  numerosissime opere di fortificazione
militare  lasciano capire quanti  soldati ci  dovessero essere su
queste montagne e in quali condizioni essi dovessero sopravvivere
piu' contro le intemperie che contro l'avversario. Sent. nr. 349.

La  partenza  e'  dal rif.  M.Cauriol (mt.1600,  piccolo museo di
guerra, nr. 8 posti  letto, ristorante).
Vicino al  rifugio una vecchia  malga  adibita  a  ristoro  per i
convegni degli Alpini, e la  malga Sadole attiva al 1991.
Vi si arriva dalla val di Fiemme,  piu'  precisamente da Ziano di
Fiemme,  dalla  Chiesa,  seguendo  le  indicazioni  per  Bosin  e rif.M.Cauriol.
La strada che sale e'  sterrata ed ha una pendenza in certi punti
del 20 percento, tuttavia e' tenuta sempre in ottime condizioni.
Dal rifugio,  sulla parete a nord vi e' l'indicazione per il biv.
Paolo e Nicola (4.30 ore) e per la Busa Alta (ore 2.45).
SI scende dietro al rifugio e  si supera il  torrentello sopra ad
un asse, poi si sale il prato di erba puntando verso sud-est dove
in alto,  in corrispondenza del torrentello  che scende dalla valletta
della busa alta inizia la segnaletica (cartello su  albero, segni su massi ecc.).
Si  sale per  boscaglia a tornanti  il vallone che  scende tra la
cima Busa Alta  a dx  ed il M.Canzenagol a sx (Kaiserspitze).
A quota 1870  mt.  si incontra un bivio (segnaletica su palo e su
parete  di  roccia)  che presenta due possibilita':  salendo su a
destra si risale la Cima   Busa Alta (mt.2513) in circa due   ore
mentre proseguendo diritti verso est si continua  il sentiero nr.349.

NB--- Bisogna dire che questo bivio sulla carta Tabacco al 25.000
e'   indicato alla  quota 2060   mt.,  puo'  pero' esistere altra
mulattiera parallela ad una   quota superiore come indicato dalla carta.

Si prosegue diritti traversando il costone erboso verso est e con
qualche tornante  si  sfiora  sulla destra  un  profondo e ripido
vallone che si riguadagna piu'  in alto ove diviene piu' dolce, e
lo si traversa (acqua sul torrentello) a mt.1945.
Si risale questo vallone  che cala dal  M.Canzenagol in direzione
sud,  a tornanti  talvolta  stretti,  mantenendosi dapprima sulla
sinistra,  poi zigzagando al  centro per vallette e  colletti, in
ambiente sempre piu'  brullo fino a quota 2110 mt. dove vi e' una
tabella segnaletica che invita a procedere a  destra. (infatti da
una forcellina,  a  sinistra,  proviene un  sentierino per prato,
probabilmente da malga Canzenagol.)

Salendo ancora e  stando molto attenti  alla segnaletica, poiche'
l'ambiente pietroso si addice a perdere facilmente la traccia, si
oltrepassano  due   piccolissimi    laghetti,   sopra  ai  quali,
(mt.2205)  si  sbocca  in una mulattiera lastricata  militare che
taglia il  vallone con moderata  pendenza  e che  seguiremo verso sinistra (est).
La mulattiera con un tornante supera una spalla e si infila in un
vallone pietroso (nevaio)  che oltrepassa a sinistra.  Sulla sin.
del  vallone  vi   e'   un  sentiero  che  ,in  corrispondenza di
costruzione militare, sale verso  la forc. centrale dello stesso,
tenendosi   sottocroda.   E'   da evitare, perche' il sentiero da
seguire,  segnato,  effettua un brusco tornante verso sinistra,(a
mt.2240) obliquando sottocresta verso il M.Cadinon.

Salendo da Nord-ovest : Il traverso verso le creste poco prima di forc. Canzenagol

Si taglia  la costa  in salita e si  sfiora una  forcellina a mt.
2270 ,agibile in entrambi i lati, che offre un bel panorama sulla valle di Coldose'.
In discesa tagliando il  ghiaione   e  con  qualche  tornante  si
aggira la  quota 2310  mt  e si  cala sulla  forcellina (2220 mt)
senza nome tra il Cadinon e la quota 2310.




La sella poco sotto al Cadinon versante nord-ovest: sx per Malga Cauriol, a tornanti su per il M.Cadinon
ed a dx per Coldosè


NB---La forcellina  (mt.2220)  e'  agibile sia giu'  a sud per il
versante della valle di Coldose' fino a malga Coldose' a 1495 mt)
sia giu' a nord verso la malga Canzenagol (mt.1733).
Essa  e'  molto fortificata con un trinceramento  anche in grotta
che la taglia completamente. (Le numerose grotte militari possono offrire riparo.)



Si sale verso nordest tagliando la costa del M.Cadinon a tornanti
fino a pervenire ad una forcella molto aperta senza nome (q.2280)
dalla quale si puo'  godere il bel panorama sui laghi delle Trote
e  Brutto,   su  forc.    di  Coldose',   sulla  cima  Moregna  e M.Coltorondo.


Dal Cadinon verso il Lago delle Trote e le crode di Cima Moregna



Dalla  forcella  verso ovest cala  giu'   il  sentiero  che porta
alla   malga   Canzenagol   (1733  mt)  mentre verso  est cala in
diagonale la   mulattiera   verso forc.  di  Coldose'   (mt.2182)
che pero' non tocca, rimanendo trenta metri al di sotto.

NB---La   forc.    di   Coldose'   e'  molto  ampia,  grandemente
fortificata  con un  trinceramento che la   taglia   tutta  e poi
prosegue   tagliando in  obliquo a  sud  il  M.Coltorondo (questo
trinceramento   corrisponde   con   il   sentiero    che   aggira
completamente  il  Coltorondo  a  Sud).    Al   di   sotto  della
forcella,   versante   Nord,   vi erano perlomeno  una dozzina di
costruzioni  militari,   piu'   sotto,    il  lago  delle   Trote
(mt.2103),     un   ottimo   bacino  d'acqua in  mezzo ai pascoli verdi.
Dalla Forcella di Coldose' verso sud cala il sentiero nr. 339 che
oltrepassando un  laghetto  a mt.  2080  ,  porta a mt. 1495 alla
malga di Coldose' e da qui' per rotabile a Refavaie (Albergo).
Verso  Nord,  il sentiero  439  e'  comune al 339, 349b, e 334 ed
aggira il lago sulla destra.
Sul versante Sud della Forcella è sito, una quarantina di metri
sotto la forcella, il Bivacco di Coldosè (ANA - Caoria)





Percorso da Biv. Coldosè al Doss Caligher m.2190

Si scende ad est aggirando il  lago sulla  destra,  ed a quota 2125 mt.
prima di salire una  spalla,  vi e'  il bivio con il sentiero 334
che  scende  a sinistra  verso il lago delle trote e  poi  cala a
valle seguendo il rio delle Pozze fino a raccordarsi a q.1495 con
una pista forestale che porta al rif. Miola a 1120 mt.

Si rimonta la spalla erbosa  e la mulattiera taglia  in diagonale
il pendio verso nord-est in  direzione della spalla  erbosa di q.
2172  mt,  ma poco prima vi e'  un bivio : proseguendo diritti si
segue il sent.  349b che aggira la Cima Moregna in  senso orario
passando sopra alla  Malga ed il lago di  Moregna.
Al bivio si inverte la marcia con un
tornante a destra  si  segue  il  sent.  349  che  ci  portera' a
superare  la spalla erbosa ed a  raggiungere il
lago Brutto a 2207 mt. con un piccolo passo in discesa.

NB:---  bisogna subito dire che il percorso 349b fa evitare i 300
mt. di dislivello della forcella Moregna (mt.2397).


Il lago Brutto ed in fondo a sx la forcella Moregna



Il lago Brutto a mt.  2207  e' di un colore plumbeo a causa delle
rocce che lo  attorniano,  esso ha  dimensioni  maggiori del lago
delle Trote ed a sud-est   di esso calano nevai presenti anche ad
agosto inoltrato.
Il sentiero supera il  lago sulla sinistra,  salendo in diagonale
per il      pendio pratoso che cala da nord dalla Cima Moregna  e
guadagnando  quota in  modo  graduale,  cosicche'  si raggiunge il
ghiaione che scende  dalla forc.  Moregna  gia'  a quota mt.2235.
Alla  nostra  destra salendo,  vi sono le rocce  del M.Coltorondo (mt.2530)
dove le creste sono fortemente trincerate e collegate con lastricato.
Si risalgono  i  centocinquanta  metri  di  vallone  ghiaioso per
tracce ben battute zigzagando per i massi su  terreno ben segnato
fino ad arrivare in forcella. (mt. 2397).


        NB: Dalla forcella una ardita ed aerea scalinata porta a tornanti in cima
al Coltorondo.
NB: dalla forcella Moregna si gode  ad est di un  bel panorama
sulla  forc.(mt.2290)   e  Cima  di  Valbona(mt.2413)  con grandi
trinceramenti  ed  opere  di  fortificazione.  Molto  legname  di
vecchie baracche e' presente a nord della Cima di Valbona.
Proprio alla  forcella  di Moregna,  proveniente dal Coltorondo a
Sud, cala un sentiero militare con fondo erboso. Esso permette di
aggirare  a sud completamente il  M.Coltorondo,  ed arriva ad est
della  forc.      di  Coldose',  calando  per  trinceramenti gia' accennati.

Si  scende  dalla  forcella  Moregna  tenendosi  a  sinistra  per
sentiero  con molti piccoli tornanti  e piuttosto ripido  fino al
grande ripiano della forcella nord del M.Valbona, agibile verso i
pascoli delle  malghe  di  Coltorondo  a  sud.  (grandi  opere di
trinceramento e fortificazione) mt. 2290.







Qui  la  mulattiera  gira  a sinistra  calando con un  tornante e
tagliando  la  costa erbosa  fino  ad incontrare il  bivio (circa
duecento metri a nord della forcella) di q.2260 mt.
Qui  si  fa un tornante  verso destra   (abbandonando il sentiero
349b che aggira  in  senso  antiorario  il  M.Moregna  e  porta a
forc.di Coldose'),  puntando giu' verso la sottostante mulattiera
(mt.2230)  ove vi  e'  un  altro bivio ben  segnalato  su terreno
pratoso.  Si prosegue  a destra  verso  est,  tagliando  tutto il
vallone della alta Valbona ove la frana ha distrutto in  parte la
mulattiera. Sulla dx del sentiero si lascia un sassone scavato con finestra
(probabilmente un posto di guardia) che può offrire riparo.
Si tagliano anche i ghiaioni  che calano  a nord
dalla Cima di Valmaggiore (mt.2479) giungendo alla ampia forcella
di quota 2180 mt. (Doss Caligher) che separa la Valbona dalla alta Valmaggiore.


Sopra e sotto la forcella di quota 2190 Doss Caligher, il nostro percorso la raggiunge in quota


Il gruppo di Cima Cece fotografato dal Doss Caligher.
Per un effetto di vicinanza la zona del Dente di Cece appare più alta.


Percorso dal Doss Caligher alla forc. Valmaggiore

NB---  Alla forcella  Doss Caligher di q.  2190 giunge dal fondovalle
della Valbona (Malga  Valmaggiore e rio di  Valbona)  un sentiero
che sale a tornanti non come indicato nelle carte del  Tabacco al
25000,  ma sulla dx orografica del vallone da q. 1998 mt verso la
quota 2190 mt.

NB---La forcella che separa il  M.Valbona e M.Valmaggiore  che e'
lo sbocco naturale della Valbona,  e' fortificata
e da essa si diparte un  sentiero militare che aggira  per creste
il M.Valmaggiore con sbocco sui ghiaioni ad est  del monte stesso
e con una variante  che scende  dalla  cima  per  cresta sud.


Si scende  il ghiaione est del M.Valmaggiore  con  molti tornanti
(notare in basso il sentiero nr.  335 che da malga di Valmaggiore
per il  fondovalle   sale al  Biv.Paolo e  N.)  ed  alfine  ci si
raccorda  con  il  sentiero  nr.  335  che  sale  dalla  Malga di
Valmaggiore  (mt.1620)  alla  quota  2155  mt.  presso  un rudere
militare,  e quindi si superano i trenta metri  di dislivello che
ci portano fino in forcella dove e' sito il biv. Paolo e Nicola a
mt. 2180 presso la Forc. di Valmaggiore.

NB---Subito dopo il bivio con sent.  335  sulla sinistra sale il
sent. 349 che prosegue per biv. Aldo Moro e per M.Cece.

NB---Dalla forc. di Valmaggiore il sent. nr. 335 cala a sud e poi
ad ovest verso malga    Coltorondo di Sopra (mt.1859)  e di sotto
(mt.1682)  per poi raccordarsi con la pista forestale  (mt. 1600)
che porta al'  Alberghetto di Refavaie.(mt. 1116)
Oltre la forcella il grande costone dell'alpe di Fossernica (2115
mt)  a  sud-est con i laghetti  di q.  2050.  A q. 1860, oltre il
versante dei laghi, giunge da Refavaie una pista forestale.

ore 5-6 dal rif.M.Cauriol
dislivello circa 1000  mt. in salita e 400 in discesa, riducibili
a 800 in salita e 200 in discesa prendendo il 349b.

Acqua presente a q. 1945  q.2110 (l.d.Trote)  q.2207 (l.Brutto)
Biv.P.e N. giù per sentiero a sud.


IL BIVACCO PAOLO E NICOLA (prima e dopo la ristrutturazione)


E'  una costruzione in legno  con tetto in  lamiera verniciati in
marrone scuro, una porta doppia e due finestre.
Il bivacco e'  dedicato  agli  alpinisti  Paolo  e  Nicola caduti
giovanissimi sulle torri del Sella.  Vi e' anche una dedica a Don
Battistini, frequentatore della zona ed alpinista.
E'  stato costruito da gruppo C.T.G. (Centro Turistico Giovanile)
Cattolico ed e' aperto tutto l'anno.
Esso e'  dotato  di sei posti  letto (12-14  in caso di emergenza
considerando di  dormire sulla  tavola,  sulla  panca,  per terra
ecc.),  coperte,  di cucina  economica  funzionante egregiamente,
tavolo con posti a sedere per  una decina di persone,  vivande di
emergenza, pentolame e posate, si puo' dire tutto quello che puo'
servire per passare in modo confortevole una giornata.
La legna e'  presente  sulla legnaia  davanti  al  bivacco  e gli
attrezzi sono presenti nel Bivacco (sega e mannaia)
A circa due-trecento metri a sud,  sul sentiero nr. 335 che porta
a Refavaie vi sono due fontanelli di acqua (cinque minuti).
IL bivacco e'  dotato  di  regolamento per cui chi  ha pernottato
gia'  una  notte  deve  lasciare  il  posto-branda  ad  altri, va
lasciato un obolo per la presenza nel piccolo  salvadanaio a muro
ed invita a lasciare in ottime condizioni il manufatto.
Esso  e'  molto  frequentato  ed  all'agosto  1991  e'  in ottime condizioni.


Al Bivacco Paolo e Nicola a mt. 2180 si può anche arrivare in aereo.....


Ad una cinquantina di metri a Nest del Bivacco, versante Valmaggiore

                                     Da notare quanto è vicino il Bivacco Paolo e Nicola (a sx) dal luogo di impatto
   
Il 30 dicembre 2022 alle ore 16 circa un aereo da turismo (vedi foto) proveniente da Trento ha dovuto effettuare un atterraggio di fortuna causa una avaria al motore: la incredibile lucidità, conoscenza della meteorologla in quota ed abilità di volo in condizioni di massimo stress hanno permesso alla pilota di porsi controvento in una stretta forcella e di effettuare non un atterraggio clessico con strisciata sul campo, bensì uno stallo a qualche metro dal terreno. Quattro persone salve ed aereo con danni limitati ! Non parliamo di miracoli come certa stampa scrive, questa è una manovra da manuale! Complimenti Silvia!


PS: Nota storica: nel 1916 la forcella di Valmaggiore divenne teatro di sanguinosi combattimenti.
Il comando Italiano organizzò due offensive locali il cui obbiettivo era la conquista di Cima Cece che era strategicamente l'elevazione che controllava  sia il bacino del Vanoi che quello di Travignolo-Ceremana.
Tutto ciò collegato con le azioni del Colbricon-Busa Ferrari  da sud-est.
Questa era l'offensiva principale mentre quella diversiva fu  comandata al Cap. Nasci del Battaglione Feltre per la conquista del M.Cauriol . I soldati partirono da  Caoria per Cima Paradisi e da Forcella Magna, per Socede, 5 Croci, Col del Latte .
Ma le cose non andarono come i generali pensavano.
Venne preso il M.Cauriol, Busa Alta e parte del M.Cardinàl ma da Valmaggiore gli italiani vennero ributtati indietro.
Poco sotto il fontanello di Valmaggiore vi sono delle lapidi che ricordano il sacrificio di soldati del battaglione Calabria e di soldati russi mandati cinicamente in più riprese al massacro.  Basta girare un poco per le vicinanze della forcella per capire il formidabile sistema difensivo che proteggeva il valico. Giungere nei pressi dei bunker di Valmaggiore (a sud-est del Bivacco) significava mettersi in un irrecuperabile 'cul de sac' poichè sia da est che da ovest gli attaccanti venivano presi a mitragliate dai fianchi ove si possono ancora vedere le trincee e le casematte e di questo i Generali italiani  venivano informati dagli osservatori di M.Tabio, Cima d'Asta e Col del Vento.
Inoltre è storicamente provato  che gli austriaci si aspettassero l'attacco.



TRAVERSATA DAL BIV.PAOLO E NICOLA AL BIV A.MORO
e Passo ROLLE (SAT-349)

PS: Il percorso è stato segnato ed attrezzato una trentina di anni dopo i miei appunti, il lavoro è stato dedicato ad Attilio Gadler, alpinista e scrittore di montagna trentino scomparso nel 2008.



Percorso da Biv. Paolo e Nicola alla forc. di Cece

SENT.349- I tempi sono quelli per una camminata lenta ma lunga.
Il percorso è stato recentemente risegnato su terreno, attrezzato nei punti difficili e dedicato
al grande scrittore di montagna ACHILLE GADLER

Si  tratta di una lunga traversata  su  ambiente alpino granitico
che non si abbassa mai al di sotto dei 2000 metri di quota.
La presenza delle fortificazioni militari della grande  guerra e'
costante, essendo il percorso tutto su mulattiere di rifornimento
alle  prime linee austriache  dei Lagorai.  Questo puo' essere un
vantaggio in caso di maltempo, poiche' ad ogni forcellina vi sono
grotte artificiali talvolta con legni che possono ancora ardere.
Nota  costante  del  percorso  e'   l'attraversamento  di  grandi
ghiaioni granitici,  e l'assenza pressoche' totale di acqua se si
escludono nevai perenni o piccolissimi laghetti l'acqua dei quali
andrebbe bollita o sterilizzata con pastigliette di cloro.

Dal biv.Paolo e Nicola si percorre  per un centinaio  di metri il
sentiero  che porta alla  malga  di  Valmaggiore  e  giunti sulla
forcellina,  a  ridosso delle  roccette  del  M.Cece  si  trova a
sinistra ed in salita,  il bivio che separa il sent. 335 dal sent 349.

NB---Al sett.1991  vi e'  una scritta su sasso che avverte che la
nuova segnaletica per il biv.A.Moro non e'  ultimata (ed e' vero,
nonostante vi  siano i vecchi  segni  che  permettono  di seguire
decentemente il percorso con le eccezioni che descrivero'.)

Si sale  a tornanti  la  spalla  rocciosa  a nord  del bivacco ed
aggiratala, si incontrano a q.2255 numerose costruzioni diroccate
ed opere in grotta,  in corrispondenza del bivio con  il sentiero
nr.336b  dedicato  a Don Battistin.  (lapide metallica  su  di un sasso sul luogo)



NB---  Il  sentiero  336b  dedicato  a Don  Battistin,  scende il
vallone  a nord e  lo risale,  poi ,  passando sotto alla Cima di
Sella (mt.2492)  e scavalcando la costa  Valmaggiore (mt.2265) si
congiunge  con  il  sent.nr.336  a  nord  del  laghetto  Caserina (mt.2087).

Il sentiero 349  prosegue in salita lasciando a sinistra in basso
la lapide dedicata a Don Battistin,  e punta verso una forcellina
a q.2335  a sud-ovest del Dente di Cece, (una sporgenza granitica
di circa centocinquanta metri che precipita a  picco sui ghiaioni
del vallone ovest della Cima di Cece.)


Il Palòn con il Dente di Cece da nord
Campanile di Cece con Il Palòn e la Cima di Cece da Ovest

NB---Codesta forcellina e'  agibile anche per il versante  sud ed
e'  totalmente  attraversata  da una trincea,  mentre ripiani con
casermette dirute sorgono attorno, ai lati.

Il Dente di Cece con la forcellina sud-ovest fortificata

La quota 2375  mt.  un appicco roccioso ad ovest della forcellina
che domina il valico e' anch'essa fortificata, sulla sua sommita'
vi  e'  una  opera  in  muratura.  Probabilmente  era  servita da
teleferica, infatti un grosso gancio di ferro su di un terrapieno lo fa pensare.
Dalla forcella,  a sud,  si domina la cresta  dell'alpe Miesnotta
con i laghetti (mt.2050) dell'alpe Fossernica di dentro.
La mulattiera  risale  il vallone che  presenta una conformazione
morenica-glaciale,  mantenendosi  al  di  sotto  delle  rocce del
Dente, dove ogni piccola forcellina era fortificata.
Alla quota 2355 mt. la segnaletica si sdoppia in due percorsi, ma
essi si ricongiungono poco  sopra,  in corrispondenza di numerosi
muretti a secco a ridosso di pietroni che fungevano da abitazione
per i soldati che presidiavano le creste.(  lungo il vallone sono
innumerevoli  queste  rudimentali  costruzioni  che  fanno  molto
pensare sulle condizioni di vita di allora)


Croce di Cima Cece: Roberto riprende la zona

Il crestone che porta alla Cima di Cece


Da Cima Cece verso il Biv. Aldo Moro sfondo Cimon della Pala

Da Cima Cece: panorama verso Valmaggiore e Moregna, nuvole sulla Busa Alta, Cardinal e Cauriol


Gia'  si vede la cima di Cece (2754)  con la croce in cima, ma il
sentiero,   sempre   ben   lastricato,   ora   punta  a  sinistra
(nord-ovest),  dove  rimonta una spalla  e poi  risale  un ripido
canalino che porta ad una  forcellina quotata 2600 mt.
(Dal biv.Paolo e Nicola circa 2 ore.)

NB---Qui'  vi e'  un  bivio:  a destra  (sud-est)  si  diparte la
mulattiera  (e'  sempre  lastricata) che, percorrendo sottocresta
(a sud-ovest) la cresta,  porta in Vetta alla Cima di Cece (2754 mt) in
circa 30 min, superando numerose costruzioni diroccate.
Sulla vetta del monte vi sono perlomeno dieci  costruzioni dirute
con piazzole  probabilmente per pezzi di  artiglieria.  Vi e' una
croce alta circa  2 mt. e libro di vetta in scatola metallica.
IL  panorama  che si  gode  dalla vetta spazia  a sud  dalla cima
d'Asta  (2847mt),  a  sud-ovest la  catena  dei  Lagorai prosegue
lunghissima,  a  nord-ovest  il  Latemar ed a  nord-est Il gruppo
delle Pale di S.Martino.

La discesa fino  alla  quota 2600  si fa per la  stesso percorso in circa 15 min.


PS: Cresta Nord-Est della Cima di Cece - Esisteva un percorso segnato su alcune carte (da non confondere con il confine comunale),
che calava dalla vetta (mt.2754) fino alla forcella  di Cece (mt.2393),  ma esso non  e' ben
individuabile ed  è  sicuramente difficile  (era attrezzato con chiodi , scale e funi
durante il primo conflitto ed era la via più veloce per transitare verso la Forc. di Cece.
Dovrebbe svilupparsi  dai ruderi di vetta proseguendo  verso nord-est
sottocresta (per muretti) per una sessantina di metri . Poi  scenderebbe
con salti  frequenti ma anche con scalini e massicate in pietra  affacciandosi  ai
canalini pietrosi provenienti da sud e sfiorando a nord la guglia chiamata
'Pilastro est di Cece' che si trova sulla dx orografica della omonima forcella.
(fonte :1992 - colloquio a Refavaie con 'Cecco'- cacciatore- di Caoria)

Foto satellitare e traccia GPS del percorso della cresta Nord-Est scaricabile da Wikiloc.com
l'autore della traccia comunica passaggi di II e III grado e si evince un tempo di circa ore 1:20


Traccia GPS del percorso SAT-349 segnato su terreno al 2008
Esiste una abbondante rete di lastricati militari della prima guerra  che possono ingannare l'escursionista.

Dalla spalla di Cece m.2600 verso il 'Castèl', la zona di Caserina e la Val Travignolo - a dx la dorsale nord diel M.Valbona da dove arrivavano i rifornimenti  per le prime linee durante il conflitto mondiale.

Dalla forcella sulla spalla ovest della Cima  di  Cece a mt.(2600)
si  prosegue in leggera discesa verso nord  e poi  si  risale una
forcellina  senza nome  ridiscendendo il  versante  opposto molto
ripido ma con   sentiero terroso che lo scende a zig-zag stretti,
per poi aggirare  la  spalla  nord-ovest veso est e  tagliare con
qualche saliscendi le roccette ed il ghiaione che  scendono dalla
spalla  stessa.  Bisogna stare  attenti a non essere  invitati da
tracce  a  scendere  il  ghiaione  direttamente,  poiche' bisogna
sempre tagliarlo in diagonale puntando verso la forc. di Cece che
non si vede ma e' intuibile dove possa trovarsi.


Sopra: aggirando la Cima di Cece verso la Forc. di Cece (due foto sotto)




Percorso da Forc. Cece al Biv. Aldo Moro

Sul versante opposto,  ad est,  gia' si vede la cima Valbona, con
la forcellina rocciosa che verra' poi percorsa.
Si  scende  seguendo  i segni fino  a  tagliare  completamente il
costone che cala  dalla cima  di  Cece ed arrivando  per sentiero
sotto le crode, alla omonima forcella (mt.2393).


NB: La forc.  Di Cece  era fortificata con opere anche in grotta.
Essa e' agibile in entrambi i versanti nonostante il versante sud
sia molto ripido.  Essi sono percorsi dal sent. nr. 336. A sud il
sentiero cala fino a malga Miesnotta di Sopra mt.  1879 e da qui'
una pista forestale cala in Valzanca.
A nord il sentiero va giu'  diritto per i ghiaioni e poi prosegue
per la stretta valle per il laghetto Caserina (mt.2087)  poi lago
di Cece a mt. 1879 da dove vi sono varie possibilita' di scendere
a valle nei pressi di Bellamonte.  
Guardando giù  a sud dalla forcella di Cece: pascoli di Miesnotta a dx Cima Paradisi
  
Dalla cresta della forcella,  si scende di un passo  verso nord e
poi  si  risale  per sentiero verso  est ma subito i  segni rossi
(freccia)  ci  fa  inerpicare  su  dritti per  roccette a destra,
lasciando la mulattiera  che stavamo seguendo  e che porta  a dei
baraccamenti diruti.


PS: Il sentiero che collega Il Biv. Paolo e Nicola sino a Forc. Ceremana è stato attrezzato in più punti - compreso questo -  posteriormente a queste note e dedicato ad Achille Gadler (frequentatore e descrittore dei Lagorai nelle sue molteplici pubblicazioni) mancato nel 2008.


Si  sale  ancora  fino  ad  una forcelletta
fortificata con opere in grotta e trinceramenti  a semicerchio  a
mt. 2440 e qui' bisogna aggirare i trinceramenti per poi scendere
un passo verso un  ripiano (ex  casermetta  diruta).  Si riprende
cosi'  la mulattiera  che  diagonalmente  con  massicciate  e con
qualche stretto tornante  su  roccette ci porta alla  forcella di
Cima Valbona a q.2480.


Verso zona Slavaci dalla forcella di Valbona: forcella di m.2550



Dalla  forcella  sotto a noi verso  nord-est  vi  e'  un laghetto
ghiacciato  con  nevaietto  (mt.2306).  Si  nota  molto  bene  il
sentiero che dovremo fare:  lo si  vede  sul costone  opposto che
taglia sotto alla cima Valon, verso est.
Si scende per terreno ghiaioso giu' diritti (ometti, segni non ce
ne  sono)  puntando  verso  la  mulattiera  con  massicciata  che
oltrepassa in basso a dx la valletta pietrosa. Raggiuntala, la si
segue oltrepassando  la  spalla  (ometti)  e  calando  a tornanti
prima,  poi oltrepassando il   vallone (in fondo al quale c'e' il
lago)  e  risalendo in  salita  ed  a tornanti la costa  nord del
m.Valon che verra' aggirata con molti tornanti verso sud-est.
Ora la mulattiera talvolta  e'  completamente sommersa da frane e
la  traccia si  segue con  gli  ometti  di  roccia  che  ci fanno
tagliare  in  diagonale ed  in  salita  tutta la  costa franosa a
nord-est del M.Valon fino alla omonima forcelletta fortificata finale che
si trova a q.2480 mt.


NB---  Questa forcellina (Forc. del Valòn-mt.2480), sita tra Cima Valon (mt.2678)
e il  Coston  di Slavaci (2683  mt)   e' fortificata con opere in
grotta e casermette dirute di cui rimangono solo moltissimi resti
in  legno e  scatolame  arrugginito  con  lamiere  metalliche. Il
versante sud presenta un ghiaione ripidissimo.
Sotto alla forcella,  a nord,  vi e' un nevaio, si sente scorrere
sotto l'acqua, pur non vedendola.
Sulle  rocce di  sinistra,  (versante  del Coston  di Slavaci) il
sentiero massicciato e'  franato cosicche' rimane un passaggio su
roccia  di       3  mt.con  traversatina  di  4  mt.  che  e'  da
considerare di 3^ grado.
(laddove il salto per raggiungere la massicciata e' piu' breve.)
Salendo  piu'  sotto,  dove termina il nevaio,  la difficolta' e'
minore,  ma la roccia e' friabile ed il passaggio e' di 20 mt. di
2o grado per raggiungere la massicciata.
E'  auspicabile l'apposizione di un cordino di acciaio di 4mt per
superare agevolmente il passaggio. (segni CAI-SAT su roccia prima
e dopo il passaggio)



(PS: Il percorso è stato attrezzato con fittoni e corda fissa orrizzontale nel corso di una  messa in sicurezza della Translagorai  in memoria di Achille Gadler , 1988)


Superato il passaggio si prosegue tagliando la costa rocciosa del
Coston  di  Slavaci per mulattiera  scavata nella roccia,  poi la
mulattiera aggira la costa a destra con qualche tornante  e punta
verso una forcellina con sottostante nevaio.(mt.2560)
Vi si arriva tagliando in diagonale il ghiaione privo di sentiero
e molto dissedtato.(ometti)
Dal punto piu' basso del nevaio cola acqua in abbondanza.
I  segni e  gli  ometti  puntano  al  centro  del  piccolo  circo
glaciale sottostante alla forcellina (anch'essa fortificata-resti
di guerra) ed a questo punto vi sono due possibilita':
a) Aggirare la costa rocciosa verso nord nel punto piu' basso che
e'  piu'  agibile  e puntare verso nord  scendendo di  60  mt. di
dislivello tagliando in diagonale fino ad  arrivare alla crestina
molto evidente di q.2502  mt (che prosegue imponente fino al lago
di Paneveggio) ed ivi il sentiero e' ben segnato.
b)  Raggiungere la massicciata del sentiero che sale ancora sopra
al nevaio il  Coston di Slavaci e proseguire  fino  a raggiungere
una postazione militare sulla cresta nord (ci si alza di circa 50
mt)  e  percorrere poi in discesa   detta cresta  verso nord fino
alla  quota 2502  come  da  punto  -a-  incrociando  i  segni del tracciato.
 
NB---Si ritiene che il percorso -a- sia il piu' logico ed il meno
faticoso,  e'  auspicabile che la  segnalazione  su terreno venga
ripristinata quanto prima.


B= Il luogo ove è sito il Biv. Aldo Moro a sx la forcella Colbricòn

Sia  dalla forcellina  a q.2502  che dalla  postazione  in cresta
sopra  menzionata  e'  visibile  ad est il biv.A.Moro,  di colore
rosso, tipo 'Berti', al di la' di un vallone a q. 2565.
Dalla forcellina  a q.2502  senza nome si prosegue  pressoche' in
quota verso est (ometti e segni su terreno), superando un piccolo
lago q.2500  mt.  (8m di diametro) e, sempre grossomodo in quota,
si supera una valletta che cala dalla  Cima di Slavaci e  qui' il
sentiero si    inerpica  una ventina  di  metri  su  per roccette
facili (1o-2o grado)  e poi, incrociata una mulattiera che scende
dal  Coston  di Slavaci,  la segue in discesa  fino alla forcella
senza  nome  di  q.  2535  mt.  dove un sentiero cala in Valzanca
(indicazione su roccia).


Dalla forcellina ad ovest del Bivacco verso Buse di Malacarne e la Valzanca

NB---  Questa forcellina a q.  2535  era presidiata ed attorno ad
essa sorgono numerose  opere di  guerra.  Da notare  che la Carta
Tabacco  ed  altre  edizioni  riportano  una  errata  indicazione
topografica del tracciato del sentiero 349  che non fanno nemmeno
passare per la forcellina che neppure e' quotata.

Si risale l'altro versante (est ) della forcellina per mulattiera
che giunge ad una casermetta diroccata mt. 2550.
Qui'  vi  e'  un  bivio:  proseguendo verso  nord-est  in leggera
discesa si segue il sentiero nr.376  che cala al Pian di Ceremana
ove a 1550  mt.  vi e' una pista forestale che conduce al lago di Paneveggio.
A destra  in  leggera salita  verso est  (con  segni  bianchi) si
perviene in breve (5 min.) al Biv.A.Moro a quota mt.2565.
Dal biv.Paolo e Nicola circa 5  ore escluse le soste, compresa la
salita al M.Cece.


 
IL BIV.A.MORO
mt. 2565


Segnavia dei sentieri SAT 349 e 376 siti qualche decina di metri a valle del bivacco


                                                                   Percorso dal Biv.A.Moro al lago Colbricon

Il Bivacco Aldo Moro: Esternamente   si  presenta   come   una   costruzione  metallica
rotondeggiante dipinta in rosso ed  ancorata  con funi metalliche al terreno.
E'  stato apposta in  loco  dalla Fiamme Gialle della  Guardia di Finanza.
E'  una  costruzione di  alta  montagna tipo 'A.Berti'  con nr. 8
posti letto  e tavolo con  panca.  E' dotata di coperte, candele,
fiammiferi ed all'interno vi e' il libro delle firme.
Unico inconveniente e'  la mancanza di acqua  nelle immediate vicinanze, il
laghetto sotto al Coston di Slavaci (q.2500  mt)  senbra il posto
piu' ricco per raccorglierla, oltre alla quota 2302 a nord-ovest
sotto al bivacco giu' per il vallone. (15 min.)

Dai pressi del Biv.Aldo Moro verso forcella Colbricòn e Colbricon Piccolo: sfondo Mulaz e Cimon della Pala


Una finestra verso il Cimòn della Pala

 
NB---Dal biv.  ad est il sent.  349  prosegue per forc.Ceremana epasso Rolle.
Verso nord il sent.  376  cala giu'  verso pian di Ceremana (1550
mt.) e quindi al lago di Paneveggio per pista forestale.
Verso nord-ovest, dapprima giu per il costone e poi attraversando
il vallone a q.  2302  e seguendolo sulla sin. orogr. un sentiero
non  segnato porta a valle verso il  Rio di  Ceremana  a  q. 1515 (pista forestale)
Verso sud scendendo alla forcellina  si scende il  ripido vallone
che porta per i laghetti della Busa Malacarne (sorgenti a mt.2200
mt.)  alla Malga Zanchetta (mt. 1867) e di qui' per sent.368 fino
alla pista forestale di (mt. 1500) Valzanca.


Dal biv.A.Moro ci si abbassa verso est di qualche metro  e poi si
prende il sentiero 349  che ad est oltrepassa la costa sotto alle
Cime di Bragagnolo.  Esso e'  molto ben segnato e cala in leggera
discesa per terreno roccioso e poi,  dopo aver traversato a lungo
in quota, risale le roccette della costa che scende dalle Cime di
Ceremana a q.2500  ed  oltrepassata  la forcellina,  si dirige in
discesa  verso la  forc.  Ceremana a  q.2428.  (si  oltrepassa un
vallone  ghiaioso  dove  l'acqua si  sente scorrere  sotto. Basta
scendere di  una quarantina  di  metri  giu'  per  il  vallone  e
l'acqua affiora in corrispondenza di roccette.)


NB--- La forc. diCeremana a q.2428 e' molto fortificata con opere
in caverne e ruderi di casermette militari.
Essa e'  agibile in entrambi i lati ed e'  percorsa da nord a sud
dal sent. nr.337. Esso porta a nord giu' per la val Ceremana fino
al Lago di Paneveggio,  mentre a sud cala alla seggiovia del rif.
Punta Ces (mt.2227)  oppure alla seggiovia di malga Valcigolera a
mt.1880.  Entrambe portano alla rotabile che sale da S.Martino di Castrozza.
 


La scala di pioli metallici a Nord di Cima Ceremana

Si seguono le caverne e la corda metallica apposta sul sentiero a
mo'  di ferrata (non serve) verso nord, e poi si sale con qualche
tornante fino ad un passo in discesa che e'  stato attrezzato con
scala metallica di 6 mt. circa e cala in una stretta valletta con
nevaio.  Si  risale  poi  ad  est  attraversando  le  pendici del
Colbricon che sono  forate  da  caverne (mt.2455).  Si attraversa
sotto il Colbricon in discesa puntando  a nord verso  i bei prati
del passo   ononimo (mt.2420-laghetti,  ma  non ci si passa, poiche
restano piu' a nord del sentiero).




NB---A  mt.2430,  quindi  a dx (est)  e piu'  bassi del passo del
Colbricon si incrocia  un  bivio:  
Il sentiero da cui siamo arrivati e'  indicato come forc.Ceremana e p.ta Ces.
salendo a dx si sale il M.Colbricon (mt.2602) -lapidi su roccia-
Scendendo  a  sx  l'indicazione  su  roccia  e'  per  i  laghi  e
S.Martino: si segue questa indicazione.

Si cala tra Il M.Colbricon piccolo ed il M.Colbricon per il largo
vallone che viene   disceso verso nord-est per sentiero con molti
tornanti  dapprima  scendendo a sinistra  del vallone,  e  poi al
centro, superando anche un piccolo laghetto con un recinto per le
pecore.   Arrivati ad un piccolo piano (mt.2050) il sentiero gira
decisamente  a  destra   in  leggera  salita   arrivando  ad  una
postazione  militare molto panoramica:  sotto di noi  i laghi del
Colbricon con il rif.Colbricon e piu' in la il passo Rolle con le
Pale di S.Martino.  
Si cala  rapidamente per un  canalino  piuttosto  ripido  fino ai
ghiaioni sottostanti che si scendono con qualche tornante fino ad
un bivio (mt. 1908) ad una quota inferiore a quella dei laghi.

NB---Il  bivio ha  indicazioni su  tabelle in  legno:  a  nord si
scende verso la malga di Colbricon per mulattiera(mt.1838).
A  a Sud-est il  sentiero  nr.  348  cala in Valbonetta  verso il
rif.Malga Ces a 1670 mt.(versante di S.Martino di Castrozza)
Salendo verso nord-est si raggiungono i laghi  del  Colbricon per sent. 348.

Si  risale  verso  sud-est  per  sentiero  nr.  348  superando un
cimitero  di  guerra fino ai  laghi (mt.1922).  Si aggira il lago
verso est (bivio  con sent.14  che cala in  valbonetta e sent.che
sale   il  M.Cavallazza-2324   mt)  pervenendo  al  rif.Colbricon (mt.1927).


Il Rifugio Colbricòn: in alto il M.Colbricon Ovest a dx Colbricòn Piccolo, tra i due la via di discesa.

Il rifugio  e'  un  ristorante  senza  posti  letto.  Da  esso si
prosegue per mulattiera  verso nord  (sent.14-348)  che  porta in
circa  mezz'ora  nei pressi  del passo  Rolle,  in corrispondenza
della Malga Rolle (mt.1900)-agriturismo-ristoro bar con telefono.

Salendo verso il  passo Rolle,  sulla statale ben visibile  vi e'
l'Hotel Venezia (mt. 1955), buon albergo-ristorante che da ottima
ospitalita'.  E'  pure il recapito  dei maestri di  sci del Passo Rolle.
Poco sopra,  il passo Rolle  (mt.  1985) con la frazione omonima.
Dal biv.A.Moro circa 3 ore escluse le soste.

Dal biv. Paolo e Nicola circa 8 ore escluse le soste.
Dislivello mt.950 in salita e 1200 in discesa.
Acqua: solo di fusione sui frequenti nevai oppure pozze d'acqua o
piccoli laghetti.  Consigliata la disinfezione e filtraggio.
   
     





 
 
Traversata dei Lagorai orientali per le Buse di Malacarne
 (da Punta Ces a Caoria per Val Miesnotta)



Si tratta di un percorso su terreno facile nel Parco Naturale di Paneveggio -Pale di San Martino, su sentieri segnati e piste forestali interdette al traffico motorizzato. E’ prevista la percorrenza in due giorni, con pernottamento al bivacco forestale di Malga Miesnotta di Sopra (m.1890 c.). La descrizione ed il verso della escursione prevedono la partenza dalla quota più alta, Punta Ces, per raggiungere la Val Miesnotta e quindi il lungo ritorno a Caoria per Val Zanca e Val Sorda su piste forestali per una lunghezza di circa 11 km. Lo sviluppo complessivo è di circa 21 km con un dislivello (con saliscendi) di circa m.870 partendo dal Pian delle Cartucce (Funivia Colbricon express) e di m.470 partendo dalla funivia di Punta Ces.(sempre che quest’ultima sia attiva): Nell’incertezza è meglio telefonare all’APT di San Martino di Castrozza per info.

Cima Colbricon salendo la pista

 
Il Bivacco forestale di Malga Miesnotta di Sopra è stato ristrutturato recentemente (2021) ed offre un locale notte con tavolato in legno molto pulito e ben isolato per materassino per circa otto-dieci persone.
 
La traversata, visto il terreno che non presenta alto rischio di valanghe, è un classico di sci-alpinismo fattibile in un giorno per alpinisti ben allenati.
 
Il tragitto attraversa il biotopo delle Buse di Malacarne dove è obbligatorio seguire il sentiero, non raccogliere o spezzare niente, lasciare intatto il territorio evitando l’uso di tenda se non per emergenza.
NB: In ecologia per biotopo si intende un'area limitata in dimensioni (ad esempio uno stagno, una torbiera, un altopiano) di un ambiente dove vivono organismi vegetali ed animali di una stessa specie o di specie diverse, che nel loro insieme formano una biocenosi.(per vivere hanno bisogno l’uno dell’altro). Il biotopo si localizza talvolta in luoghi completamente diversi dall’immediato circondario. (es. terreno verde e lacustre in ambiente roccioso di alta quota). Questo è il caso delle Buse di Malacarne racchiuse nella culla limitata dalle pareti dei Lagorai a nord e dalle cresre di Valcigolera a sud.

San Martino di Castrozza ed il gruppo del Cimòn della Pala

Dal Pian delle Cartucce a m. 1830 dalla cabinovia Colbricon Express si punta alla pista di servizio che scende dalle ghiaie del Colbricon (indicazioni per Punta Ces al visibile bivio per i laghetti del Colbricon). Si  sale su per la pista da sci con tornanti immaginari perché la stradina è molto ripida. La pista non è segnata ma il percorso è più che evidente. A m.2130 si rasenta un inaspettato rivo di acqua e lo si lascia a sinistra giungendo con un tornante finale all’arrivo dell’impianto di risalita di Punta Ces. Rifugio aperto solo se funziona l’impianto. Indicazioni in cresta a m.2227. Ore 1,20 circa- 400 mt di dislivello.
 
NB: dal tornante finale prima degli impianti (m.2170) una traccia di sentiero sale direttamente la forcella Ces con un dislivello di 45 metri evitando il saliscendi di cresta. Dieci minuti.


Segnaletica  presso gli impianti di Punta Ces
La cima e la forcella di Valcigolera da Punta Ces

Forc. Ces , il bivio per Ceremana-Valcigolera
Da Punta Ces verso la Tognola



Si segue la crestina rocciosa verso ovest, sfiorando un ex bunker della prima guerra (pozzo nella roccia verticale, era probabilmente coperta con cupola metallica). Giungendo alla quota massima di Punta Ces (m.2228) si  prosegue per dorsale in leggera discesa sino alle indicazioni su palo del sent.337 per Malga Valcigolera e Forc. Ceremana. M.2215. Si scende diagonalmente ad ovest verso il fondo della valletta per sentiero segnato. Ometto m. 2175. Lasciando a sud il tragitto  SAT-337 , si passa aldilà della valletta lasciando a dx un ricovero sotto ad un macigno (lamiera ondulata) e si prosegue seguendo i segni bianco-rossi ed ometti in direzione sud-ovest pervenendo ad una zona (m.2250) con piccole piazzole inerbate (che sembrerebbero fatte ad uso tenda). Oltre ad un colle erboso il sentiero, poco visibile, scende alla destra di un laghetto alimentato da un rivo che scorre da nord. Appena sopra al laghetto, a m.2250, ruderi (muretto) di una minuscola caserina che può offrire riparo con Tarp.

Laghetto a m.2250 - la caserina ed il tragitto segnato con segni bianco-rossi

Si risale il rivo ripidamente sulla destra e poi più dolcemente si giunge in vista della larga forcella di Valcigolèra che si raggiunge non direttamente (possibile)  ma aggirandola da sinistra (sud)  su ben percorribile sentiero per una spaccatura sulla crestina  del versante sud. m.2420. Obelisco di roccia. Ore 1 circa . Dislivello m. 280.

 
NB: La forcella di Val Cigolèra coincide con il confine comunale, da qui verso sud-ovest scende il sentiero che è addirittura delimitato da pietre (per indicare di non uscire da esso nel biotopo), qui cessa la copertura telefonica.
La Cima di Valcigolera era fortemente trincerata e presidiata dalle truppe italiane che pervenivano da una mulattiera (oggi scomparsa) dalla Malga di  Valcigolera ed una rete di  audaci sentieri a sud della cima. Vi sono anche opere in grotta.

 
Il paesaggio offre la vista d’infilata delle rocciose Cime di Lagorai orientali, in netto contrasto con il dolce e verdeggiante terreno sul quale si scende, in fondo, rotondeggiante, la Cima Paradisi mentre a sud, oltre le creste di Valcigolera, il complesso di cime della Cima Lasta (d’Asta).


Sentiero delimitato con sassi ed intaglio alla forc. Valcigolera


Presso la forcella di Valcigolera  a m.2420

Buse di Malacarne scendendo da Forc. Valcigolera

Biotopo delle Buse di Malacarne, notare il terreno paludoso con la rigogliosa vegetazione, in alto a destra la Cima di Valcigolèra


Il becco della Cima di Valcigolèra dalle Buse e laghetti pensili sul biotopo a m.2270 c.




La forcella di Bragarolo (a sx con una lunga fascia di erba) e le Cime di Bragarolo dalle buse di Malacarne

Panorama verso Tognola e Laresè di Valzanchetta dalle Buse di Malacarne

 
NB: La cima adiacente alla forc. Valcigolèra è la Cima di Ceremana (m.2699- grandi trinceramenti austriaci) cui seguono ad ovest le cime di Bragarolo (la più alta a m.2690) e le Cime del Costòn di Slavaci. In mezzo a queste due catene di cime vi è il Biv. Aldo Moro m.2575, cento metri ad ovest del quale una adiacente forcella, forc. di Bragarolo, cala dapprima per ripido ghiaione e quindi per ripida fascia erbosa alle Buse di Malacarne sino alla quota di 2250 m. sul sentiero segnto.
Il sentiero, quasi sempre delimitato da pietre, scende per terreno talvolta paludoso e ricco di piccole risorgive sino alla quota di m.2245 (piccolo piano - segnaletica in legno su paletto divelta) dove vi è un bivio per il percorso non segnato e da individuare sul luogo, che risale per ripidi prati il ripido ghiaione per forc. di Bragarolo a m.2575. Un passo in discesa porta ad un punto molto panoramico sui Laresè di Valzanchetta e Tognola. Due laghetti si sfiorano salendo il sentiero a nord-ovest, lasciandoli a dx (mt.2220).
 
Il sentiero che sale tra massi riprende in direzione sud-ovest e supera a m. 2235 un masso sporgente ( l’unico in zona che può offrire riparo per un paio di persone), tra questo masso ed un pulpito erboso (pulpito a m.2270-ometto)  si stacca (m.2245) in buona discesa il tragitto per la ex malga di Valzanchetta (m.1870) Dal pulpito erboso il sentiero volge a nord-ovest pervenendo tra i massi ad una larga sella a m.2300. Piccola croce di confine  incisa su di un masso. Prosegue quindi ben largo e marcato anche in leggera discesa tagliando in quota il ripido pendio erboso (sentiero ben intagliato e largo)  sino al maseròn (pietraia) adiacente alla forcella Miesnotta (sotto vi è a busa del Tiròn). Il macereto si sviluppa in larghezza per circa trecento metri, ma permette di giungere alla forcella senza sbalzi eccessivi ed è stato lavorato recentemente con l'apposizione di lastre piane che facilitano il transito.


A sx il masso con croce di confine, a dx il 'maseròn' con l'ometto di forc. Miesnotta

Si segue tra i massi a m.2290 il percorso lastricato e segnato dove si passa solo dove è stato approntato con lastre piane, qui bisogna stare attenti alle caviglie… Si ritorna sul sentiero delimitato da pietre, sul prato, una decina di metri sotto alla forcella Miesnotta. Grande ometto – m.2294. Dislivello m.180. Km.4.8 - Ore 2 circa.
Da forc. Miesnotta: il lastricato percorribile si snoda a circa quindici metri a sx del grande masso



Scendendo da forc. Miesnotta: Forc. Cece tra le nuvole, le pecore di Luca al pascolo sin sotto le crode della Cima Valbona

Verso il Lasteòn e Cima Miesnotta da quota 2100 sotto la forc. di Cece
 
Alta Val Miesnotta e la ex Mlga di Miesnotta di Sopra

 
La discesa da forc. Miesnotta avviene sempre per sentiero delimitato da pietre, verso ovest. Alla quota di m.2240 si stacca versa sud-ovest il vecchio tracciato che scende più ripido per la valletta a nord del Lasteòn, mentre il sentiero che si segue scende per dorsale erbosa mantenendosi in quota con pendenza minore. Si tratta di un vecchio sentiero militare che era stato dismesso e che recentemente è stato riadattato dal Parco di Paneveggio e Pale di San Martino. Esso si collega al sentiero SAT-336 alla quota di 2100 mt. circa presso  le ghiaie che calano dalla soprastante Forc. di Cece.
 
Si scendono trenta tornanti (li ho contati…) sino ad incrociare il vecchio tragitto (segni- ometto) che si stacca ad est ad un tornante a m.1990 in mezzo al verde. Giù per la verde vallata sino a m.1877 dove la segnaletica indica il Biv. Malga Miesnotta di Sopra raggiungibile con un brevissimo tratto in salita.  Discesa da forc. Miesnotta ore 1.20 circa. Tragitto complessivo dal Pian delle Cartucce ore 6 c. - rifornimenti acqua abbondanti lungo tutto il percorso


Da Malga Miesnotta di Sopra a Caoria
 
La discesa a Caoria avviene per piste forestali (perché il sentiero Etnografico del Parco è interrotto a causa degli schianti dovuti alla tempesta ‘vaia’ del 2019) si snodano per la Val Miesnotta dove a quota m. 1603 un bivio presenta una stradina lastricata (sent-SAT-336) che scende alle case di Campo Bus a m.1465.

Malga Miesnotta di mezzo a m.1765


NOTA STORICA: negli anni '40 a 'campo Bus' vi era un cantiere ove lavoravano moltissimi minatori per lo scavo delle gallerie ad uso idrelettrico che collegavano il collettore di Val Sorda con la galleria idraulica che dal lago di Paneveggio doveva alimentare la centrale idroelettrica di Caoria. Da questo cantiere, il gruppo partigiano del Btg. G.Mameli, insediato a malga Miesnazza di sopra si riforniva, emettendo buoni di credito, di viveri ed anche  di esplosivi che venivano usati poi nei sabotaggi  delle strutture usate a scopi militari dalle truppe naziste. Malga Miesnotta di sotto venne incendiata dai nazisti nel 1944 perchè presunta base partigiana a seguito di un rastrellamento dovuto all'assalto con recupero di armi ed uniformi dalla caserma della Guardia di  Finanza di Caoria dove il maresciallo capo andò in serie grane perchè non venne sparato neanche un colpo.
Fonte: Giorgio Vicchi - Diario Partigiano (31 marzo - 24 giugno 1944) a cura di Luca Alessandrini e Roberto Mezzacasa - 2015 - ed.Pendragon pagg. 147 e seguenti.

Da 'Campo Bus' altro sentiero etnografico scende sulla sx orografica della Val Zanca sino ai Piani di Valzanca a m.1401 per poi ricongiungersi alla strada della valle (ma se la valle non è stata ripulita dagli schianti è meglio scendere per la strada bianca). Si perviene in discesa con  un tornante al ponte del Pian del Zot (m.1292 segnaletica)  e scendendo per i Masi di Tognola sino a Ponte Stel. (m.1121)

Indicazioni a Ponte Stel ed al Ponte del Pian delZot

 
Ristoro alla ‘Siega’, Museo etnografico , qui è possibile lasciare la seconda auto perché la circolazione è possibile. In alta stagione vi è pure un servizio navetta per il trasporto di persone e bike.
 
Si perviene a Caoria (m.840) sfruttando le mulattiere della grande guerra che permettono di evitare i tornanti oppure alla quota di m.1026 il Sentiero Italia scende ripidamente per la sx orografica del torrente Valsorda sino a Caoria. Discesa circa 12 km. Ore 3-4 . Acqua abbondante sul percorso.
 
Da Caoria un servizio Bus alle 13.45 porta a Fiera di Primiero e da qui a S.Martino di Castrozza. La fermata è adiacente  l’albergo ‘Al Pin’ al lato nord-ovest di Caoria.
 

GRUPPO DEI LAGORAI-CIMA DEI PARADISI (MT.2206)
da Refavaie


La Cima Paradisi con i suoi pascoli verdi e sopra forc. Valmaggiore e la Cima di Cece (dal M.Spiadòn)


La boscosa Cima Paradisi vista dalla Forcella di Valmaggiore (sfondo forc. Regana e Cima d'Asta)

Lago di Coltorondo verso Cima Paradisi e Cima d'Asta

E'  una cima  a forma rotondeggiante  sita  a sud  delle  cime di
Valbona e Valmaggiore ma con quota piu' bassa.
Sotto di essa, a sud, le malghe di Fossernica di Dentro (mt.1777)
e  di  Fuori (mt.1804),  entrambe  collegate con  pista forestale
proveniente da Refavaie (mt.1100).
Il percorso e' elementare prevalentemente su pista forestale.

Tempo da Refavaie per pista forestale: ore 3.30-4.00
                 per sentiero:        ore 3
Acqua abbondante fino a malga Fossernica.
Dislivello mt. 1100 circa.



Panoramiche anni '80 fatte da Cima Paradisi


Dall'alberghetto  di  Refavaie  si  prosegue ad ovest  per strada
forestale (divieto) prendendo la diramazione a destra, in salita.
Si supera un gruppo di case (capitello d'epoca  decorato sul muro
di una di esse,  a sinistra)  e si supera il  ponticello sul Rivo
di Coldose'  (mt.1150).  Dopo aver superato il torrente, circa un
centinaio  di  metri piu'  avanti,  sulla sinistra, sale la larga
mulattiera militare  che  conviene  imboccare  per  accorciare la
salita,   tagliando  il  largo  tornante  che   compie  la  pista forestale.
La mulattiera e'  lastricata e sale a ripidi  tornanti, superando
alcuni  tabia'  e raggiungendo  nuovamente la pista  forestale in
corrispondenza di un capitello a mt.1250 circa.
Al di la' della strada, sale la mulattiera che conviene imboccare
per accorciare  e tagliare  ancora  l'ampio  giro  che  compie la
strada forestale sulla sinistra del rivo di Coldose'.

NB.  La  strada  forestale sale  e si  dirama  in  tre direzioni:
dapprima si incontra un bivio (mt.1319) salendo a sinistra  porta
a  malga laghetti snodandosi in  quota   parallela al vallone dei
laghetti e terminando  pressoche'  sotto al  passo  Sadole  ed al M.Cauriol.
Proseguendo diritti a quota  mt.1459,  dove  la  val  di Coldose'
incontra la val Fossernica,  prendendo la diramazione di sinistra
si  sale  verso  la  malga  di  Coldose'  di  sotto  e  la pista,
diramandosi ulteriormente,  porta verso le pendici del M.Cauriol,
con due strade a quote differenti.
Dal bivio di queste valli,  proseguendo verso n.est  paralleli al
Rivo  di  Coltorondo  la pista  termina poco sotto  alla malga di
Coltorondo a mt.1600 circa.

Dal bivio di queste valli, prendendo la diramazione di destra, si
inverte  la  direzione  di  marcia  e  si  punta  verso  la malga
Fossernica di  Dentro,  e la pista termina molto  piu'  avanti, a
malga Fossernica di Fuori, gia' in Valzanca.
Altra diramazione lungo questa  pista  porta  in  fondo  alla val
Fossernica,  (mt.1860)  in direzione e poco sotto ai  laghetti di
Fossernica (mt. 2050).



Imboccata  ancora  la  mulattiera  che si diparte  sulla dx della
pista forestale a mt.1250, si sale con qualche tornante superando
parecchi  tabia'   ed  anche  qualche  rivo  d'acqua  su  terreno
paludoso.  A quota mt. 1530 si incontra la pista forestale che si
puo' seguire in salita verso destra (sud).
(il sentiero-scorciatoia prosegue diritto al di la della pista)
Seguendo verso sud la pista si  compie un tornante  e si prosegue
per un chilom.  verso nord fino ad un bivio con sbarra. Si prende
la diramazione di destra (diritti  si entra in val  Fossernica) e
si perviene con un chilometro  di pista alla malga  Fossernica di
Dentro (mt.1777).

NB: La malga e' composta da due grandi fabbricati: uno e' adibito
a cucina,  dormitorio e lavorazione del latte. L'altro e' adibito
a stalla che puo' contenere un centinaio di bestie.
Vi e'  una vasca con acquedotto a sud della stalla e  vi sono due
fontane attive di fronte alla malga.
Le costruzioni sono molto robuste, costruite in granito, putrelle
di acciaio e tetto metallico sostenuto da travi in legno.
Come bivacco invernale la malga puo' dare ospitalita' a circa una
decina di persone,  essendoci tre materassi e circa cinque brande
metalliche.  La cucina e' sempre ben fornita di legna e vi e' una
cucina economica, tavolo, panche ecc.
Esternamente alla malga,  a sud, vi e' un ripetitore con pannelli solari.


 
Poco  sotto alla  malga,  la pista forestale  prosegue verso est,
tagliando la Cima dei Paradisi in quota,  fino a malga Fossernica
di Fuori, in Valzanca.
Il sentiero che  sale la Cima  dei Paradisi si diparte  dopo aver
oltrepassato il costone verso est centocinquanta metri  in avanti
sulla sinistra.
Esso supera  la quota delle  malghe di una cinquantina  di metri,
nel bosco,  quindi  mantenendosi  sul costone,  lo  risale fino a
quota 2079  mt.  dove si gode gia'  di un bellissimo panorama sui
lagorai e cima di Cece.

Cima Paradisi: un museo della grande guerra all'aperto tra interminabili trincee


La forcella di Valmaggiore salendo la Cima Paradisi




Lo snodarsi di crestine tutte fortificate da Cima Paradisi verso Il gruppo di Cece

(dalle  malghe  e'  possibile salire  diritti entrando  nel bosco
verso nord,  sul  filo  della costa,  incrociando in  breve detto sentiero.)
Dalla quota 2079  si  scorgono  gia'  le  tricee e fortificazioni
della Cima dei Paradisi, che andranno risalite fino in vetta.
In  vetta vi  e'  un punto trigonometrico (mt.2206)  IGM. Vi sono
triceramenti  della  grande  guerra.  Il  panorama  e'  stupendo.
Interessante  e'  lo  snodarsi  di  crestine  tutte fortificate e
trincerate che si sviluppano a nord in direzione del m.Fossernica
e Cima  di  Cece.  (prima  linea  italiana  in  contrasto  con le
posizioni austriache sui Lagorai).

NA: al 2021 Malga Fossernica di Dentro offre un servizio di ristorante-agriturismo ed è raggiungibile anche con un servizio 'navetta' da Refavaie di Caoria.



CRESTE DEL M.COLTORONDO DA FORCELLA DI COLDOSE'
per tracce di guerra e trincee da forc. Coldosè


Sopra e sotto le Creste del Coltorondo.



Dalla forcella di coldose'  guardando il fondovalle verso sud, si
puo'  notare che a sinistra, il fianco erboso del m.Coltorondo e'
tagliato orrizzontalmente dall'opera dell'uomo.
Infatti,  dalla  sinistra  della ampia forcella,  partendo da una
quota di m.2200  e' possibile imboccare un trinceramento militare
che prosegue per il fianco della montagna in direzione sud.
Si  supera dapprima sulla sinistra  una grotta  che probabilmente
era adibita a posto di  guardia,  poi,  piu'  avanti, si lascia a
destra  una posizione di  mitragliatrice  in  grotta  (grotta con
finestra-molto legname).  Questa posizione aveva il compito senza
dubbio  di  proteggere  dalla avanzata italiana parte  del fianco
della montagna e tutto il vasto pascolo sud della forcella.
Camminando  ancora  piu'  avanti per  la trincea che  ormai e' un
sentiero,  si perviene  ad  una forcellina  a  q.2270(al  lato dx
grosse  schegge e  spoletta  di  cal.305,  impressionanti  per lo
spessore)  e   discesi al di la di essa per un ghiaione non certo
naturale ma piu'  facilmente creato dagli obici,  si raggiunge un
piccolo torrione caratteristico, visibile anche dal basso, che e'
forato  ed  ospita   una  grotta di guerra.  (questa posizione, a
giudicare dalle  schegge  tutto  intorno  e  tal  terreno, doveva
essere stato un bersaglio primario delle artiglierie italiane.
Da qui'  si  possono ammirare  le  cengie  sud  del m.Coltorondo,
strette,  inclinate e senza alcuna traccia di passsaggio, nemmeno
sentierini da camosci,  quindi viene da escludere che il sentiero
segnato sulle carte,  che dovrebbe seguire dette cengie, vi
passi  davvero.  Esaminando  le  cengie  dall'alto poi , codesta
affermazione diverra' ancora piu' convinta, se si esclude tutta
la serie di trinceramenti pensili sfondati e franati giù, dove si passa
solo alpinisticamente.


Il Lago Brutto ancora ghiacciato (luglio) dalle creste del Coltorondo


Puo'  darsi che antecedentemente alla grande  guerra esse fossero
praticate da  pastori con capre,  ma  nessun  militare  mai si e'
sognato di attrezzarle o di massicciarle, poiche' esposte al tiro
italiano direttamente.
E'  stato sia attrezzato  che massicciato invece  il canalino che
descrivero'   e  che  e'   l'unica  ragionevole  possibilita'  di
raggiungere le creste senza doversi legare ad una corda.
Dalla  guglia fortificata  di q.2260  si ritorna sulla forcellina
con  schegge che avevo prima  menzionato.  Essa  e'  sulla spalla
formata  dal costone roccioso  che scende dal  m.Coltorondo ed e'
l'ultimo canalino  non  esposto  a  sud  che  da  possibilita' di
risalita.  Il suo orientamento e'  est-ovest, a meta'giugno vi e'
ancora parecchia neve presente.
Si risale la spalla di sfasciumi  molto panoramica fino a  che le
roccette  impediscono  una  ragionevole  risalita  senza tecniche
alpinistiche ed  a sud  un  paio  di  cengie  tagliano  le roccie
granitiche,  ma sono strette ,  molto esposte e  senza traccia di
passaggio.  A questo punto si  traversa  a  sinistra immettendosi
nel  canalino,  cosa che si  poteva gia'  fare all'inizio, ma sul
bordo le roccette lasciano maggior comodita' al passo.
Subito  si  nota  evidente  la  traccia che risale  il canalino a
zig-zag,  la  si  segue fino  a che il  canale  diviene  ripido e
stretto,  (circa a  tre quarti)  ed a questo punto  si risale una
rampa a destra  su terreno  roccioso portandosi sullo  spigolo  a
sud  aereo e di estrema panoramicita'.
Sulla  roccia  vi  sono  chiodi  con anello dove il  percorso era
stato  attrezzato,  e  si  rientra  verso  il  canale  per cengia
artificiale abbastanza larga e su roccia sicura.
Si evita di uscire direttamente il canalino,  (volendo si puo' ma
noi abbiamo trovato neve  con  cornice)  puntando  a  sinistra ed
uscendo  sulla trincea di  cresta  per sentiero  che taglia prato
piuttosto ripido. q. mt. 2450.


A sx Forcella Moregna, la freccia indica la trincea sprofondata dove rimane solo il muretto



Questo   canale  e'   di  circa  duecento  metri,   molto  bello,
completamente  visibile dalla  caseretta del pastore a  sud della
forcella  di  Coldose',  dalla  quale  pero',  ad  effetto  della
prospettiva,  e non  essendo  visibili  gli  intagli artificiali,
sembra impossibile la possibilita' di risalita.



Tutto lungo la linea di cresta,  sia in discesa  verso nord-ovest
che verso il  m.Coltorondo,  vi e'  un  trincea ininterrotta, con
opere di  guerra  ad ogni passo,  legname, scatolame arrugginito,
chiodi,  baraccamenti in  pietra,  legname  ed   in  grotta ormai
diruti,  camminamenti  perfettamente  conservati  ecc.  tutto  in
enorme  contrasto con il  sottostante lago Brutto gelato  a meta'
giugno,  gli  appicchi  spettacolari del m.Coltorondo che  cala a
nord con forcella Moregna.
Si prosegue per i trinceramenti (spettacolare e'  un camminamento
che,  dapprima perfettamente conservato,  punta dal basso salendo
con  scalini verso il  punto centrale della   forcella agibile di
q.2413  ma,  arrivato  sul filo  di  cresta,  si  ritrova  con il
pavimento  sfondato  giu'  nel precipizio del  vallone, mentre il
muretto del bordo e' ancora intatto, a mo' di ponte.)
Vi e'  stata trovata anche una piccola lapide in cotto con inciso
il  numero  probabilmente  della  compagnia   e  del  battaglione
austriaci che presenziavano le creste.
Sopra la quota m.2413 oltre un canalino una traccia esile di sentiero sembra
attraversare la parete nord  del Coltorondo in direzione di forcella Moregna,
ma la sua esposizione  ed il buonsenso  inducono a non proseguire.
(Luglio 1992)


 

Anello per Bivacco Paolo e Nicola e Malga Moregna da Malga Valmaggiore
(traccia gratuita GPS disponibile sui link citati)


La Valmaggiore vista dalla omonima Malga e dalla omonima forcella


Un percorso ad anello sui Lagorai, dalla Malga di Valmaggiore per i bivacchi di Forc. Valmaggiore ('Paolo e Nicola') e di Malga Moregna, per larghe mulattiere militari. L'itinerario si svolge lungo i sentieri adiacenti alle linee austriache della prima guerra mondiale.
L'inizio è presso il park gratuito di Malga Valmaggiore m.1605 (segnaletica) seguendo il sentiero n.335 che si inoltra nel bosco per la dx orografica della valle. La larga mulattiera porta dapprima al piano dei Laghetti e quindi perviene con tornanti dapprima al bivio con sent. n.349  e subito alla Forcella Valmaggiore dove è sito il bivacco 'Paolo e Nicola'. 0re1.45. (Bivio per Cima di Cece verso est, Scavalcando la forcella  si cala all'abitato -camping e ristorante- di Refavaie in ore 1.30).


Il Bivacco Paolo e Nicola



Dalla forcella vale la pena di fare qualche passo in più per fotografare la Cima d'Asta verso sud-ovest. (acqua - 5 min. verso Refavaie per sent. 335)
Dal Bivacco si torna indietro 50 metri lineari sino al bivio del sent. n.349 che si segue per ghiaioni traversando a nord delle cime di Valmaggiore e di Valbona.


Doss Caligher a m.2190


                                                                            La Cima Moregna vista dal Doss Caligher


Il sentiero costeggia a nord il M.Valmaggiore



Giunti al pianoro dove è sito il bivio dei sent. 349 e 349b ( 1 ora) si segue a nord in leggera discesa e con qualche piccolo saliscendi il sentiero 349b. Si aggira la dorsale della cima Moregna e si perviene pressochè in quota al bivio dei sent. n.349b e n.339 con bel panorama sul piano e lago di Moregna. (quì è quasi d'obbligo salire per cinque minuti il sentiero n.339 per forc. Coldosè sino ad un pulpito dove è possibile ammirare il Lago delle Trote, la Forc. Coldosè ed il M.Canzenagol ricchi di testimonianze del primo conflitto mondiale).


Il lago di Moregna con sfondo il gruppo di Cima di Cece



Si scende in breve con una deviazione di cento metri sino alla malga di Valmaggiore dove il fabbricato più piccolo è adibito a bivacco (4 persone) con stufa, tavolaccio e tavolo con panche. (ore 1 dal bivio dei sentieri 349-349b)
Si ritorna sul sentiero n.339 (acqua dieci m. a nord della segnaletica) e si scende per classica stradina militare selciata sino alla malga di Valmaggiore in circa 45 minuti.
Questo percorso cincide con quello del trofeo sportivo 'Paolo e Nicola'.





Ore 4.30-5 circa - dislivello complessivo m.700 - sviluppo km. 11.5
Cartografia Tabacco 1:25000 GPS-UTM n.014 Val di Fiemme-Lagorai-Latemar
 
Ulteriori informazioni:
http://predazzo.net




SALITA AL M.MULAT (2150 MT)

Dislivello mt.900 mt. Ore 3 circa
acqua: fondovalle fino a mt.1700
al baito delle vacche a mt. 2006



Si tratta di una cima sita sulla dx orografica della Val Travignolo. Di grande panoramicità sulla catena dei Lagorai oientali, essa lascia ammirare tutta la sequenza di cime della sx orografica della Val Travignolo.

Il percorso  e'  elementare  caratterizzato  da una panoramicita'
molto  buona.  E'  fattibile  anche  in  inverno  senza problemi,
purche'  le  pale  erbose  a sud siano gia'  sgombre di  neve, in
quanto la loro ripidezza favorisce le slavine.
Punto di partenza puo'  essere sia da Predazzo che da Bellamonte.
Questa descrizione e' relativa al secondo percorso.
Scendendo   da   Bellamonte   (mt.1370)    verso   Predazzo,   in
corrispondenza del secondo tornante  al Km.112  (Poco sopra a 100
mt.  vi e'  il Bar Baita Alpina) a mt.1236 si diparte verso nord,
la pista  forestale (sent.659) che  sale  la  Valbona,  ove  scorre  il Rio Viezzena.
Imboccata la valle,  la si risale lasciando a sinistra due casere
(fontana)  e,  sempre nel fondovalle destro  orografico (sin. per
chi sale)  si supera una strettoia rocciosa e  si prosegue sempre
lungo la valle fino a quota mt.1700 in vista di una malga. ( sulla
destra della valle - Bait delle Vedèle).
Qui'  si lascia la stradina e si prende la  mulattiera a sinistra
(segnavia su  di  un  masso)  che sale  in  diagonale verso ovest
proprio in direzione della cima del M.Mulat che e' visibile.
La mulattiera porta con un percorso diagonale fino al Baito delle
vacche (mt. 2006), mantenendosi sempre larga.



NB:  Il Baito delle Vacche  e'  una costruzione in  legno con  letti e
materassi  (due  letti  al  max.  4  persone)  cucina  economica,
fornello a gas, tavolo, sedie, legna, acquedotto, stoviglie ecc.
E' tenuta molto bene ed internamente e' pulita.

Dal baito si prosegue verso ovest in quota e si  aggira  la costa
fino ad un ampio pascolo che separa il crinale del M.Mulat (verso
s.ovest ) con la costa di Viezzena (verso nordest).
Il sentiero  ora punta  in  direzione  del  crinale  del M.Mulat,
boscoso dapprima e poi sempre meno fino in vetta.
Sulla vetta vi e'  una croce addobbata con specchi  e parafulmini
ed inoltre vi e' un libro di vetta in contenitore metallico.
Bellissimo  il   panorama  sulle  Pale   di  S.Martino,  Lagorai,
Rosengarden e Catinaccio, Latemar, e Sella.
Dalla vetta un altro sentiero cala ad ovest verso Predazzo.
 



Da sx Cima Moregna, forc.Coldosè, Canzenagol, Busa Alta, Cardinal, Cauriol, forc.Sadole









UN PERSONAGGIO DEI  LAGORAI

Conobbi ‘Cecco’ alla fine degli anni ’70 quando ogni fine settimana ero dalle parti di Refavaie per le mie abituali escursioni anche ‘fuori sentiero’ meravigliandomi sempre nell’osservare i luoghi dove Alpini ed Austriaci avevano attrezzato in modo naturale forcelline, creste, massi, cenge, rendendo meno ostico il transito per trincee e cime. L’unica persona che con esattezza e conoscenza sapeva indirizzarmi era lui…un cacciatore della Val Vanoi sempre disposto a parlare delle ‘sue’ montagne di porfido e dei loro piccoli segreti.
Non dimostrava l’età che aveva Cecco, andava fiero di dare la sua data di nascita e ciò suscitava sempre stupore in quelli che lo ascoltavano. Il costo per ascoltarlo da vicino era quello di un ‘giro’ di bicchieri di vino che i presenti offrivano volentieri per sciogliere la lingua al ‘cacciatore’. Ma lui non ci cascava e prendeva in giro tutti: non l’ho mai visto dare segni di ebbrezza, al più, alzando il dito indice bonariamente minaccioso con voce stizzita ma con rispetto borbottava: falòpa ? ‘ndè a veder Voi, se mai rivè lassù ‘ncora vivo, incucà come siè...’. Cecco di pancia non ne aveva neanche un po', era atletico con due spalle da nuotatore e confidava che il maggior suo divertimento non era certo sparare alle bestie ma era quello di far fare ai guardiacaccia forestali delle scarpinate su sentieri, ghiaioni, forcelle, tali che il giorno dopo certo non lo avrebbero seguito…. lui l’indomani partiva per controllare se il ’91’ od il ‘mauser’ tiravano ancora diritto…ta pim!, ta pum!
‘Possedeva’ un ‘Mauser’ ed un ‘91’ che naturalmente non teneva a casa poiché si trattava di ritrovamenti bellici. Li teneva su in alto tra le crode, Busa dei Morti o Slavaci, ben puliti ed oliati, negli anfratti remoti invisibili da valle che solo lui conosceva e che solamente un buon arrampicatore poteva raggiungere. I colpi poi erano sotto ai lastroni di porfido in mezzo ai macereti, semplicemente alzava il sasso giusto e trovava il vaso ermetico (da marmellate) che serviva. L’hanno sempre trovato ‘pulito’ quando scendeva cantando per le mulattiere ‘canoniche’ del Vanoi.
‘Ta pim! Ta Pum! Cecco distingueva a distanza il colpo del Mauser piuttosto che quello del ‘91’ e riusciva a capire quale dei suoi amici fosse in zona. Alle volte si portava in un certo versante di montagna, sparava qualche colpo, buttava giù qualche masso e con grande tranquillità cambiava versante arrivando prima delle bestie che aveva spaventato, naturalmente per le tracce che conosceva lui. Era diventato una leggenda per l’ambiente di caccia ma non l’hanno mai preso con le mani nel sacco in luoghi proibiti con armi proibite. Spesso, a Refavaie, dopo essersi guardato attorno, si vantava di mantenere allenati ed attivi tutti i forestali della val Vanoi, Travignolo, Regana, Tolvà, Reganèl e Cia tra le risate divertite dei presenti…e via con un altro anneddoto incredibile ed un altro giro di rosso!
La zona preferita di Cecco era Cima Paradisi e Malga Fossernica dalla quale ‘scavalcava’ verso altri comuni dei Lagorai, non disdegnava peraltro Malga Socede Alta per salire verso Cima Corma ed il Lago del Bus.


Verso Forc.Coldosè: Ludovico si disseta al piccolo ricovero. Ancora non esisteva il Bivacco Coldosè, al ritorno abbiamo incontrato Cecco a Refavaie.

Una notte a Malga Fossernica mentre mangiavano, bevevano e cantavano arrivarono i Forestali, avvisati da una confidenza che Cecco aveva fatto alla moglie di uno di loro. Era già buio e pensavano di sorprenderli con fucili e selvaggina: dovettero unirsi a loro mangiando moltissima pastasciutta scotta che era stata preparata e bevendo una significativa quantità di vino annaquato. Quando i Forestali se ne scesero verso Refavaie Cecco diede il là ed ecco comparire altre bottiglie di ‘quel bon’ e le fette di selvaggina già frollata e pronta per la griglia che erano in uno zaino appeso ad un albero poco distante. Da quella notte cominciò la ‘riabilitazione’ sociale 'de quèla bona canàia' da parte stessa dei guardiacaccia che mai avevano mangiato così abbondantemente!
Moltissime ‘dritte’ per 'rumàr' tra i migliori siti ricchi di testimonianze di guerra le devo proprio a Cecco. Quando chiedevo informazioni sui percorsi più delicati, mi squadrava da capo a piedi poi mi diceva: ‘propri là atu da ‘ndar?’ ma poi, dopo un altro bicchiere, con l’indice alzato per rafforzare le raccomandazioni mi spiegava tutto: cresta, canalin, spigol, cengia, mai a sud, òcio al bagnà…. e mi salutava continuando con piccoli particolari e scuotendo la testa. Mi chiamava ‘quèl màt da Belùn’.
Cecco era anche un simpatico burlone: la dritta più istruttiva che mi diede quando capì che ‘andavo’ fu quella di passare la notte sfruttando il ‘Grand Hotel’ dei ‘todesch’ a nord del ‘Frate’ tra Cima Litegosa ed il ‘Formentòn’, mi diede le informazioni per giungere su diritti dal Lago Nero alla Forcella Litegosa, naturalmente non mi disse né la ripidità del percorso né che si trattava di una caverna di guerra dove pioveva dentro ed una finestra di roccia provvedeva a rinfrescare ulteriormente la notte…poco male perché avevo un telo-tenda con me…stranamente non si fece trovare al mio ritorno ma in fondo la burla mi piacque e quel luogo ora, dopo quarant’anni, è indicato sulle carte come ‘Bivacco Nada Teatin’, dedicato ad una alpinista caduta in montagna ed è provvisto di porta, finestra , tavolato, proprio come un Grand Hotel !

il grand' Hotel dei todesch, ora bivacco Nada Teatin : la caverna militare adattata a bivacco di emergenza (molto spartana - essenziale per il maltempo)

Anche la costruzione del Bivacco ANA-Caoria Coldosè presso l’omonima forcella era stata profetizzata all’osteria di Refavaie da Cecco negli anni ’80: con il dito alzato sosteneva  che il miglior punto per passare la notte in tenda era quello: l’acqua c’è, sei sottocresta per i fulmini, sei a più di duemila metri in un fantastico crocevia di sentieri, cosa si vuole di più? Però lui amava trascorrere la notte in un piccolo ricovero di lamiere addossate ad un masso un poco più a valle con un buon fuoco acceso dove gli ultimi alberi secchi lasciavano anche raccogliere la legna senza troppa fatica.

Non mi ha mai voluto dire il suo nome e cognome: 'ciàmeme Cecco' diceva. Ho saputo due anni fa che era mancato. Ciao Cecco! ci hai lasciato con un bel ricordo e… come tutti, ci ritroveremo prima o poi! Adesso al 2020 potresti  avere 80 anni...















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