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Rif.Biv.Feltre - Piumovimento trekking dalle Dolomiti

(Sito parzialmente in costruzione)
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Rif.Biv.Feltre

Dolomiti > Dolomiti Feltrine > Cimonega

DAL PASSO CEREDA AL BIV.FELTRE PER L'INTAIADA

Si  tratta  di  un percorso su  sentiero che  presenta due tratti
attrezzati con catene; e' molto frequentato quindi il sentiero e'
molto battuto.  E'  un  tratto  dell'alta  via  nr.2. (M.Brovelli S.Lechner).


Il gruppo roccioso del Piz di Sagron visto dai pressi di Forcella Franche


Sent.801
Dal passo Cereda  (mt.1360)  si imbocca la  strada  forestale che
porta  a  malga  Fossetta.  Dopo  qualche  minuto  si oltrepassa,
lasciandolo a destra,  il bivio del sentiero  per  malga Fossetta
(729) e si perviene ad un bivio: la strada di destra in salita e'
la rotabile che porta a malga Fossetta.  La strada  forestale che
prosegue in piano e'  quella che ci interessa e la seguiremo fino
a dove  termina, in corrispondenza di un costone (sul prato a  dx
due casere) con bel poanorama su Sagron, Campotorondo e val delle
Moneghe. (mt.1400). 30 min. dal passo Cereda.
Si scende il costone per buon sentiero verso sud-est(in direzione
Campotorondo)  per una  centinaio   di  metri,  pervenendo  ad un
grande prato dove sorgono due costruzioni in muratura, un fienile
ed una fontana.(1293  mt.)  Qui' si incrocia una strada forestale
che perviene da localita' Matiuz (Sagron).
Si  segue la  strada  forestale verso destra  ed  essa oltrepassa
diverse  vallette  mantenendosi  grossomodo  in  quota   fino  ad
incrociare  il  sentiero  801  dell'Alta  Via che si  segue verso
destra in salita.  Il sentiero perviene ad una sorgente con presa
d'acqua a mt.1385  e da qui'  esso risale, sempre ben segnato, un
canale sassoso che proviene dalla forcella di Sagron.
Non si puo'  piu'  parlare ora di sentiero,  ma di traccia tra le
grosse pietre. Si oltrepassa il canalino verso sinistra (sulla dx
una  frana di  terriccio rosso)    con bella visione del canalone
che  scende  dalla forcella  di  Sagron.
Qui si raccorda la traccia che scende da suddetta forcella.
Si possono notare a dx della forc. le pareti e gli spigoli gialli
del Piz del Palughet.
Ora,  si  punta in  direzione di  una cima  fatta a  corno  ed il
sentiero passa rasente alla parete del Piz di Sagron .
Oltrepassato un ghiaione, si incrocia un sentiero che proviene da
Sagron (indicazioni sui massi) e che sale su per il ghiaione.
Si passa sotto ad una valletta molto pusterna (acqua che  cola) e
si   SALE   DIRETTAMENTE   la   forcellina   che   avevamo  visto
precedentemente sotto la cima fatta a corno .
NB: il vecchio sentiero aggirava sulla sinistra la forcellina con
minore pendenza,  ed e'  ancora ben  segnato. Sull'altro versante
esso e' franato ed e' faticoso e rischioso risalire gli sfasciumi molto pendenti.
Dalla forcellina si gode un bellissimo panorama dell'Intaiada, la
val delle Moneghe, Campotorondo, gruppo dell'Agner.( mt.1680)

NB:  Su tutte le carte topografiche finora in commercio (1990) e'
errato il percorso del sentiero sulla sua parte rocciosa. Esso e'
stato segnato circa un  cm.  ad  ovest  di  dove  passa realmente (1:25000)


FRANCESCHINI GABRIELE 'Vita breve di roccia - in montagna con Dino Buzzati, Leopoldo di Brabante - pastori e boscaioli - 1986 - Ed. Nuovi Sentieri Belluno - Stampa Grafiche Antiga Crocetta del Montello - TV  


L'intaiada e'  definita  da  due strati  di  roccia  che tagliano
obliquamente la  montagna  e laddove si  congiungono lasciano ben
visibile una cengia detritica che e' percorribile.
Dalla forcellina inizia il tratto 'alpinistico'  del sentiero: si
prosegue  inizialmente  in piano,  poi tutta una  serie di catene
aiutano le persone che non si sentono sicure passando laddove una
frana ha corroso parte del sentiero.  Si supera  un  altro tratto
ferrato  e  poi  si  sale  la  parte  finale   dell'intaiada  NON
all'interno  del canalino  ma  sul suo labbro  sinistro,  dove la
ghiaia e'  ben assestata.  Purtroppo qui' i segni invitano ad una
risalita diretta. Il canalino e' molto ripido.
Risalito il canalino, in breve si giunge al Passo del Comedon
(mt.2067) Dal passo Cereda ore 3.30-



L'intaiada sul tratto attrezzato- sfondo Gosaldo



Il M.Comedon visto dalle creste delle Agnelezze di Erera

Si possono notare gli strati rocciosi della Punta del Comedon che
sul versante della Val delle Moneghe sono arricciati su se stessi
e sembrano le pagine di un libro arrotolato.
A sud,  in basso si nota la  val di  Canzoi con il lago  e casera
Cimonega con il sentiero che a sinistra sale raccordandosi con il
sentiero del Caserin  mentre prosegue diritto per il Biv.Feltre.
Ad ovest il Sass de Mura,  anch'esso con stratificazioni rocciose
molto arcuate. Caratteristica la finestra di roccia ,sulla banca, a sinistra.


Finestra della Banca Soliva del Sass de Mura - Telefoto scendendo
dopo l'intaiada verso n. ovest per Biv. Feltre

Il  sentiero  scende  a destra tagliando  a Sud il  pendio e poi,
superata   una  forcellina  scende  per  una  ripida  valletta di
sfasciumi e   zigzagando  in  discesa  ,  attraversato  il piano,
perviene al biv.Feltre-Bodo. (mt.1930) Fontana con acqua.

Ore 4-4.30  dal Passo Cereda.
percorso inverso circa 3 ore
acqua: quota 1293 (costruzioni con fontana)
 quota 1385 (presa d'acqua nei pressi del sentiero)
      quota 1700 valletta pusterna dove cola acqua abbondante.
      biv.Feltre-Bodo


Panorama sulla conca di Cimonega pervenendo dall'intaiada

Dal Biv.Feltre-Bodo  si diparte il sentiero  che scende  a sud la
val del Caorame.(ore 2)  Esso presenta subito un bivio:  a destra
si aggira il Sass de Mura e per  il troi del Caserin  si perviene
al Pass de Mura e rif.Boz. (alta via nr.2).(ore 2 circa)
Altro sentiero (attualmente non segnato)  risale ad Ovest fino al
la forc.Cimonega (mt.2145) attraverso la forcelletta del Leone.
(ore 1 circa)

                                       a sx: forc.Cimonega, Piz de Mez, Piz de Sagròn



SALITA AL BIV.FELTRE-BODO DA CASERA CIMONEGA
Sentiero nr.806.

Dalla  casera  Cimonega  bisogna  proseguire  in  direzione  nord
-ovest, scendendo ed oltrepassando il greto del torrentello.
Si sale  la  costa  mugosa  per  sentiero  molto  ben  battuto in
direzione  del Col del Mul e si  traversa  lungamente  verso nord
oltrepassando  diversi  rivi  d'acqua.   Il  sentiero  compie  un
tornante ed attraversa diagonalmente salendo verso sud-ovest fino
al bivio, posto sottocroda, con l'alta via delle Dolomiti nr.2.
Si prende a destra verso  nord e superata una  valletta rocciosa,
si perviene in dieci minuti dal bivio al bivavcco Feltre-Bodo.


Panoramica dalla Casera Cimonega da sx Sass de Mura Piz de Mez, Piz de Sagron

Il  bivacco  e'  incostudito  e  lasciato  alla  discrezione  dei
viandanti.  Esso e' costituito da due costruzioni prefabbricate a
forma di casetta.  Acqua di fianco al bivacco e sopra allo stesso
a dieci min. di cammino sulle pignatte d'acqua soprastanti.



Dal bivacco un sentiero si diparte verso est e porta verso Sagron
e passo Cereda per il passo del Comedon e  l'Intaiada (attrezzata con corde metalliche. sent. nr.801)
Altro sentiero non segnato risale la forcelletta del Leone sino a
forc. Cimonega, inizialmente comune a quello dell'acquedotto.

Acqua abbondante sul percorso.
tempo: 45 min.
dislivello circa 300 mt.



SALITA ALLA FORCELLA CIMONEGA PER IL PIAN DEL  RE

Il sentiero  e'  segnato sulle carte,  ma sul terreno  non e' per
niente  visibile,  lasciando la scelta del cammino  al buon senso
del viandante. Da non fare assolutamente in caso di nebbia.


La foto della forc. del Leone è scattata dal bordo superiore del 'Pian del Re'



A quota  mt.1850,  il  Troi  del  Caserin,  proveniendo  dal Biv.
Feltre,   supera una cresta mugosa  ,  (il passaggio della cresta
mugosa e' a mo' di forcella) , prima del passaggio su roccia.
Da  questa  selletta,  verso  NORD-OVEST  si  taglia  un ghiaione
piuttosto ripido  e si risale un  canalone pietroso sulla  sin. e
quindi si passa sul lato  est dello stesso.   Si  rimonta il Pian
del Re  pervenendoci alla suo margine sudovest,  in  diagonale da
sin. verso destra, in direzione nord .
Il piano e' cosparso di grossi massi, tra l'erba verde.(ometto)
Ad est vi sono le rocce del Col del Mul (mt.2114)
Si  punta sulla parte piu'  ad ovest  di una fascia di  rocce che
sbarra  a sud il  PIAN  del  RE  e  che  presenta  una bellissima
cascatella  che scende  in una pignatta d'acqua  limpidissima, la
cui quota e' grossomodo sui 1950 mt.
Si tagliano  i ghiaioni  salendo  sulla  sinistra  (dx orografica
della valle) e puntando verso il centro della valletta che scende
dalla forc.Cimonega, che si presenta con facili roccette.
Sulla nostra sinistra (ad ovest)  incombono le pareti del Sass de
Mura,  con la spettacolare finestra della banca soliva; a nordest
si apre larga la forcelletta del Leone,  oltre la quale  vi e' il Biv.Feltre.
Superate le  facili  roccette  al  centro della  valle (acqua) si
risale il  ghiaione  dove  esso  e'  piu' erboso, pervenendo alla
Forc.Cimonega a mt.2145.
Non e'  difficile trovare neve al centro della valle anche a fine giugno.+
Acqua: sulla cascatella del Pian del RE a mt.1950
al centro della valle a mt. 2050 circa
Dislivello mt. 300 circa ore 1



DAL BIV.FELTRE-BODO AL PASSO CEREDA PER F.CIMONEGA
E PASSO DEL PALUGHET

E'   il   percorso  complementare  a  quello   dell'Intaiada  per
effettuare l'anello.
E'  un percorso che,  a differenza di quello  per l'Intaiada, non
presenta  alcuna  difficolta'  alpinistica.  Un recente taglio di
mughi ha  reso  questo percorso molto ben agibile  e  chiaro come
tracciato.   Si  raccomanda  particolare   attenzione   a  questa
relazione per non incorrere negli errori  e perdite  di  tempo in
cui e' incorso a suo tempo lo scrivente.
Il tracciato di  questo  percorso  e'  segnato sul terreno (1990)
solamente da val Giasinozza alta al Passo Cereda.





Dal Biv.Feltre-Bodo (mt.1930)  si  segue  dapprima  il sentierino
dell'aquedotto che subito si lascia sulla sinistra  e si prosegue
verso la base delle pareti del Piz de Mez superando alcuni boioni
(calgeroni o pignatte)  di acqua limpidissima, qui' il sentierino
taglia in diagonale verso sinistra.  Si supera  un  ghiaione e si
perviene ad una traccia che passa sotto ad un landro  (porta alla
forcelletta erbosa e larga a nord del Col del Mus).
(landro=  covolo,  cioe'  riparo pianeggiante sotto ad una roccia
sporgente ed incavata)
Non si procede verso la comoda forcella  ma si sale  il canale di
sfasciumi a destra del landro,  senza un tracciato  ben definito,
salendo il quale in  breve si perviene (ometti)  alla Forcelletta
del Leone.  (mt.2100).


Dalla forcella del Leone versoforc. Cimonega

 Detta  forcelletta  dista  dalle  pareti  del  Piz  de  Mez una
cinquantina   di  metri  e  presenta  ad  ovest   un   bel  prato
pianeggiante con grandi massi.
Questo  prato,  in  agosto  e'  stupendamente  fiorito  di stelle alpine.
Dalla forcelletta del Leone e'  ben visibile  il sottostante Pian
del Re  ed  e'  visibile la forc.Cimonega con il  sentiero che vi
sale proprio sotto alle crode rossastre del Piz de Mez.
Si puo'  ammirare anche quel fenomeno naturale che e' la finestra
di roccia sulla banca a sx del Sass de Mura.



Si  scende  qualche metro la  valletta  franosa e  si  risale per
evidente sentiero   che, passando sotto le crode rossastre, porta
in breve  alla   forc.Cimonega.  mt.  2145  -(ometti,  strisce di
plastica colorata). Ore 1 dal biv.Feltre.
Dalla forcella una traccia sale il versante del Sass de  Mura per
poi seguire le banche (Soliva e Pusterna). Altra traccia proviene
dal Piz de Mez ed e' presumibile sia traccia di animali e ritorno
normale da vie di roccia.



Il canalone pietroso che scende  la val Cimonega e'  davvero poco
invitante,  cala per circa trecento  metri  ripidamente,  giu' in
fondo la pendenza diminuisce e,  nonostante la brutta impressione
che esso puo' dare, e' sempre percorribile senza brutti passaggi.
A meta'  canalone vi e'  una sorgente muschiosa  con un rigagnolo
d'acqua che fuoriesce da sotto  un sasso.
Bisogna  fare  attenzione  nella discesa  a  non  smuovere sassi,
poiche' questi sicuramente arriverebbero fino in fondo.
E'  consigliabile  scenderlo ai bordi,  assieme, zigzagando senza
una via obbligata laddove il pendio e' meno ripido.

Di fronte a noi, scendendo , sbarrano lo sguardo le Pale alte del
Palughet e dietro a loro le Pale di S.Martino.

(vi e' un altro canalone che sale dal basso su verso sinistra, ma
esso e' molto stretto e ben presto diviene ripidissimo)
Si  esce  dal  canalone  scendendo  mantenendosi  a  sinistra  ed
aggirando a sinistra  la  spalla rocciosa che limita  il canalone
(ometti)  per una  traccia  di  sentiero.  Portarsi  sulla spalla
erbosa  (tipo morena)  molto panoramica ed ottimo punto  di sosta (ometti)
NB: Va subito detto che,  avendo perso  la traccia causa  nebbia , la
val Cimonega e'    percorribile senza salti e tra i massi fino al
fondovalle  ove  si  congiunge  con  la  val  Giasinozza. (strada forestale).

Si scorge,  a destra,  un sentierino che ,  partendo dal ghiaione
sotto le crode,  corre per una cengia  di mughi e  si mantiene in
quota.  Esso e'  opera di  animali e ben presto  diviene talmente
pericoloso che induce senza dubbio al ritorno.
In basso sul versante sinistro della val Cimonega,  si scorge una
altra traccia che si perde, scendendo, tra i mughi.



Si scende per una buona  traccia il costone erboso che ben presto
diviene  mugoso  e ci  si  tiene poi   sulla crestina,  a destra,
notando  che i mughi  sono   stati  tagliati  per  evidenziare il passaggio.
Si attraversa  il  canalino  sassoso (dove la  traccia  si perde)
sotto ad una  roccia (ometto)  oltre la   quale si sale sul prato
erboso per un sentierino molto evidente anche dall'alto.(mt.1720)
Si taglia in leggera discesa il prato fino  ad  immettersi in una
valletta (in alto su di un  pulpito,  troneggia un albero colpito
da  un  fulmine senza neanche un  ramo)  con  un  grande masso al
centro.  Ora  si scende la  valletta sulla sinistra,  tra i mughi
talvolta  tagliati e poi,  in corrispondenza di due  alberi verdi
che sono cresciuti  orrizzontalmente e che  tagliano il sentiero,
ci si immette in  un bellissimo bosco di  faggi secolari  e pini. (mt.  1650).

Da questo  bosco scende  un  sentiero  che porta  direttamente in
fondo alla val Cimonega,  esso pero' e' in disuso e la traccia e'
talvolta difficile da seguire ed in mezzo ai  mughi:  e' ben piu'
agibile il sentiero pulito di recente che passa sotto  alle crode
del quale segue la descrizione.

Il  sentiero prosegue pianeggiante  sotto le  crode e, sfruttando
una  bellissima cengia prosegue  superando un  avvallamento e due
grotte :  siamo  ormai sulla sinistra orografica della val Giasinozza alta.
Giunti ad un costone e superatolo, il
sentiero cala verso la valle attraversandone   il canalino a 1600
mt ed  uscendo in un bel prato    pianeggiante con  grandi massi.
Si incrocia qui'  il sentiero nr.729  che proviene dalla rotabile
della  val Giasinozza  e sale  al    Passo  del  Palughet. (segni
rosso-blu)  Dovendo scendere a valle, si perviene in discesa alla
rotabile in 10 minuti.


Fondovalle della Val Giasinozza al bivio per Forc.Palughèt - Forc.Cimonega (a sud)

Come riferimento, per chi proviene dal passo del Palughet, questo
prato e'  segnato con una indicazione ad Y su di un  masso, ed e'
l'unico punto in cui il sentiero ,scendendo,  ha qualche passo in salita laddove entra nel bosco.
Ometto  al  margine del prato dove  si  attraversa il fondovalle. Mughi tagliati.
dalla forc. Cimonega ore 1.45 circa.

Ora il sentiero sale  la costa  delle Pale Alte del  Palughet, e'
ben segnato e molto battuto.  Si salgono 250 mt. fino a pervenire
ad  un  bivio senza indicazioni nei pressi  di  un caratteristico
campanile di  roccia  alto una  ventina di metri  (siamo ormai in cresta).
Entrambi i sentieri portano giu' alla malga Fossetta:
Il sentiero di destra sale ancora  circa cinquanta metri  e porta
al Passo del Palughet (bivio per forc. di Sagron sent.737).
Si scende giu'  per la forcellina  verso nord e   si perviene sul
prato ad est della   malga Fossetta per sentiero segnato (nr.729)
e ben battuto. (30 min. dal bivio delle creste.)

Il sentiero di sinistra non e'  segnato ma e'  molto piu' diretto
del precedente:  si procede verso ovest in leggera discesa per le
creste fino  ad  un  masso (bivio)  che forma come una  porta sul
versante nord.  Da qui'  si vede la malga Fossetta.  Si scende la
valletta per sentiero  ben battuto e piuttosto  ripido pervenendo
in breve in fondo al vallone dove si apre il pascolo della malga.
Non e'  possibile sbagliare anche in caso di nebbia.  ( 20 minuti dal bivio.)
Malga Fossetta mt.1570 - Bar e Ristoro estivo.
Vi giunge dal Passo Cereda una rotabile  
Altra rotabile ad uso forestale perviene dalla Baita del Vecio in
localita' Domadoi (Fiera di Primiero)

Dalla malga si prosegue per la rotabile verso  est duecento metri
e  sul margine del  bosco  (segni  indicatori  su  pino)  dove la
rotabile inizia a scendere ,  inizia la scorciatoia molto battuta
che porta,   in mezzo al bosco ed evitando tutti i tornanti, fino
al passo Cereda.(mt.1360)  20 min dalla malga.

Ore 4  circa dal biv.Feltre-Bodo
percorso inverso circa ore 5.30  
Dislivello mt.500 in salita, mt.1100 in discesa.
acqua: Biv.Feltre
Sorgente a meta' canalone terminale forc.Cimonega
      Malga Fossetta.



DAL PASSO CEREDA ALLA FORCELLA DI SAGRON
Sent.729-737-

    E' un percorso molto frequentato, ma per molti fine a se
stesso in quanto da forc.Piz de Sagron la maggior parte dei
turisti che vorrebbe fare un percorso ad anello ritorna sui
suoi  passi:  affacciatisi  sul  versante  di  Sagron,  rimangono
spaventati dal brutto passo in discesa su roccia per giungere sui
ghiaioni sottostanti.  (dieci metri sotto alla  forcella versante
est) Chiunque abbia dimestichezza almeno con le vie ferrate non avra'
difficolta' a superare questo passo.


Dalla Forc. del Palughèt verso Val Giainozza

NB: il toponimo Palughet deriva da palude. In effetti sui prati
   siti al Passo del Palughet vi e' dell'acqua risorgiva, anche
   se in modesta quantita', il che' e' un fenomeno raro consi-
   derando la posizione del prato che e' in cresta.
   Non ci sono opere di sfruttamento di queste sorgenti, come
   canali ,pozze o scandole, sicche' la poca acqua che affiora
   subito si disperde.
   Sull'origine del toponimo e' della stessa opinione Franz
   Hauleitner (Alpi Ven.1974-2 pag.118 in una sua stupenda mono
   grafia del Gruppo del Cimonega)

-    Da passo Cereda mt. 1360 mt. una rotabile sale il versante
delle Pale Alte di Palughet con una decina di tornanti fino
alla malga  Fossetta (Ristoro-bar estivo). mt.1570.
    Dalle Malghe si ritorna indietro sulla selletta (200 mt) e
si sale il colle sulla sua crestina, imboccando il sentiero 729.
    Si sale  dapprima ad est per il bosco  immettendosi poi in un
canalino roccioso, lo si abbandona ben presto salendo  sulla
sinistra per  una pala erbosa e riattraversandolo  poi a destra
in corrispondenza della forcella mugosa (passo del Palughet).
mt. 1910.Il passo e' limitato ad est della Punta Cereda.
Ore 1  circa dalle malghe.
in discesa ore 0.30



    Dal passo del Palughet, a sudest possiamo ammirare le pareti
nord con le  torri del Piz de  Sagron  (vie  con  300-600  mt. di
sviluppo )  e  forc.di Sagron  che lo  separa dal  Piz Palughet e
P.Cereda.  Questi ultimi calano in val Giasinozza  alta anche per
duecento   metri  verso  sud.  Il  Piz  Palughet  (nome  dato dai
valligiani)  fu salito nel 1935  da B.Detassis e S.Stauderi  e fu
denominato  Punta  Wally.  Questo  nome,  pero',  non  riusci' ad
entrare come denominazione comune.
    A Sud si nota il Sass de Mura che e' identico come forma alla
vista dalla Val Belluna , possente e tagliato dalla banca nord.
    Esso e' separato dal Piz de Mez dalla Val Cimonega di cui
si scorge l'omonima forcella posta a quota 2145 mt.
    A Sud ovest val Giasinozza che finisce con il lago artificiale
di Noana mt.1000. Vale la pena di perdere dei minuti per godere il
panorama, se il tempo lo permette.
    Verso ovest, in discesa per le creste, scorre il sentiero 729
che ad un bivio  cala in Val Giasinozza alta fino al bivio per  val
Cimonega mt 1600 ( ore 0.30 dalla forcella) ;
Altro sentiero  in quota sulle creste: al bivio si prosegue
in quota ed il sentiero continua ben battuto e molto panoramico,
poi , dalle creste, ritorna sul versante nord in corrispondenza di
un masso (bivio) e scende giu' per una valletta a malga Fossetta.
(ore 1 dalla forcella).


Dal passo del Palughèt verso la forcella di Sagròn


Il gruppo del Piz di Sagron da nord - a sx la forc. di Sagron ed in primo piano il Campanile di Val Giasinozza


Il Campanile di Val Giasinozza

-    Per giungere alla forcella del Piz di Sagron si segue il sentiero
737 che segue le creste erbose e mugose verso est salendo in cresta
fino a 1960 mt circa sopra il passo del Palughet (mt.1910) verso
la Punta Cereda.
    Qui' il sentiero , che e' ben battuto e presenta qualche
segno rosso, si porta a sud, e  si immette in un canalino che
scende in corrispondenza di  un masso di  colore assai
ferruginoso e lo scende per circa venti metri per poi salire una
roccetta facile sulla sx e scendere nuovamente sempre  a sinistra.
Si scende per buona traccia piuttosto pendente tenendosi dapprima
sulla sx della valletta, poi, in corrispondenza di alcuni mughi
tagliati al centro della valle,  ci si porta a destra e  si segue
la  traccia che  sotto  ad  una  roccia  riattraversa  il vallone
uscendone sulla sinistra per un buon sentierino verso i  ghiaioni
della val Giasinozza alta. Questa calata ci fa perdere circa 150 mt.
    Si sbocca in corrispondenza di un campanile di roccia
(q.2012) che si erge sul versante opposto della valle ed alto 180 mt.
(Campan.di Val Giasinozza  - via di roccia di De Bortoli e S.Claut)

-    Si salgono i ghiaioni della valle tenendosi, salendo, a sx sulle
ghiaie piu' assestate con mughi sotto alle rocce della Punta Cereda
e Piz Palughet per evidenti tracce di sentiero (ometti) fino alla
forcella del Piz di Sagron (mt.1961)


Panorama della alta val Giasinozza vista dalla Forc. di Sagron

    A destra della forcella, acqua che scende dalle crode.
A destra della forcella si innalza lo spigolo  della Torre Lucia;
proprio dalla forcella inizia la via su roccia di  G.Franceschini e
L.Bonato che lo sale su ottima roccia.
    Ore 2.30 dalla malga Fossetta.
    Percorso inverso ore 1.30
    Acqua:forc. di Sagron  sulla destra salendo (goccia-goccia)

NB: Superato il passo su roccia per scendere nel canale est della
   forc.di Sagron si aggirano diversi grossi massi e si scende
   tenendosi sulla immediata sinistra del canale sassoso. Si incro-
   cia l'alta via nr.2 in corrispondenza di una frana rossastra circa
   all'altezza della base delle pareti del Piz de Sagron. (mt.1470)
   Questo tragitto non e' frequentato e quindi la traccia e' molto esile.


PER LA VAL GIAZINOZZA DAL RIFUGIO CALTENE DI PRIMIERO.

L'itinerario, su terreno segnato come sent.729, porta in alta
val Giasinozza, ed e' il percorso migliore per salire la
forc. del Piz di Sagron, forc. Cimonega e passo del Palughet.
Questa valle e' citata anche nella piu' antica guida di
montagna dei nostri monti, cioe' quella dello scrittore di
montagna Ottone Brentari della fine ottocento. Egli scrive:
"....Dalla valle di Sagron s'erge come un torrione la vetta
anteriore del Piz (NB. Di Sagron), congiunta da un lungo
bastione colla cima posteriore, che e' piu' alta; e da questa
si distende una immensa parete verso il massiccio del Sasso di
Mur (NB.Sass de Mura). Questo forma un bastione completamente
chiuso, le cui alte pareti scendono con lieve pendio verso Val
Neva e Val Asinozza: e dal mezzo del bastione si elevano le
due tronche cime, la occidentale sopra Val Asinozza, la
orientale sopra Val Neva. (NB.le torri di Neva)...."
Questa stupenda descrizione sara' esattamente il panorama che
godremo durante l'escursione.
La carta topografica del Regno Lombardo Veneto del 1833 riporta
questa valle come Val Asinozza, mentre il M.Asinozza veniva posto
ove sono le Pale Alte - PalughŠt, sulla dx orografica della valle.
E' curioso come il toponimo sia mutato da Asinozza in
Giasinozza, la guida delle Alpi Feltrine la riporta come Val Giasenozza.



Si perviene al Rif. Caltena (stagionale) per rotabile
asfaltata da Transaqua di Fiera di Primiero, seguendo la
segnaletica turistica in giallo. La strada e' piuttosto ripida
con dislivello da mt.700 (F.d.Prim.) a mt. 1265 (Rif.Calt.)
Cento metri prima del Rif. sulla destra verso sud, dopo aver
superato un capitello (S.Antonio) si diparte in discesa una
rotabile non asfaltata che cala fino ad un gruppo di case, le
supera e scende ancora mezzo chilometro fino a superare una
larga curva con spiazzo per parcheggio. Qui vi e' il divieto
di transito per automezzi non autorizzati e conviene
parcheggiare. (mt.1200)
Si segue la pista forestale in leggera discesa, passando in
mezzo a bei prati con casere e superando localita'
Giasinozza a mt.1185, dove e' riadattata una bellissima casa
di montagna in mezzo ad un grande prato.
Poco prima di una fontana si stacca sulla sinistra una pista
forestale che porta a mt.1189 ad una casera.
Superata la fontana, a mt. 1180 sulla destra in discesa e con
divieto si stacca la pista forestale che risale da nord la Val
dei Mat e la Val Sbrendole (verso la cima Spizoti e Col
S.Piero, fortificati durante la prima guerra mondiale)
Continuando diritti, superiammo a destra il costone boscoso
della Costa di Cogn al di la' del torrente Noana, a quota
mt.1200 si lascia sulla sinistra la pista che sale al rifugio
della Forestale in direzione inversa a quella di marcia.
Trascuriamo una diramazione di destra della pista forestale che
cala verso il torrente e poi, dopo aver superato due tornanti,
a quota mt. 1321 perveniamo al bivacco Baita Cogolate,
comunale. (fontana con acqua) ore 1.40 da Caltena.



La baita Cogolate e' stata riadattata dal Comune, e' provvista
di una fontana e di panca esterna. All'interno vi e' un
"larin" ed un tavolo con panche, il locale notte offre tre
reti con sei materassi. Vi e' legna in abbondanza sul retro
del bivacco. Puo' offrire riparo ad una ventina di persone.
Al 1993 e' in ottime condizioni e molto pulita.
Si continua per circa cinquecento metri fino ad un bivio.
Si prosegue per la pista forestale a sin. e si trascura la
diramazione di destra ( che attraversa il Noana con un ponte di
legno)(*). Duecento metri piu' avanti del bivio si incontra una
diramazione a sinistra, piu' pendente della pista che stiamo
percorrendo. Si abbandona la pista e si sale la diramazione di
sinistra. (NB.non c'e' segnaletica, e' facile sbagliare.)

Subito la pista diviene comoda mulattiera che sale per
tornanti fino ad un piano erboso cosparso di grossi massi e
molto vicino al greto del torrente generalmente secco.
(si supera l'ultima acqua che scorre sul torrentello a destra
del sentiero a tornanti a mt. 1500 circa)
Questa localita' a mt. 1600 e' il bivio che permette di salire
verso la forcella di Sagron, mantenendosi sulla destra
orografica del torrente e molto vicini ad esso. (ore 1.15)
Superando (ometti-sud) il greto del torrente si segue un
sentiero che attraverso una bellissima cengia, poi purtroppo
solo traccia, sale la forcella Cimonega (ore 2 circa).
Il sentiero segnato invece, sale il prato verso il bosco e con
lunghi tornanti dapprima, poi strette serpentine, porta sino
al sentiero che percorre le creste delle Pale Alte del Palughet.
La parte alta del sentiero e' in mezzo alle mughe e ripida.
Arrivati al bivio che e' a quota 1900 mt. si prende il
sentiero a destra, che in direzione nord-est porta in breve
sino al Passo del Palughet a mt. 1910.

Dislivello mt.800 circa.
Acqua abbondante sino a quota 1500.
Ore 4 circa.

(*) Dopo il ponte di legno, un sentiero non molto evidente
sale la costa boscosa verso forcella Cimonega.




       DA SAGRON ALLA FORCELLA DELL'OMO

       Si  tratta  di  un itinerario abbastanza ripido, ma la fatica
       viene ampiamente ricompensata dall'ambiente selvaggio e dalla
       conoscenza di luoghi poco frequentati.
       Il percorso per meta' si snoda su mulattiera molto ampia, poi
       su traccia e su canali pietrosi.
       Il  sentiero  e'  segnato  con  segni rossi, ma egualmente va
       tenuta  d'occhio  molto bene la traccia in quanto nella parte
       intermedia  del tragitto (1500-1700 mt)  la segnaletica e' un
       po' carente e sbiadita.





Si  parcheggia  l'auto in localita' Marcoi di Sagron, dove la
        pista  forestale  che  entra in Val delle Moneghe e' sbarrata
        da un divieto di transito. mt.988.
        Si  segue  in  leggera salita la pista forestale fino a quota
        mt.1025  dove  in corrispondenza di una ampia curva destrorsa
        un  sentiero  (segno  rosso)  cala  diagonalmente  verso  sud
        pervenendo alla casera dei "Ronchet" a mt.972. (segni)
        Si  esce  dalla  radura traversando verso sud-ovest per altra
        radura  e  poi  calando  diagonalmente sul greto del torrente
        Pezzea a mt.950 circa. (segni rossi sino al greto)
        si  attraversa  il  torrente  e si risale il greto che scende
        frontalmente  (Val  Mandrisset)  per  una  lunghezza di circa
        trecento metri. (qualche segno rosso sbiadito).
        Dove in alto a sx  della  scarpata  si  scorge un segno rosso
        ad  "X" (strisce bianco-rosse) si risale la stessa pervenendo
        sulla costa boscosa che delimita la dx orografica della valle. mt. 1050 circa.

        NB: Il  sentiero  qui presenta un bivio; infatti e' possibile
            scendere  diagonalmente  verso est per giungere a Pattine
            per sentiero non segnato ma evidente.
            Da questo punto la carta segna anche un sentiero che sale
            in  direzione  della ex malga Ladesi, ma seguirlo e' cosa
            ardua a causa della vegetazione.(1994)

        Si  risale la costa boscosa non ripida mantenendosi sempre ad
        una trentina di metri dal bordo della scarpata, superando una
        piccola caserina diruta (schianti) addossata ad un masso.
        Bisogna fare attenzione ai segni rossi, in quanto il tragitto
        si snoda in mezzo al fogliame.
        Quando  il  sentiero giunge in prossimita di una cascatella a
        destra verso ovest, esso devia diagonalmente a sinistra verso
        est,  salendo  molto  piu'  evidente  con  tutta una serie di
        tornanti. (segni rossi)
        Si  superano    molte  "Ere"  che  testimoniano  l'uso  della
        montagna  per la produzione del carbone, il sentiero e' molto
        ampio ma non corrisponde con quello segnato nelle carte.
        Si  giunge  a  mt.1400 circa dove alcune "Ere" determinano il
        punto  di  arrivo  della larga mulattiera che da ora diverra'
        meno evidente.
        (La  larga  mulattiera  prosegue  ancora  per un centinaio di
        metri e poi viene completamente coperta dalle mughe, conviene
        purtroppo  seguire  i  segni rossi che puntano diritti su per
        la costa della montagna.)
        Si sale ripidamente per una costa con radi alberi sino ad una
        roccia (segni rossi) con un landro che si aggira verso destra (ovest).
        Si  risale un ripidissimo tratto di mughe (tagliate in parte)
        e  si  perviene  ad un pulpito molto panoramico dove vi e' un
        sasso rotondeggiante che invita alla sosta. (mt.1504)
        (Questo puo' essere considerato il punto chiave della salita)
        Si  prosegue  su  per la dorsale dove la traccia tra le mughe
        risale  dapprima  un solco e poi un rivo ghiaioso, pervenendo
        al  piano di quota mt.1600 circa dove finalmente appare molto
        vicina  la  forcella  dell'Omo con il suo gendarme. Da questo sito  
  c'e' anche una buona visibilita' sul vallone che andra' in seguito risalito.

        NB: giunti  dove  un  pino e' cresciuto sopra ad un masso, ed
            una  striscia  bianco-gialla  e' avvolta sullo stesso, si
            puo' traversare una cinquantina di metri ad est, in quota
            sino alla radura dove erano site due caserine di pastori.
            I muri sono ancora visibili.

        La segnaletica  in  questo  punto e' scarsa, comunque bisogna
        risalire   ancora  il  rivo  secco  verso  sinistra  per  una
        cinquantina  di  metri  (striscia bianco-rossa) e poi puntare
        in  direzione  della  forcella.  Superato  un'avvallamento si
        possono    notare  i  segni  rossi (ed ometti) risalire lungo
        il  canalone  pietroso che dal centro della valle punta verso
        ovest, in direzione del M.Comedon, diritto verso le crode.

        Si risale il canalone (strisce bianco-rosse su alberi sul suo
        bordo destro) sul suo bordo destro per una lunghezza di circa
        duecento  metri,  poi il vecchio sentiero appare evidente sul
        lato  sinistro del canalone, dove risale diagonalmente, molto
        largo, la costa mugosa e ghiaiosa.

        (e' possibile risalire anche il canalone che compie una curva
        salendo  verso  sinistra,  ma e' molto faticoso e conviene la
        descrizione   sottostante.  E'  altresi'  possibile  risalire
        direttamente tutta la costa mugosa a destra del canalone sino
        alla  cengia  soprastante  gli strapiombi e quindi traversare
        verso  il  centro del canalone per sentierini su ghiaia fatti
        dalle  bestie,  ma  ancora  la  soluzione  piu' tranquilla e'
        quella che segue.)

        Si  risale  tutta la spalla mugosa e ghiaiosa per traccia che
        compie  stretti  tornanti, poi in alto si supera un tratto un
        po' roccioso (segni rossi) con ghiaia che richiede attenzione
        ma  poi, superato questo passo, riprende il sentiero ben marcato.
        Il  sentiero  ci  riporta  dalla sx. orografica al centro del
        vallone, in prossimita' di grandi massi con segni rossi.
        Ora  si  tratta di superare il ghiaione finale che cala dalla
        forcella  ed  esso  andra'  evitato  salendo  sull'erba  alla
        sinistra  del  ghiaione  (non  c'e'  piu'  la  traccia) e poi
        pervenendo  sotto  alle  rocce  della forcella traversando le
        ghiaie per sentierino diagonale.
        Si  costeggia  sottocroda  verso  sinistra  e  si perviene in
        forcella a quota 1990 mt. (tabelle segnaletiche)




Dalla forc. dell'Omo verso le banche del Comedon


Il passaggio attrezzato sulle banche del Comedòn - forcella dell'Omo

NB:Dalla forcella dell'Omo è possibile pervenire alla Casera Cimonega
in circa 1.30 ore traversando per la banca erbosa che corre in piano
sotto al M.Comedòn o Cimon del Piz per sentiero segnato n.851.

Un passo roccioso in salita fa superare la fascia di rocce  (Infissi metallici-corda fissa)
che sbarra ulteriormente la banca.  Aggirata la costa il sentiero cala
sino alla stretta valletta sottostante la Casera Cimonega.
Si risale sino alla costruzione dove un sentiero sale al Biv. Felre,
uno scende la valle ed il 'Troi del Casarin' sale ripidamente e porta al Pass de Mura.

        Dislivello mt.1030
        non  c'e'  acqua  sul  percorso  ad  esclusione  di quella di
        fusione dei piccoli nevai presenti sino ad estate inoltrata.
        ore 3-4 circa



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