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La Gusèla del Vescovà - Piumovimento trekking dalle Dolomiti

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La Gusèla del Vescovà

Dolomiti > Dolomiti bellunesi > Schiara Sud - Rui Frèt

La Gusèla del Vescovà (Ponta de Prièta)

Gusèla del Vescovà, a dx rosso il Biv. Dalla Bernardina

                                                                Schiara e Gusèla visti da Nord (m.Talvena)

(Foto da WEB- George Tappeine)

"...persino le nevi delle montagne sono colorate di terzanello, e la Gusella del Vescovà lassù mattacchiona sembra un dito immerso in quel vino per far l'assaggio e cantare la canzone dello zaino affardellato..."
(Alpino e scrittore Paolo Monelli -'Le scarpe al Sole' - 1921)


ritaglio da: MASSIMO E LUCIANO GARZOTTO - Appuntamenti nel selvaggio della Schiara - Alta via dei Bellunesi


E' l'architettura rocciosa più curiosa che domina Belluno, un 'ago di roccia slanciato di circa quaranta metri che arriva alla quota di 2361.7 m. CTR.
Si trova  tra la cima della S'ciàra e le Pale del Balcòn, sul versante ovest della Forcella della Gusèla quotata m.2290.7 CTR
Essa è visibile dalla Valbelluna, dall'Alpago, da parte dell'agordino e dalle cime dolomitiche più elevate, poggia sul comodo basamento roccioso sito una quarantina di metri ad ovest della forcella della Gusèla, a m.2319.8 CTR.
Ad est della Gusèla, all'estremo ovest della 'Cengia Zacchi' del M.Schiara, ad una settantina di metri in linea d'aria a m. 2320 c. , è sito il bivacco 'Dalla Bernardina', il più efficace punto di pernottamento per la salita della guglia.
I tempi per arrivare alla base della Gusèla sono, da entrambi i versanti, di circa 5/6 ore.
La via più semplice per arrivare alla base della Gusèla del Vescovà è per la Val Vescovà, e Rifugio Furio Bianchèt.
Il percorso quindi prosegue per sentiero n.503 CAI che presenta uno scalino di circa otto metri attrezzato con infissi. (circa 3 ore dal rif. Bianchèt)
Gli accessi dal Rifugio 7° Alpini avvengono per le ferrate 'Zacchi' oppure 'Sperti' oppure per la ferrata 'Piero Rossi' abbinata alla traversata della creste del M.Schiara.


 
Gusèla del Vescovà versante Est (sx) ed Ovest (dx)



Sentieri e vie di accesso alla Gusèla del Vescovà




Ecco la definizione della Gusèla fatta dal grande Piero Rossi nella sua guida 'Schiara' della collana
'I monti d'Italia' edita da CAI.TCI nel 1982.



Ritaglio dalla Kriegskarte di Anton Von Zach (1798-1805): si legge M.Prieta, M.te Pelf, La Bassana, Val Caneva ecc.

1869 - 27 agosto: prima ascensione documentata alla base della Gusèla.
Antonio Da Rolt (delle Scalette) e Luigi De Pellegrin (un forestale) con
N.Pellati (relatore) Schwinger (ing. montanistico) Dr. Scaglia





Ottone Brentari, che compilò le prime guide alpinistiche del Veneto e Trentino (anni 1880 - 1890), riporta nella sua guida 'Guida storico - alpina di Belluno-Feltre - Primiero - Agordo e Zoldo'  :
'....la città è difesa dai venti settentrionali da un'ampia cinta rocciosa, nella quale si alza al cielo, ardita come un minareto, la curiosa Gusella di Vescovà', detta anche Prieta.. ...'





L'allora ten. Arturo Andreoletti  con il capitano J.Cornaro ed il tenente C.Sassi, ed alcuni alpini della 64a compagnia del battaglione Feltre, nel tentativo nell'anno 1909, arrivarono sul terrazzo (ad 8 m.) sopra al gancio di ferro sul lato n.ovest della Gusela  ('Belluno' di  Piero Rossi - 1977)



14 settembre 1913: la prima salita della Gusèla

....si dovette attendere fino al 1909 per assistere ad un serio tentativo. Nel luglio di quell’anno alcuni ufficiali del 7° Reg. Alpini, salirono fino alla forcella. Con una rudimentale scala tentarono di superare il primo tratto, ma poi dovettero abbandonare ripromettendosi di tornarvi con attrezzature più adatte.
Di quella comitiva faceva parte il S. Tenente Arturo Andreoletti già esperto alpinista.(tra le innumerevoli sue ascensioni è doveroso citare la prima italiana alla Sud della Marmolada, e la magnifica grande prima sulla parete Nord dell’Agner) il quale venne a conoscenza che a Belluno era addirittura sorto un comitato per promuovere la conquista dell’inviolata guglia. Invogliato dagli amici e assicuratosi la partecipazione del grande alpinista fassano Francesco Jori (con il quale nel 1921 vincerà l’immane parete settentrionale dell’Agner), decisero di dare il definitivo assalto alla vergine Gusela. La attaccarono da Nord alle 11,45 del 14 settembre 1913 e alle 13,30 erano in vetta, sulla quale li raggiunse, Giuseppe Pasquali. Issarono su di un palo il tricolore il cui garrire fu subito notato a Belluno: l’inviolabile Gusela era stata finalmente violata....
(Ritaglio da: Ezio Etrari, per il “Notiziario del CAI di Verona” del Gennaio 2014)



Francesco Jori ed Arturo Andreoletti: non vi è la foto di Pasquali, forte rocciatore ed attendente di Andreoletti

(Con la relazione originale della salita alla Gusèla)



da sx 'Genio Pòl', 'Chino' Viel e Francesco Terribile, Angelo Dibona 'Pilato' , autori assieme a Francesco De Marchi, della prima ripetizione della salita della Gusèla del Vescovà (maggio 1921) fatta senza tutto l'pparato militare ed il supporto logistico della prima salita e salendo per la parete sud del M.Schiara. (foto da: 'Belluno' di Piero Rossi - 1977)


La prima ascensione femminile: Maria Breviglieri


La prima ascensione femminile (1928) è di Maria Breviglieri (a destra sulla vetta del Cimon della Pala) effettuata assieme ad Eugenio Da Rolt detto 'Genio Pol)   ('Belluno' di Piero Rossi - 1977)





Salita alla Gusèla dell'alpinista Piero Teza con amici nel 1929 (arch. Maria Teresa Contro)


Le vie di salita alla Gusèla del Vescovà
(Ritagli schizzi e relazioni da: Guida dei Monti d'Italia - Schiara di Piero Rossi -1981)

 
 sch.23    (Ritagli schizzi e relazioni da: Guida dei Monti d'Italia - Schiara di Piero Rossi -1981)      sch.24









Una facile via diretta dal Rif. 7° Alpini alla Gusèla del Vescovà

Vi erano già più vie che salivano presso la cresta tra la Gusela ed il canalone tra il Nasòn e la Prima Pala, quasi tutte con passaggi di quarto o quinto grado oppure  su rocce molto friabili. Con il senno di poi, questa via sicuramente era già stata percorsa dai cacciatori (es, Genio Pol, Chino Viel) che non si fermavano nè davanti a 'lope' ripisissime nè sino alle difficotà di 4° grado specialmente quando, come in questo caso, le banche intermedie lasciano intuire la presenza dei camosci. E' possibile inoltre che il percorso sia stato seguito per arrivare all'attacco sia dello spigolo est della Prima Pala, che all'attacco della Torre dei Cinque. L'attacco della via descritta, inoltre, è l'unico punto con ragionevoli difficoltà per salire al di sopra di quella lunga cengia strapiombante e friabile che taglia la Pala alla quota di 1800 mt. circa e che rende anche difficoltosi e repellenti gli attacchi alle Torri sovrastanti. Nei primi anni '70 l'allora segretario della stazione di Belluno del Soccorso Alpino, Roberto Mezzacasa, con il quale arrampicavo abitualmente, con ottima intuizione mi propose di effettuare una via diretta alla Gusèla del Vescovà che doveva  finire sulla punta della stessa ripetendo la via normale. Questa via doveva sfruttare in forma più facile ma diretta possibile tutti i canalini e le paretine site tra lo spigolo Est della Pala Belluna (Prima Pala) e la Punta De Biasi che verrebbe lasciata ad est.

NB: la via ripete per un tratto di 60 m. quella di  Zanetti-Bogo del 1922 (SCHIARA - P.Rossi via n.64d pag. 243) dalla 'piramide umana' al prato oltre la punta De Biasi e forma con questa via una grande X avendo sia gli attacchi che le uscite  in punti divergenti; la via Bellinazzi - Dalla Coletta del 1961 rimane più  ad est nel tratto finale sino alla base della Gusela per paretine e camini di IV grado .

Avevamo sopravvalutato le difficoltà e la salita si dimostrò piacevolmente facile con un solo passaggio dove, in un terrazzo, io mi misi sulle spalle di Roberto e lui poi si alzò facendomi afferrare solidi appigli (4° - tre metri). La relazione della via fu scritta sul libro del rifugio e venne poi pubblicata su 'Le Dolomiti Bellunesi' del Natale 1983.



Una relazione  più dettagliata della originale:
Dal rif. 7° Alpini si segue il sentierino che  nella boscaglia sale la valletta dove è sito il generatore a turbina.
Si sale ancora tenendosi nel fondo della valletta che si fa più ripida ed, in prossimità delle rocce, salire per trenta metri le roccette di II grado sino alla cengia che taglia la base delle pareti delle torri.
Si segue la cengia verso sud aggirando il costone roccioso (ometto) traversando una decina di metri obliqui verso ovest in direzione dell canalone che discende a nord del Biv. Sperti. Attacco sulla verticale di un caminetto giallo orientato a Novest. (m.1800 circa)
(Si raggiunge questo punto anche 50 m. sotto l'attacco della ferrata Sperti traversando per mughi e poi con corda doppia nel canalone, rimontando poi ad est la cengia).
Si risale il caminetto su roccia non buona (due protezioni su spuntoni) sino al suo termine 35 m. III°. Sicura su spuntone.
Si risale per saldi spigoletti e caminetti a Nord per tre tiri di corda con diff. II° e passaggi di III° ed in vista del Biv. Sperti a circa 2000 mt. si traversa salendo obliqui in direzione dello spigolo giallo della Prima Pala con difficoltà di II grado.
Arrivati sotto ad uno scalino di roccia presso un terrazzino, lo si supera con una piramide IV° (Roberto mi diceva che vi era una possibilità più facile una ventina di metri sopra).

scatto dalle creste del M.Serva

Su per il canale  tra lo spigolo della Pala Belluna (Prima Pala) e la Punta De Biasi superando la forcellina II° III° ed attraversando poi un prato per un buon tratto sino sotto al Nasòn. (sulla foto sopra lingua di neve - si cammina legati passando sotto all'imponente spigolone grigio della Torre dei Cinque).
Si tralascia il friabile canale dove sale la via Zanetti-Bogo e si attacca sul caminetto adiacente a destra (est).
Su diritti per i saldi caminetti sotto al Nasòn e poi a dx (est) puntando alla Gusèla (divertente, roccia ottima III°) per tre tiri di corda obliquamente a Nest uscendo sul lato ovest della stessa. La via finisce, consigliata la salita alla Gusela del Vescovà per via normale - due tiri di corda - 40 m. IV°.
(Gian Garzotto e Roberto Mezzacasa - Ore 3.30 dal Rif. – sviluppo m.500 un poco friabile solo il caminetto di attacco (III)  che forse è evitabile attaccando più addentro nel canalone). Nessun chiodo usato ma solo saldi spuntoni di roccia con cordini anche per le protezioni intermedie.


    L'ombra della Gusèla del Vescovà. il Biv. Dalla Bernardina
(foto del 04.09.1971 dalla cima della Gusèla con lo scrittore Renzo Bettiolo CAI - VE)
la Gusela venne anche salita da una cordata di tre tedeschi uno dei quali era senza un braccio e si firmava nei quaderno del bivacco come 'arme amputiert'



Gli incidenti alpinistici sulla Gusèla del Vescovà

Il primo tratto che si presenta sempre strapiombante in tutti i lati per la salita alla Gusèla è quello dove sono avvenuti sino ad ora (2016) quasi tutti gli incidenti.
Il primo incidente è stato documentato da Piero Rossi ed è accaduto proprio a lui nel 1950 quando tentava una salita della Gusela per la direttissima 'Tiziano' fatta due anni prima dalla cordata Apollonio-Ravagni che sale a perpendicolo superando uno strapiombo diritta oltre la nicchia invece di effettuare la traversata ad est: in cordata  L.Rasera, P.Pellegrini e P.Rossi.
Piero Rossi dopo aver superato il primo tratto strapiombante ed aver fissato dei chiodi vola e la corda lo trattiene senza evitargli una slogatura al piede: ritornerà con le proprie gambe a valle.
(Vicenda descritta in: G.Sani, L.Sovilla - Schiara - storia e immagini dell'alpinismo bellunese - Vol.II pag.221-222)


Novembre 1958: L'incidente occorso a 'Toni Croda'

Avevo dieci anni, abitavo a Borgo Piave ed ero compagno di scuola di Franco, il fratello di Antonio Carlin ('Toni Croda') quando questi volò dalla Gusela del Vescovà. Ricordo ancora l'angoscia mal mascherata della madre quando andavo a giocare con Franco. Ho avuto occasione poi di arrampicare con Toni sulla via più difficile della Palestra della Val Gallina che chiamavamo 'La Madonèta' dove salì lui per primo tutta la via anche sulle staffe ma i nodi della corda dovetti farglieli io. Era una potenza umana ma era completamente negato per quelle complicazioni...
Toni sosteneva di essere vissuto due volte, infatti dopo l'incidente entrò in coma ed era stato dato per morto, probabilmente quella neve ghiacciata che gli avevano messo sull'ematoma alla testa lo ha salvato.
La cordata era composta da Toni Croda. Fortunato de Salvador, Angelo Cologna (Nini).
La dinamica dell'incidente è ricordata da Gianni Gianeselli nel libro di G.Sani e L.Sovilla - 'Schiara storia e immagini dell'alpinismo bellunese' Vol II pag.422.


Settembre 1964:  Soccorso Alpino alla Guida Alpina Gabriele Franceschini

Nel 1964 avevo sedici anni ed era da molti mesi che ero di casa al rifugio 7° Alpini ed ultimamente al Biv.G.Sperti che veniva ufficialmente inaugurato quell'estate. Durante la 'festa' nella tarda mattinata al rifugio vedemmo discendere di troppa corsa dal colle  sottostante  il 'portòn' (allora non vi era vegetazione) un alpinista che,  con grande affanno informò il gestore Arturo Valt di una persona infortunata. Vi fu una  grande  agitazione e poi nel giro di pochi minuti, uno alla volta e stracarichi, partirono alla volta del M.Schiara alcuni rocciatori bellunesi con un passo che  allora mi sognavo. Io naturalmente non potevo essere d'aiuto e quindi mi incamminai con un amico, come previsto, per pernottare alla volta del biv. G.Sperti che raggiungemmo dopo poco più di un'ora scrutando la parete sud del M. Schiara per individuare i soccorritori che salivano per la ferrata 'Zacchi' con un ritmo impressionante. Nel pomeriggio con cielo coperto un rombo di morore: stava arrivando un'elicottero da Belluno, poco più alto del Biv. Sperti.  Noi eravamo con parecchie persone al bivacco e rimanemmo stupiti dalla velocità e sicurezza con cui esso si infilò diritto per forcella Viel tra la seconda e la terza Pala del Balcòn sparendo in un attimo alla nostra vista. Non sentimmo alcun botto e questo era un buon segno, sentimmo dopo alcuni minuti il rombo attutito del velivolo dai pressi del biv. Dalla Bernardina e poi nulla. Intuimmo che l'elicottero serviva per il soccorso ed il giorno dopo, scesi al rifugio, la Rosellina (moglie del gestore) ci spiegò che a bordo doveva esserci Piero Rossi. ( NB: vi era una linea telefonica militare da campo tra il rifugio ed il ristorante di Case Bortot con oltre 6 km di filo).
Ecco la descrizione dell'incidente fatta dallo stesso Gabriele Franceschini (feltrino, guida alpina):


Ritaglio da: FRANCESCHINI GABRIELE 'Vita breve di roccia - in montagna con Dino Buzzati, Leopoldo di Brabante - pastori e boscaioli - 1986

 
Gabriele Franceschini (Guida emerita) è mancato il 31 agosto 2009: la sua autobiografia del 1986. Ecco la descrizione in uno scritto riguardante l'assegnazione a G.Franceschini del premio 'Pelmo d'Oro 2004' e  di chi ha vissuto in prima persona il soccorso:

'...Seriamente infortunato sulla Gusèla è Gabriele Franceschini, nota guida alpina feltrina (Pelmo d’oro alla carriera 2004), a lungo accompagnatore di fiducia di re Leopoldo del Belgio e Dino Buzzati: brutta frattura esposta ad una gamba. Quel giorno è in corso accanto al rifugio Settimo Alpini un affollato raduno per l’inaugurazione del sentiero attrezzato Gianangelo Sperti, circostanza che consente l’immediata attivazione dei soccorsi. C’è chi sale in fretta la parete, raggiunge il ferito e incomincia la lunga calata sul fronte opposto verso la Val Cordevole e chi intanto si rivolge all’aeroporto di Belluno che da settimane è campo base di automezzi e velivoli impegnati nelle riprese del film Von Ryan Express (regista Mark Robson, con Frank Sinatra e Raffaella Carrà).
«Stiamo scendendo, siamo ancora poco sotto alla Gusèla – ricorda Loris De Moliner, uno dei soccorritori di allora – quando sentiamo arrivare l’elicottero. Seduto accanto al pilota francese c’è Piero Rossi che fa da interprete e ci dà indicazioni. Portiamo Franceschini sopra un salto di roccia dove il pilota si appoggia con un pattino, Gianni Gianeselli (Accademico CAI e Pelmo d’oro 2009) e un altro, non ricordo chi, si aggrappano all’altro pattino per tenere fermo l’elicottero finché riusciamo a scaraventare Franceschini dentro il portellone spalancato». Altri tempi, altri metodi....'


Estate 1981 : Il 'volo d'angelo' di Rinaldo Ottone



Un incidente di montagna che avrebbe dovuto avere conseguenze mortali avvenne nell'estate 1981 sulla Gusèla, parete nord. Tre rocciatori ventenni, Rinaldo Ottone, Lucio Zuliani e Gianni Mariòt attaccano la via direttissima Tiziano (da questo attacco saltò giù Piero Rossi senza gravi conseguenze) salendo la via di Apollonio-Ravagni.
Avendo ancora tempo a disposizione ed in perfetta forma fisica salgono la difficilissima via Sorgato-De Moliner sulla parete est della Gusela, con sosta per corda doppia a circa venti metri d'altezza dove la via si raccorda con la 'normale' ed è presente un buon chiodo da roccia
A questo punto per una distrazione, slegato, Rinaldo Ottone precipita volando giù dalla Gusèla, rimbalzando in una zona erbosa e finendo sul macereto sull'orlo di un altro salto roccioso, sanguinante e contuso dappertutto ma ancora vivo. Mentre Lucio Zuliani scende velocemente al Rifugio 7°Alpini per dare l'allarme, Gianni Mariòt presta i primi soccorsi al fortunato infortunato.
Armando Sitta, allora gestore del rifugio, si precipita con una ricetrasmittente su per la ferrata Zacchi, raggiunge l'infortunato e provvede a fare intervenire un'elicottero dell'Esercito con l'aiuto di Piero Rossi che quel giorno è presente al rifugio e che con la radio tiene su di morale l'infortunato. L'elicottero desiste dal salire alla Gusela da Sud ma viene sapientemente ricondotto presso il Nasòn da Armando Sitta che lo fa arrivare da Nord.
Questo incidente ed il successivo intervento di soccorso sono dettagliatamente descritti nel volume "G.Sani, L.Sovilla - Schiara - storia e immagini dell'alpinismo bellunese - Vol.II pag.856-875" a firma dello stesso protagonista miracolato, ora Don Rinaldo Ottone.

Rinaldo Ottone è nato ad Auronzo di Cadore nel 1961. Ha conseguito il dottorato in Filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma nel 1997, dove ha svolto l’attività di docente dal 1998 al 1999. Ha pubblicato inoltre alcuni contributi su tematiche concernenti la tragedia greca, la filosofia moderna e contemporanea, sempre con un’attenzione particolare al rapporto che c’è fra questi saperi e quello proprio della teologia. (Ritaglio da 'Il Corriere delle Alpi' online)

-Lo scrittore Dino Buzzati sulla Gusèla del Vescovà



(Foto d'epoca da WEB)

“Quelli che vanno su a Cortina di solito passano per Belluno con una furia tale, manco si fermano a prendere un caffè, manco levano per un istante gli occhi a guardare lo Schiara con la sua immortale Gusèla”

Dino Buzzati, all'anagrafe Dino Buzzati Traverso (nato a San Pellegrino di Belluno il 16 ottobre 1906 morì a Milano, 28 gennaio 1972). Nell'estate del 2010 le sue ceneri, dalla Chiesetta di San Pellegrino saranno disperse sulla Croda da Lago, sulla torre Dino Buzzati, nelle amate Dolomiti.
Dino è stato un alpinista e rocciatore, scrittore, giornalista, pittore, drammaturgo, librettista, scenografo, costumista e poeta italiano. Fin da quando era uno studente collaborò al Corriere della Sera come cronista, redattore e inviato speciale. La guida Gabriele Franceschini fu principalmente il suo maestro di croda con il quale effettuò moltissime arrampicate impegnative ed anche nuove vie. Salì la Gusela del Vescovà con una guida ampezzana (Apollonio ?) e non con Franceschini impegnato in quel periodo allo studio per la laurea.
La sua attività alpinistica è riportata in forma romanzata in: FRANCESCHINI GABRIELE 'Vita breve di roccia - in montagna con Dino Buzzati, Leopoldo di Brabante - pastori e boscaioli - 1986



Settembre 2013: Il Centenario della prima salita della Gusèla del Vescovà



Quindici persone contemporaneamente in vetta alla Gusèla del Vescovà. La caratteristica guglia di dolomia di circa 40 metri, collocata sul fianco occidentale della Schiara, simbolo delle Dolomiti bellunesi.
Protagonisti della singolare scalata, domenica scorsa, gli amici dei “cinghialotti” di Bolzano bellunese, che hanno così superato il precedente record che era di dodici persone. Ecco nomi e soprannomi dei 15 arditi:
Ruggero Da Rold detto Gero (nella foto con coppola) nipote del pioniere della Schiara Genio Pol; Jmmy Da Rold detto Jmboy (il piu a sinistra con casco rosso) pro nipote di Genio Pol; Patrick Da Rold (con casco azzurro e sottocasco giallo) pro-pro nipote del Genio Pol, di solo nove anni di età! Vito Viel istruttore Cai di Belluno, Dino De Bona istruttore Cai di Belluno, Davide De Bona aiuto istruttore Cai di Belluno, Roberto Cervo detto Cervet, Michele Deola, Mattia Buffello, Giovanni Da Ronch, Alessandro Bianchet detto Keto, Alberto Dalla Corte detto Ibou, Lorenzo Lucchet, Fabio Bergamin e Massimo Garzotto detto Cimo, autore della guida “Appuntamenti nel selvaggio della Schiara”. (Ritaglio dal giornale online  Bellunopress-Dolomiti)


al 2016: L'unico libro sulla Gusèla del Vescovà



Si tratta di una raccolta di disegni stilati nel 1985 con l'humor del poeta dialettale Ugo Neri e dell' artista e scultore Franco Fabiane, lo stesso che ci ha lasciato un affresco sulla parete di roccia del 'Porton' della S'ciàra dove attaccano le vie ferrate 'Luigi Zacchi' e 'Piero Rossi'. Questo libro con sottile comicità pone la Gusèla nelle più fantasiose situazioni originate dal protagonista: Il Martorèl. E' quasi un invito per qualcuno alla scrittura di un libro dove curiosità storiche,  argomenti ed annedoti particolari di certo non mancherebbero...   




Ritagli da: UGO NERI - FRANCO FIABANE 'La Gusèla del Vescovà' ed. Lib. Mezzaterra 1985

Ma nemmeno Franco Fiabane ed Ugo Neri nelle loro fantastiche tavole del libro dedicato alla Gusèla del Vescovà avrebbero immaginato l'impresa dei tre ragazzi bellunesi sotto riportata:


23-24 Dicembre 2016
La traversata dalle propaggini del 'Nasòn' alla Gusèla del Vescovà per slackline: Tita Piaz "Il Diavolo delle Dolomiti" e "...arrampicatore di spettacolosa bravura" degli anni '40  come i nostri giovani rocciatori?


La Guglia de Amicis - la via Dulfer (IV-V) sale diretta la parete a dx.

 
A sx una cartolina d'epoca della Guglia De Amicis  --  a dx La slackline alla Gusèla

Nel 1906, nel bel mezzo del pionierismo dolomitico, venne vinta una guglia di circa sessanta metri, sulle Pale di Misurina, poste ad ovest del lago stesso, piantata nei ghiaioni ed affiancata al Campanile Misurina.
I personaggi che la vinsero furono nientemeno che il giovane Tita Piaz ed Ugo De Amicis,
figlio del famoso Edmondo De Amicis che scrisse il libro 'Cuore'
(tutti i nonni e bisnonni del duemila lo conoscono)
Ma questa impresa definita 'diabolica' ed anche contestata all'epoca ( come poi successe per l’arrampicata in  falesia, i chiodi a pressione, il canyoning, il magnesio per le mani ecc. ecc.) venne compiuta con una traversata aerea spettacolare: Tita Piaz  ed Ugo De Amicis infatti salirono dapprima sul Campanile Misurina dal quale lanciarono una corda di canapa con un grosso piombo all'estremità in direzione della cima della guglia distante circa una ventina di metri, riuscendo dopo vari tentativi a fare incastrare stabilmente  la stessa tra le asperità rocciose della vetta. Fatto questo poi legarono il loro capo ai  mughi  ivi presenti ed effettuarono la traversata aerea ed acrobatica sino alla cima della guglia inviolata. Era il luglio 1906.
Severino Casara, il famoso rocciatore e cineasta, immortalò in seguito nel 1952 il ricordo di questa impresa con un cortometraggio (11 minuti) girato sul posto che rappresenta anche la vertiginosa calata a corda doppia di sessanta metri che avrebbe dovuto bruciare parecchio le spalle, giudicando dalla velocità, dalla vecchia tecnica di discesa e dalla corda di canapa usata. (vedere - La Guglia De Amicis You Tube -)

Dopo l'impresa di Tita Piaz altre ne seguirono sui Cadini di Misurina, Spalti di Toro, sugli Sfulmini del Gruppo del Brenta e sui graniti del gruppo dell'Adamello. Oggi una tecnica emozionante come questa, con molte similitudini è quella delle traversate in equilibrio sulla slackline, appassionatamente portata avanti da molti giovani.

La slackline fotografata da Belluno - ( Luciano Garzotto) e dal Biv. Dalla Bernardina

Alcune foto della traversata (fornite dagli autori della stessa)


Gusèla del Vescovà con due amici:  una testimonianza di Alessio :


(Ritaglio da:"G.Sani, L.Sovilla - Schiara - storia e immagini dell'alpinismo bellunese - Vol.III pag 1379-80.")
Slackline alla Gusela del Vescovà


Ritaglio da: BELLUNO PRESS online del 26 Dicembre 2016

Dic 26th, 2016 | By redazione | Category: Cronaca/Politica, Prima Pagina
Sono tre ragazzi di Belluno, dai 24 ai 29 anni, esperti alpinisti e sportivi della montagna gli acrobati della slackline, la fettuccia in tessuto sintetico tesa sabato tra la Gusela del Vescovà e l’estremità ovest della forcella.
“La slack è stata montata prima del tramonto (di venerdì ndr) – racconta uno di loro – per godere del tipico colore rosso di cui si illumina la maestosa Schiara. Dopodiché abbiamo detensionato la fettuccia ed ancorata alla forcella per poi ritensionarla con le prime luci dell’alba”.
La performance dei tre ragazzi si è conclusa nella mattinata di sabato, la vigilia di Natale.  “Per le ore 11 era tutto smontato – prosegue uno dei tre atleti dello slacklining – . Ci terremo a precisare che la linea non è mai rimasta “incustodita” e che ci eravamo messi d’accordo tra di noi che al rumore di elicottero avremmo tagliato la linea e smontata, quindi nel giro di 10 secondi."

Ma chi sono questi giovani rocciatori seguaci del grande Tita Piaz?
Gli autori preferiscono non vengano fatti i loro nomi, sia per autentica modestia sia per una  sgradevole  diffida portata avanti proprio da coloro (sic!) che dovrebbero sostenere e valorizzare le attività sportive di montagna in tutti i loro aspetti innovativi che solo i giovani sanno creare.




DULCIS IN FUNDO...un ritaglio di stampa locale...



Bellissima la 'prima' di Francesco e Silvia! Complimenti ed auguri vivissimi...
bravissimo Musashi...! , grazie Alessia per l'articolo!




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