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Monfalconi- spalti Toro - Piumovimento trekking dalle Dolomiti

(Sito parzialmente in costruzione)
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Monfalconi- spalti Toro

Dolomiti > Dolom Friulane
(in lavorazione)



NB: questi appunti di cammino sono stati redatti alla buona dagli anni '70, alcune descrizioni potrebbero essere obsolete riguardo eventuali infissi metallici, agibilità di baite, frane su sentieri. Alcune foto sono d'epoca ('70-'80) digitalizzate e possono essere interessanti per stimare la diversità di vegetazione.
Le descrizioni e le ricerche sono di Gian Garzotto





       RIF.GIAF-BIV.MARCHI/GRANZOTTO - CAS.VALMENON FORC. di LAVINAL
Giro ad anello da Forni di Sopra nel Parco delle Prealpi Carniche con pernottamento in bivacco)


Si tratta di un itinerario faticoso ma altamente remunerativo
       sia dal punto di vista panoramico sia per la grandiosita' del
       paesaggio.
       E'  previsto  il  pernottamento  al Biv.Granzotto-Marchi dopo
       aver  faticosamente  risalito  il  canalone  detritico  della
       forcella di Cason (o della forcella Da Las Busas).
       Viene poi discesa la Val Monfalcon di Forni e risalita la Val
       Menon   oltrepassando  l'omonima  malga  sino  alla  forcella
       di Lavinal.
       La  discesa  sara' fatta per la Val di Lavinal con divertenti
       scivolate  sul  ghiaione  che la percorre interamente, oppure
       per la forcella Urtisiel volendo abbreviare l'itinerario.

                                  Carta Topografica: TABACCO 1:25000 -Forni di Sopra e Sotto
                                               IGM 1:25000 tavolette: M.Pramaggiore
                                                                Lorenzago di Cad.
  

        AVVICINAMENTO
        Per  la statale del Passo della Mauria, proveniendo dal passo
        circa  un chilometro a valle dell'albergo Cridola a destra si
        dirama  una  strada  asfaltata (Indicazioni per Rif.Giaf) che
        prosegue  per  un chilometro entrando nella valle dove scorre
        il  torrente  Giaf.
        Si  mantiene sulla sin. orografica e perviene ad un ponte ove
        vi e' un divieto di transito ai mezzi non autorizzati.
        Si parcheggia sulle piazzole apposite. (segnaletica C.A.I.)

        DESCRIZIONE DEL PERCORSO
       Si  prosegue  per  la  pista  forestale che sale sulla destra
        orografica  della  valle  ed  al primo tornante incontrato si
        prosegue  diritti  per  mulattiera, abbandonando la pista che
        perviene anch'essa al rif. Giaf (meno direttamente).
        Si  costeggia  il  torrente  in  mezzo  al  bosco e poi lo si
        attraversa  sopra  un  ponticello  di  legno,  passando sulla
        sinistra orografica.
        Si  salgono  un  paio di tornanti piuttosto ripidamente e poi
        la    mulattiera   perviene  alla  vasta  conca  boscosa  che
        attraversa  con  moderata  pendenza sino a ricongiungersi con
        la pista forestale che era stata abbandonata.
        Si  incontra  una  costruzione  adibita  a  garage  e  con un
        tornante si perviene al rif.Giaf. (mt.1400).

        Ore 0.50 dal parcheggio.
        Acqua attraversando il torrente ed al rifugio.
        NB:  FARE  RIFORNIMENTO  DI  ACQUA  AL  RIFUGIO:  si dovranno
             risalire circa 800m di ghiaione senza acqua!!

        Dal  Rif.  Giaf  bisogna  scendere al tornante e da questo si
        dirama   il  sent. nr.342 che porta alla forcella di Cason ed
        il sentiero  nr.354  che porta  anch'esso al bivacco, ma meno
        direttamente, per la forcella Da Las Busas.


        SALITA PER LA FORC.DI CASON
     Dal  tornante  sottostante  al  rifugio  Giaf si sale per una
        costa dapprima boscosa,  poi mugosa.
        Il  sentiero risale piuttosto ripidamente la costa e perviene
        ad un bivio dove si dirama in quota verso sud-est il sentiero
        nr.361  che  risale  la  forcella  Urtisiel. (Ben visibile il
        tracciato a tornanti che risale il ghiaione). Segnal.mt.1580.
        Dal bivio in mezzo alle mughe gia' si vede il ripido canalone
        (a  destra in alto) che andra' percorso ed il sentiero risale
        tra  le  mughe oltrepassando e lasciando a destra il percorso
        dell'"Anello Bianchi" che gira attorno al Rif. Giaf.(m.1700)
        Si seguono i segni ben evidenti ed il sentierino molto ripido
        punta  ad  un  grande roccione posto all'imbocco del canalone
        della  forcella,  alla  base del quale vi e' una piazzola per
        elicotteri (Soccorso Alpino).mt.1900 circa.
        Si  sale  sulla  sinistra del roccione per ghiaione e poi per
        sentierino puntando alla base del "Torrione" e passando sotto
        alle sue gialle rocce. (Landro che puo' offrire riparo)
        All'altezza  della  base delle  rocce dove vi e' il landro si
        traversa  il  canalone  portandosi sulla sua sinistra salendo
        e si superano facilissime roccette un po' friabili. m.2100.
        Diagonalmente sottocroda si risale alla forcella mantenendosi
        sulla sinistra del ghiaione (segni, sentierino) (mt.2224).

       NB:  dalla forcella Di Cason e' molto breve e facile portarsi
            al  pulpito  che  sovrasta l'itinerario nr.354 dal quale
            e'  possibile  ammirare  uno  stupendo panorama verso il
            Monfalcon di Forni ed il M.Cridola con molteplici scenari.
            Sotto di noi i ghiaioni che sono risaliti a tornanti dal
            sentiero che perviene alla vicina e visibile forcella Da Las Busas.





      Val Monfalcon di Forni dalla Forc. del Leone. Al centro zona Bivacco.
        
        Si    cala  diagonalmente  (segni  rossi)  verso  il  Bivacco
        Granzotto-Marchi ben visibile dalla forcella in direz. SUD.
        Vi  si perviene con un piccolo saliscendi sottocroda in circa
        10-15 minuti.

       Il  bivacco  offre  n.12 posti letto in cuccette. E' del tipo
       "Fondazione  Berti"  in  lamiera  ed  e' dotato di pentolame,
       stoviglie,  qualche  scatola  di  viveri di emergenza, pronto
       soccorso, candele, taniche per acqua, coperte ecc.
       Non vi e' stufa o possibilita' di accendere fuoco all'interno.
       L'acqua  sgorga  a  circa dieci minuti ad est del bivacco, in
       basso,  sotto al ghiaione che cala da cima Barbe, ove vi sono
       delle  scritte  fatte  con  pietre ed un evidente segno rosso
       dipinto sopra ad un masso.
       La Val Monfalcon di forni dal versante della Val di Brica, da Sud.    


                   DISCESA DELLA VAL MONFALCON DI FORNI
                   E'  consigliabile rifornirsi di acqua prima della partenza in
        quanto  raramente vi sara' possibilita' di rifornimento prima
        della malga di Valmenon.
        Si  cala ad ovest del bivacco (Segnaletica sent.359) giu' per
        un colle sino alla parte piu' bassa della conca glaciale.
        Si  attraversa  poi  sulla  sinistra  orografica  della valle
        seguendo  un  sentierino ove la traccia appare piu' evidente,
        seguendo la buona segnaletica su pietra.
        Si  cala  per  un  canalino  erboso seguendo i segni e poi si
        costeggia  ad est seguendo il sentierino non propriamente ben
        battuto. (sotto di noi a dx un laghetto ed un piccolo rivo).
        Il   sentiero  esce  sulla  sinistra orografica divenendo ora
        non evidente (ometto) e quindi un passo in discesa su roccia.
        Si  costeggia  per  buon  sentiero  sottocroda  e  quindi  il
        sentiero cala ripidamente zigzagando nel bosco.
        Esso  rasenta  un  canalino  ove (dieci metri sopra) gocciola
        sempre acqua ed e' possibile rifornirsi anche se a fatica.
        Si  cala  ancora  nel  bosco  e  tra  le  mughe  e  quindi si
        attraversa un ghiaione mantenendosi pressoche' in quota.
        Giu'   ancora  ripidamente  per  buon  sentiero  con  stretti
        tornanti  sino a sbucare sulla radura ove sorgeva la Caseruta
        dei Pecoli a mt.1400 circa. Bivio con il sentiero 361.
        Segnaletica. (ore 1.15 circa)

       NB:  verso  valle  si  perviene  in circa 1.15 ore al rifugio
       Pordenone, percorrendo le ghiaie della ampia Val Meluzzo.
       A  circa 10 min. di cammino verso valle il torrente risale in
       superficie dando facile possibilita' di rifornimento.
       (dislivello in discesa circa 80 mt.)
       NB:  aldila' della valle cala la Val di Brica con un ghiaione
       che  viene  risalito  inizialmente  da  un  sentiero. Si puo'
       pervenire  al  Cason  di  Val  di Brica in circa 1.30 ore dal
       bivio. Acqua di sorgente nei pressi del citato bivacco.


DAL BIVIO DELLA CASERUTA DEI PECOLI ALLA MALGA DI VALMENON
      
(Il bivio e' sulla destra orografica della val Menon)
        Si  risale  con  buona  pendenza  il bosco di pini e larici e
        quindi  si  traversa  paralleli al fondovalle della Val Menon
        in piano, passando poi sulla sinistra orografica.
        Si  sale  con  ampi  tornanti il bellissimo bosco di pini con
        moderata pendenza sbucando poi in una radura pianeggiante.
        (notare  in  alto  a  sinistra  il  sentiero pianeggiante che
        taglia  le  mughe e che collega la forc.Urtisiel con la malga
        di Valmenon).
        Superato  l'ultimo  colle  il sentiero diviene pianeggiante e
        con una ampia curva destrorsa perviene alla malga di Valmenon.

       La  casera e' in muratura ed e' agibile su due piani, dove il
       piano  inferiore e' adibito a focolare mentre il superiore e'
       adibito a dormitorio.
       Essa  puo'  ospitare  una  trentina e piu' persone in caso di
       maltempo.  Una  tettoia  dove  vi  era  la malga puo' offrire
       ancora  riparo. L'acqua sgorga ad un centinaio di metri dalla
       casera in direzione est (al bivio tra sentieri 361 e 369).
       
Dalla  casera  si  prosegue ad est verso la sorgente d'acqua,
        oltre  alla  sorgente  vi e' un bivio (a sinistra un sentiero
        prosegue  tra  le  mughe in quota con ampio giro verso nord -
        alta via nr.6-sent. nr.361, forc. Urtisiel)
        Si  segue  sottoroccia  la  diramazione di destra salendo una
        breve  rampa  e poi seguendo alti sulla destra di un rivo per
        bellissimi  piccoli  prati  sino  ad una biforcazione dove si
        congiungono due vallette.
        Vi  e'  la possibilita' di salire su diritti per tracce verso
        est,  pervenendo al bel pascolo superiore di quota mt.1920 ma
        non vi e' segnaletica, pur essendo ben battuta la traccia.
        Altrimenti  il sentiero aggira la quota m.1945 ove e' sito il
        cason di Campor•s e sbuca in un ampio prato in una bellissima valle.
        Qui  vi  e'  un bivio ed andra' abbandonato il sentiero n.369
        che  risale  verso sud alla forcella di Brica (Caratteristico
        monolite)  mentre  si seguira' verso nord il sentiero 367 che
        porta alla Forcella Lavinal.
        Alla  forcella  vi  si  giunge con due possibilita': vi e' un
        bivio in un prato dal quale o si sale su diritti verso cresta
        (segni  rossi)  oppure  si  sale  obliquando  a  sinistra per
        sentiero ben marcato (ma solo inizialmente) per mughe.
        Si  consiglia  la prima possibilita' in quanto la forcella e'
        la  prima  depressione  a  monte  vicina alle creste, non una
        delle  altre  depressioni  mugose  che  potrebbero indurre ad
        errori.(segnaletica   non  ottimale,  ambigua,  cartelli alla
        forcella). m.1972.

       NB:dalla  forcella  Lavinal  si puo' risalire la cresta verso
       est  per  circa  settanta metri sino alla forcella Lavinal di
       Palas  che  offre  la possibilita' di scendere all'abitato di
       Andrazza per ripidi ghiaioni.

        Si  cala  per  buon  sentiero  che  scende  incuneato tra due
        collinette  ghiaiose  e si perviene ad un prato rasentando il
        ghiaione che scende dalle Cime di Lavinal.
        Si  prosegue  entrando  nel  bosco  sulla sinistra orografica
        della valle e dopo un centinaio di metri il sentiero in mezzo
        al  bosco  devia verso il centro della valle (attenzione alla
        segnaletica) traversando a destra e seguendo il ghiaione.
        Si segue sempre il ghiaione per sentiero segnato ed evidente,
        mantenendosi sempre sulla sinistra orografica.
        Dopo  diverse  centinaia  di  metri di discesa su ghiaione si
        perviene  ad una sorgente ed in breve, passati attraverso una
        diga  in  legno  sulla  destra  orografica,  si  raggiunge la
        sottostante pista forestale. (torrente con acqua)
        Un sentiero si stacca ad ovest e porta al rifugio Giaf.
        Vi e' un quadrivio di piste forestali.
        La  pista  forestale  che cala direttamente verso valle porta
        circa un chilometro a valle del parcheggio della Val di Giaf.
        Conviene  seguire la pista che prosegue verso ovest in quota,
        con segnaletica per rif.Giaf e Forni di Sopra.
        Si  traversa  in  quota  con  qualche piccolo saliscendi e si
        perviene  al  secondo tornante della pista forestale che sale
        al rif.Giaf.
        Si  scende  per  la pista ed in breve si giunge al parcheggio
        presso il ponte.

        Discesa dalla Forcella Lavinal al parcheggio: ore 2 circa.
        Dalla Casera di Valmenon ore 2.30 circa
        Dal Bivacco Granzotto Marchi ore 5-5.30 circa




             GIRO  DEGLI  SPALTI  DI  TORO  E  MONFALCONI
                     (Percorso ad anello di due giorni)

       Questo itinerario  (che  si  consiglia  di  effettuare in due
       giornate) compie  il giro completo del gruppo degli Spalti di
       Toro  e  dei  Monfalconi, per sentieri segnati molto bene dal
       CAI in un ambiente montano molto isolato e suggestivo.
      L'itinerario  viene  descritto con partenza dal rif.Padova in
       Val  Pr…  di  Toro,  in quanto e' consigliabile effettuare il
      sentiero "Marini", che e' il tratto piu' impegnativo del giro
       con il fisico ancora fresco.
       Si prevede il pernottamento al rif.Pordenone in Val Cimoliana
       ed  e' consigliabile avere conferma del posto branda anche il
       giorno stesso della partenza.
       Naturalmente  e'  possibile  effettuare il giro salendo dalla
       Val Cimoliana per il sentiero "Marini" ed allora si prenotera'
       la notte al Rif.Padova, in genere meno affollato.
       Si  consiglia  uno  zaino leggero, ed il periodo migliore per
       l'escursione e' il mese di settembre.

       Rif.Pordenone mt.1249 (Cimolais) tel.0427-87300.
      Rif.Padova    mt.1287 (Domegge)  tel.0435-72488

        1ø Giorno - Dislivello mt.750
                  Acqua: ad 1 ora dalla partenza in val degli Elmi
                         Sul sentiero "Marini" a mt.1790
                         Sul sentiero "Marini" a mt.1600
                  Ore 6 (escluse le soste)

        2ø Giorno - Dislivello mt.1100
                  Acqua: Sorgenti in alta Val Monfalcon di Cimoliana
                  ore 6 (escluse le soste)

       CARTA TOPOGRAFICA: Ediz. TABACCO "Dolomiti di Sinistra Piave"
       CARTA IGM: 1:25000- Perarolo di Cadore - Pieve di Cadore - M.Pramaggiore




DAL RIF.PORDENONE AL RIF.PADOVA
Per forc. del Leone e forc. Monfalcon di Forni

Di fianco al rifugio, dove vi sono i lavelli con l'acqua, si
diparte in piano il sentiero nr.349 verso nord. Esso con
qualche saliscendi traversa la costa (parallelo alla Val
Meluzzo sottostante) e giunge a raccordarsi con il sentiero
che sale da detta valle in corrispondenza del ghiaione che
cala dalla Val Monfalcon di Cimoliana a mt.1250.(segnaletica)
Si sale ripidamente ma per buon sentiero il ghiaione che un
centinaio di metri piu' in alto diviene meno ripido.
Quando il sentiero diviene inesistente, allora si attaraversa
il ghiaione della valle verso sinistra (sud-ovest) e si
prosegue salendo sul bordo sinistro per sentierino che
passa poi sul versante destro (sinistra orografica) a quota
mt.1580 (a sinistra grande frana che cala dal canale di forc. cimoliana)
Si sale sul bordo destro del canale superando una piccola
sorgente a mt.1745 al centro della valle, poi piu' avanti si
attravrersa sulla destra orografica a circa 1800 metri (acqua)
e si incontra il bivio con il sentiero nr.360 che
attraversando verso sud sale poi alla forcella Cimoliana.
(segnaletica in legno su tabelle)
Si prosegue verso il grande circo erboso cosparso di massi
ed il sentiero passa vicino a quattro grossi massi dai quali
sgorga una sorgente d'acqua (mt.1920). (ore 2.30 dal rifugio)
Piu' in alto, circa settanta metri di dislivello sopra, in
una piccola buca affiora un'altra sorgente, che pero' si
inabissa subito. (segni- mt.1985)
Il sentiero ora, dopo aver rimontato il colle erboso al
centro della valle, taglia diagonalmente il ghiaione
portandosi sottocroda alle cime della cresta del Leone e
sempre sotto alle rocce porta alla forcelletta del Leone a
quota mt.2290. (ore 3.30 dal rifugio)

Vale la pena di soffermarsi alla forcelletta per ammirare le
rocce molto frastagliate del Monfalcon di Montanaia, verso
sud-ovest. Il Bivacco Granzotto-Marchi dalla forcellatta non
si vede ma basta scendere qualche metro nel canalino per
scorgerlo in basso a destra, sito sul pianoro di quota
mt.2152. Esso e' del tipo "Fondazione Berti" con nove posti
letto, coperte ed attrezzatura varia. Acqua ad est, sotto la
Cima Barbe, sul ghiaione ai suoi piedi.
E' raggiungibile in dieci minuti scendendo giu' dritti dalla
forcelletta per ghiaie verso est.
Dal Bivacco, il sentiero 342 per la vicina forc. di Cason
porta in circa un ora al rif.Giaf.
Dalla Forcella del Leone, se non si deve passare per il
bivacco e' possibile costeggiare sottocroda per tracce a
nord tagliando il pendio diagonalmente per raggiungere la
vicina forcella Monfalcon di Forni. (non ci sono segni ma non
vi sono particolari problemi) Non bisogna puntare alla
forcellina erbosa piu' vicina, ma avvicinatisi ad essa un
sentiero taglia sottoroccia verso nord-est giungendo alla
vera forcella che e' quella piu' vicina alle rocce della
testata nord della valle.(Il Monfalcon di Forni) (20 min.)
(Volendo passare per il bivacco, invece, si cala giu diritti
per ghiaione e poi si risale alla forcella per sentiero
segnato sulla sinistra orografica della valle- 45 min.)

La forcella Monfalcon di Forni offre un bellissimo panorama
sul ghiaioso Cadin d'Arade e sulla verde vallata in fondo
alla quale sorge il rif.Padova. Costeggiando per sentiero
sotto le rocce del Monfalcon di Forni si perviene alla
forcella "Da las Busas" per la quale si cala in circa un'ora
al rif.Giaf. E' possibile anche aggirare la quota 2315 per
una forcellina che in breve tempo ci porta alla forc.di Cason.
Vale la pena di abbandonare gli zaini per un'ora e compiere
una escursione da Forc.Da las Busas alla forc.di Cason, al
Bivacco e ritorno, visto che la discesa per il rif.Padova ci
impegnera' poi per un paio d'ore ed il giro sara' terminato.

Si prosegue in discesa per sentiero nr.342.
Si cala per i ghiaioni del Cadin d'Arade con qualche
serpentina e si prosegue giu' sino ad arrivare al catino
barancioso di quota mt.2000.
Dal bel pulpito panoramico ci si cala giu' in mezzo alle
mughe per sentiero ben segnato e battuto che scende per
numerosi canalini con media pendenza.
Alla nostra sinistra calano numerosi i ghiaioni da ogni
forcelletta ed a quota mt.1830 si incontra il bivio del
sentiero segnato (segn. nr 353 su tabella) che risale da
nord-ovest la forcella Montanaia (mt.2333).
Scendendo ancora si incontra il bivio con il sentiero che
risale la forcella Scodavacca (mt.1540 - nr.346 -segnaletica)
e calando ancora tra le mughe la vegetazione lascia il posto
ad un bellissimo bosco di faggio, pino e larice.
Si perviene con larga mulattiera alla grande radura ai piedi
della quale sorge il rifugio Padova.
(Circa ore 2 dalla forcella Monfalcon di Forni)

DAL  RIF.PADOVA  AL  RIF.PORDENONE  per  Forc.SPE

        Il percorso  inizia  dal  Rif.Padova  a mt. 1287 per sentiero
        nr.350  che  si  stacca  a sud del rifugio per mulattiera che
        risale  la  bella  radura  in leggera salita mantenendosi sul
        limite  destro  di  essa, in direzione della bella Casera Pr…
        di Toro ben visibile dal Rifugio. (Segnaletica su pino)
        Lasciata  a  sinistra la casera, la mulattiera si inoltra nel
        bosco  di  pini  e  risale  con  pendenza  media  il Collalto
        giungendo  ad  una bella caseretta di legno posta proprio sul
        punto  piu' alto del colle. (essa puo' offrire riparo in caso
        di maltempo) (30 minuti)
        La  mulattiera ora cala in discesa, superando un rivo d'acqua
        e  poi calando ancora per circa un centinaio di metri sino al
        fondovalle che viene superato con un bel ponticello in legno.
        Superato  il  ponte (bivio: prendere verso sud, in salita) si
        perviene ad una bella radura dove e' sita la casera Valle che
        offre una tettoia di riparo con focolare.  (circa 1.15 ore)

      Vi  sono  anche panche e tavoli per mangiare e vi e' un bivio
       con segnaletica su pino che indica la direzione verso sud per
       la Forcella Spe e Biv. Gervasutti. (nr.352-indicate ore 2.30)
       Nell'altra  direzione,  cioe'  verso  ovest  si perviene alla
       casera di Vedorcia ed al Rif Tita Barba in circa 1 ora.

        Si prosegue verso sud costeggiando il rivo d'acqua, superando
        un  greto  e  risalendo la valle mantenendosi sulla destra di un corso d'acqua.
        Seguendo i segni sul terreno, ci si inoltra a lungo nel bosco
        di  pini  e larici con media pendenza, seguendo il sentierino
        che  e'  sempre  ben  segnato, tagliando anche una mulattiera
        molto larga che perviene da ovest.
        Ci  si raccorda con il sentiero nr.350 proveniente dal vicino
        rifugio  Tita  Barba  (30  min.  dal  bivio) e si prosegue in
        salita  entrando poi nel grande catino sassoso della forcella
        Spe che appare ghiaiosa diritto davanti a noi.
        La  si  raggiunge  con  un  tornante  sulla destra orografica
        dell'impluvio. (mt.2049)

       Dalla  forcella  scendendo  giu' diritti per le ghiaie in Val
       di  S.Maria,  si perviene calando circa un centinaio di metri
       di  S.Maria,  si perviene calando circa un centinaio di metri
       ad  una  sorgente,  sulla  destra orografica della valle, sul
       sentiero nr.389 che porta verso il biv. Laghetti di Sopra.
       Questa e' la sorgente piu' vicina al Biv. G.Gervasutti.

        Per  largo  sentiero  si  tagliano  le  ghiaie in quota verso
        sud-est  e  poi  il sentiero taglia ancora il terreno franoso
        con qualche punto un po' stretto superando due vallicole.
        Si perviene ad una costa di mughe dalla quale si vede il Biv.
        Oltrepassata  la  costa  baranciosa il sentiero cala per essa
        circa una quarantina di metri e poi scende nella conca erbosa
        dove e' sito il bivacco G.Gervasutti. (ore 2.15 da Cas.Valle)

        A  nord  del  Bivacco  troneggiano  le  rocce delle creste di
        S.Maria  e  del  Cadin degli Elmi. Si puo' notare il sentiero
        "Marini"  che  traversa  sottocroda  verso  est  giu' sino al
        pulpito di mughe denominato Col Cadorin.

       Il  Biv.Giusto  Gervasutti  e'  stato  posto  dalla  sez. XXX
       Ottobre  del  CAI  di  Trieste  e dedicato al forte alpinista
       friulano.  Offre nove posti branda con coperte e materassini,
       tavolo,  sgabelli,  attrezzi  per il taglio della legna ed un
       pronto  soccorso  efficiente. Per l'acqua bisogna risalire la
       forcelletta  ad  ovest  e  calare  per dieci minuti in Val di
       S.Maria dove vi e' la sorgente menzionata prima.

        Ora  si  tratta di percorrere il sentiero "Marini" in discesa
        per giungere al rif.Pordenone seguendo il sentiero nr.352.
        Si  lascia  il  bivacco calando per sentierino dietro ad esso
        giu'  per  una valletta erbosa e poi rimontando diagonalmente
        su  verso  le  roccie  del Cadin degli Elmi che si percorrono
        sottocroda. Esse si toccano con  mano quando si gira l'angolo
        della  costa  che  offre  uno  stupendo  scenario sull'enorme
        ghiaione  della  Val di S.Lorenzo, e sull'anfiteatro di rocce
        delle cime del Cadin di Toro.
        Si  prosegue  con qualche saliscendi attraversando un paio di
        vallette  e  poi  si  cala  per  sentierino  che  con strette
        serpentine  porta  giu'  sino  alle  ghiaie. Si perdono circa
        cento  metri  e non bisogna farsi ingannare da una traccia di
        sentiero  che  traversa all'altezza delle cengie del Cadin di
        Toro. Si cala infatti un po' piu' bassi delle cengie stesse.
        (attenzione ai segni rossi sul terreno)
        Si  attraversa tutto il ghiaione che al centro presenta delle
        roccette,  in  leggera  salita, sino alle cengie ben visibili
        sul versante opposto della Val di S.Lorenzo.

       Dal centro  del ghiaione, la Val Di S.Lorenzo e' percorribile
       per  ghiaie talvolta ripide e si puo' pervenire alla rotabile
       del fondovalle in circa un ora e mezza.

        Si  traversa  ora  in  cengia  per  sentierino  ben  battuto,
        superando  un  tratto  dove  vi  erano delle corde metalliche
        fisse  divelte  dalla neve. Comunque si passa lo stesso senza
        particolari  problemi,  giungendo  con un passo in discesa ad
        un colatoio svasato e continuando poi la traversata.
        Bisogna   fare  attenzione  ad  un  invito  di  sentiero  che
        porterebbe  su per un canalino molto friabile; invece bisogna
        deviare  decisamente  giu' per i baranci verso valle e poi si
        continua  ad attraversare a lungo sino al grande colle mugoso
        in  cima  al  quale  vi  e'  un  paletto di segnaletica. (Col
        Cadorin mt.1838) Ora le mughe lasciano il posto ai pini.
        Dalla  sommita'  del  colle il sentiero sempre ben evidente e
        battuto cala verso nord giungendo ad una sorgente e superando
        poi  una  valletta rocciosa friabile che obbliga a calarsi su
        mughe per un paio di metri. Si riprede ancora per sentiero.
        Ora la vegetazione e' di pini, abeti e faggi e si cala ancora
        per un costone ripido sino ad arrivare in una valle con acqua
        che  viene superata seguendo i segni rossi  ed il sentiero da
        qui  diviene  buona mulattiera. Essa traversa diagonalmente e
        con  qualche  tornante sino a giungere ad un pianoro in mezzo
        al bosco dove sorgeva la Casera le Corde ora rudere.
        Si  scende con molti tornanti per mulattiera che un centinaio
        di  metri  sopra  alla  Val  Montanaia  lascia intravedere il
        panorama  del Campanil di Val Montanaia con il suo bellissimo
        anfiteatro di crode.
        Si    perviene  al  greto  della  Val  Montanaia  che  andra'
        traversata  diagonalmente  sino  al  versante opposto dove in
        cima ad un colle e' sito il Rifugio Pordenone a mt. 1249.
        Lo  si raggiunge con due tornanti.  (La rotabile arriva circa
        duecento  metri  al di sotto del rifugio, dove vi e' un ampio
        spazio per parcheggio delle auto)

       Il  rifugio  Pordenone  e'  aperto in genere da maggio a fine
       ottobre,  in genere e' sempre aperto se la strada della velle
       e' transitabile. Di fianco al rifugio vi sono dei lavelli che
       consentono di lavarsi e di raccogliere l'acqua.
       Vi e' un radiotelefono ed anche telefono esterno di emergenza.
       Il  rifugio e' sempre molto frequentato specie nel weekend.

AL  CAMPANIL DI VAL MONTANAIA
(dalla Val Cimoliana presso il Rif. Padova)

E’ un percorso classico che porta nell’anfiteatro di rocce al centro del quale si erge il Campanil di Val Montanaia.
Il campanile si erge isolato tra le ghiaie ed i baranci, e’ difficile vederlo dalla valle, solamente dove la Val Cimoliana si congiunge con la Val di S.Maria si scorge la parte alta del campanile, dalla classica cengia che lo circonda (ballatoio).
La salita non e’ nè pericolosa nè difficile, ma richiede tempo, ci vogliono circa tre ore per giungere al Biv.Perugini sito sulla sella a nord  del campanile.
La salita è sicuramente remunerativa ed il panorama sarà sempre più bello mano a mano che si sale. Durante l’inverno con molta neve la salita e’ sconsigliata in quanto la valle e’ meta di tutte le slavine e piccole valanghe che calano a valle.
  
AVVICINAMENTO

Da Cimolais per la Val Cimoliana in circa mezz’ora di strada sterrata si perviene al parcheggio sottostante il Rif. Pordenone, nel parco delle prealpi Carniche.
Vi e’ la possibilità di parcheggiare l’auto anche prima, ad esempio presso la Casera di Pian Pagnon sita sulla sinistra della rotabile in mezzo ad un prato alla quota di mt.1020 circa, dove la Val di S.Lorenzo confluisce in Val Cimoliana.
Il perditempo per raggiungere il rif. Pordenone sarà di circa 45 minuti.

DESCRIZIONE DEL PERCORSO

Dal parcheggio si raggiunge il soprastante Rif. Pordenone sito sul pulpito boscoso che si erge sulla estrema sinistra  orografica della Val Montanaia, dove essa si congiunge a sud con l’alta Val Cimoliana.
Il sentiero e’ tracciato dapprima sulle ghiaie e poi, in vista del rifugio sale qualche tornante in mezzo al bosco di pini sino al piano recintato e prospiciente al fabbricato.
(Al Rif. Pordenone telefono anche di emergenza invernale)
Si seguono le indicazioni per il Biv. Perugini e ci si inoltra per il bosco a nord del rifugio, attraversando alti sulla Val Montanaia. Ci si raccorda con le ghiaie della valle a circa 1300 MT, dove giocoforza si deve seguire la valle mantenendosi sulla sinistra orografica per sentiero ben battuto (segni).
Si passa poi sotto alle crode che calano da ovest dalla Cima Merluzzo, sempre camminando su per le ghiaie della valle che presenta ora anche l’acqua poi, passando sulla destra orografica, si giunge ad un buon punto di sosta proprio dove ci appare molto bene il Campanile e la valle si restringe.

NB: un posto di sosta riparato, ma senza la vista del campanile e’ una trentina di metri più in alto, sulla sinistra orografica della valle, sotto ad un landro con un masso che invita alla sosta.

Il sentiero ora si mantiene sulla sinistra orografica, destreggiandosi tra le mughe e quindi sale con strette giravolte il canalino sassoso che sale stretto ed abbastanza ripido (acqua) tra un mare di mughe sia a destra che a sinistra, ed è quindi un passaggio obbligato che non consente errori.
Si esce dalle mughe in corrispondenza del bivio (Segnaletica) per il sentiero alpinistico ….……… a quota mt.1850 circa, dove la conca ghiaiosa e le rocce fanno da palcoscenico al  campanile che ora si mostra nella sua migliore veste.
Si risale per sentiero con ripidi tornanti sino alla base del campanile, dove un sentierino si stacca a sinistra verso la via normale tagliando diagonalmente le ghiaie.
Si prosegue per la valletta alla base del campanile verso nord, inoltrandosi per circa duecento metri, poi si risale la spalla erbosa sulla sommità della quale è sito il Biv. Perugini alla quota di mt.2060.
NB: il Biv. Perugini è del tipo fondazione Berti, con sei posti branda, coperte e tavolo.
A nord del bivacco, un incrocio di sentieri presenta le seguenti possibilità:

Verso destra (ovest) e su per le ghiaie, il sentiero Nr.360 ci porta a Forc. Cimoliana oltre la   quale un passaggio attrezzato ci porta a ricongiungerci con l’alta Val Monfalcon di Cimoliana.
Diritti verso Nord  salendo i ghiaioni si perviene alla forcella Montanaia oltre la quale si cala al Rif. Padova.
Attraversando in leggera salita i ghiaioni verso ovest ed aggirando delle rocce si entra nel canale che porta alla forcella Segnata e da essa giù al rif. Padova.

Dislivello circa 900 mt.
Acqua a mezza Val Montanaia.
Ore 3 circa.
Assenza di copertura telefonica al 1999.




Anello di Bianchi (Dolomiti Friulane)

''Anello di Bianchi' è una escursione circolare attorno al Rifugio Giàf con caratteristiche di grande panoramicità sugli appicchi dolomitici del M.Cridola e gruppo dei Monfalconi. Questo itinerario lascia ammirare le forcelle Scodavacca (Giaf), Das Las Busas, Del Cason, Pecoli, Urtisei. L'tinerario si svolge nel parco delle Dolomiti Friulane ed Ugo Coradazzi detto 'Bianchi' è l'alpinista a cui è dedicato questo itinerario naturalistico. Al Km.58 della statale della Val Tagliamento si segue ad ovest la stradina asfaltata che porta ai parcheggi presso il torrente Giaf, a quota m.1050 dove è possibile parcheggiare. Si oltrepassa il torrente sul solido ponte e si segue in salita la pista forestale (dopo 300 mt.diramazione della mulattiera che percorreremo al ritorno) che porta al rifugio Giaf in circa un'ora. Si segue dietro al rifugio la mulattiera comune al sentiero n.346 per forc. Scodavacca e subito si segue a dx l'indicazione per 'Anello di Bianchi' . Il sentiero con una lunga diagonale e qualche tornante porta al bivio di Cason del Boschèt' dove vi è un capitello affusolato e molto caratteristico.(mt. 1706 - ore 1 circa dal rifugio). Si prende decisamente ad ovest seguendo il sentiero ben pulito dalle mughe che porta a raccordarsi con il sentiero n. 346 che si seguirà per trecento metri sino al bivio con panchina di quota m.1674.Si prosegue verso sud-est con qualche saliscendi sino al bivio per la Forc. Das Las Busas (segni su sassi) ed ora si prende ad est in discesa oltrepassando un ghiaione e giungendo ad una stretta forcellina in mezzo alle mughe. Si cala per buon sentiero e superato un canalino con passamano metallico si perviene al canale che cala dalla Forcella Del Cason dove si scende giù diritti sino al sentiero n.361 (per forc.Urtisei). Molti scalini in legno ci riportano per larga mulattiera al rif. Giaf. (ore 1.40 dal Cason del Boschet) Il ritorno avviene per la mulattiera scendendo nella verde valletta sotto al rifugio Giaf, calando per tornanti ed oltrepassando il torrente sino al raccordo della strada già percorsa in salita, nei pressi del park. Ore 4 circa - Sviluppo km.9.5 - dislivello m.830 Cartografia Tabacco 1:25000 Nr.2 -Forni di sopra e di Sotto Ampezzo Sauris


Ulteriori informazioni:
http://www.rifugiogiaf.blogspot.com






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