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Val Costa dei Nass - Piumovimento trekking dalle Dolomiti

(Sito parzialmente in costruzione)
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Val Costa dei Nass

Dolomiti > Dolomiti bellunesi > Schiara Nord > Val del Grìsol


Al rifugio Tita Sommariva al Pramperèt per la  Val Costa dei Nass
Da Val del Grisol di Dentro per sentiero CAI-513
(Comporta un brevissimo tratto attrezzato)



Avvicinamento: per la statale Zoldana n.251 sino a Soffranco, attraversando il ponte sul torrente Maè ed entrando in paese. Seguire le indicazioni a dx in salita per Val del Grisol proseguendo per la rotabile che si snoda sulla sx orografica della Val del Grisol (circa 5 Km). In fondo alla valle, si lascia a sx la fontana del paese di Grisol di Dentro e si parcheggia l’auto al Pont de la Costa Granda a m.700.

     
Il bivio presso il Pont de la Cengia


 
La serie di ponti alla confluenza delle valli:  il 'Pont de Pièra' chiamato anche 'Pont de la Costa Granda' è
quello più antico e porta sulla dx orografica della valle permettendo il collegamento con Rizzapol



Pont de la Cengia - Confluenza Costa dei Nass e Val dei Ross


Dal lato nord del Ponte (703 m.) si segue la strada forestale (indicazioni CAI-513) che costeggia verso ovest la valle sulla sx orografica, lasciando a sx la casera de Pepìn ed oltre anche le indicazioni per il percorso dell’anello naturalistico (che vale la pena di percorrere al ritorno. Perditempo ore 0.15)
La pista forestale si snoda ora verso Nord ovest per la Val Costa dei Nass, con due tornanti lascia a sx i ruderi della Csera Stefani a m.752. Sulla sx della strada cascata di acqua che cola dalle rocce. A metri 761 la strada si porta sulla sx orografica e con tre tornanti giunge al bivio (m.825 c.) dove si abbandona la pista ed a dx verso nord si segue la mulattiera (indicazioni) che in breve porta alla ex Casera Costa dei Nass (m.945) ove la capanna dei Cacciatori può offrire un riparo in caso di pioggia (non è agibile per il pernottamento).





Bassa Val Costa dei Nass e fontana dalle pareti sulla dx orografica


Il ricovero dei Cacciatori di Longarone sulla sx orografica della Val Costa dei Nass

     
Iscrizione su scultura in legno



Vecchio muro della pendana dove si diparte il sentiero per le Cazzette


NB: ad est della mulattiera è ancora visibile il muro della ex pendana del bestiame. Da esso sale la traccia incerta che risale la costa boscosa sino alla forc. delle Cazète (m.1838), Cas. Della Cazète e Cornìa.

Il percorso segue ancora la sx orografica sino alla quota di circa 1000 metri, ove una fune metallica aiuta a superare il torrentello e la ripida china, si passa ora sulla boscosa dx orografica.
Ora il sentiero diviene più pendente e porta in una zona in mezzo al bosco di pini faggi (m.1200 c.) ricca di grandi pietroni. Si sente e poi si intravede a dx il ‘Pissandòl’, un cascatella che salta dalla fascia di rocce per circa trenta metri sino al ripido greto sottostante. Si supera una valletta ove spesso vi è un piccolo rivo di acqua. Il sentiero volge ripido ad ovest con tornanti sino a rasentare le crode ed infilarsi sopra ad una ripida cengia rocciosa (cm.1350 - corde fisse per sicura) con un tornante su roccia sempre con l’aiuto di corda metallica si rimonta la spianata superiore (Sora i Scalèt - m.1400 c.).


   
Greto della Media Val Costa dei Nass: L'attraversamento facilitato dalla corda di acciaio ed il Pissandol a dx

             
Alta Val Costa dei Nass dai pressi del Pissandol


    
Sentiero attrezzato al Pissandol

Si seguono ad ovest le tracce ed i segni (sugli alberi ed ometti) e quindi a nord sino a sbucare sui prati ove era sita (ora ridotta malino) la malga di Pramperèt a m.1776.
Verso nord-est con un tornante il sentiero lascia a dx il bivio del sent. 521 per Cornia e porta ad ovest al rif. Tita Sommariva al Pramperèt a m.1857


Il bosco sopra al Pissandol 'Sora 'l Scalèt'



La Malga diruta di Pramperèt verso la Val Costa dei Nass

 
Malga diruta di Pramperèt e l'omonimo rifugio (la gloriosa parte vecchia) ora del CAI di Oderzo

 

1968 - Tra noi il Tita Sommariva con la tuta da benzinaio

Nb: ho un bel ricordo del Tita risalente agli anni 1968-69. Egli era talmente attaccato al suo vecchio rifugio (una stanza con sottotetto, in petra) che all’esterno aveva costruito una capanna fatta con latte di olio auto (lavorava presso un distributore di benzina a Zoldo Alto)  raddrizzate ed unite tra di loro per formare i lati della stessa. Tita, quando arrivavano turisti come noi, dormiva li dentro per lasciare spazio nel rifugio. Nel frattempo, da solo, erigeva l’ala est del rifugio con pietre recuperate nei dintorni e cemento fatto nella carriola che si era portato lassù. La sua costruzione è tuttoggi l’ala est del rifugio.
 
 
Dislivello m.1060 – ore di cammino 4 circa – Sviluppo circa 9 k
Acqua: meglio portarsela in quanto nelle stagioni secche è assente
Copertura telefonica ASSENTE
 



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