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Viòz (Cevedale) - Piumovimento trekking dalle Dolomiti

(Sito parzialmente in costruzione)
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Viòz (Cevedale)

Ortles-Cevedale

Salita al m.Vioz (m.3645) - Palon de la Mare (m.3703)
                                          (discesa per la vedretta della Mare - rif. Larcher)


(Rif.carta Tabacco f.08-Ortles-Cevedale - Guida dei monti d'Italia -C.A.I. - ORTLES CEVEDALE-G.Buscaini.)
Escursione di due giorni con pernottamento presso il rif.Mantova al Vioz (mt.3535).
Si tratta di una escursione in alta quota con panorama stupendo, richiede ramponi, picozza, corda.
Le difficoltà tecniche sono  di 1° grado su ottima roccia per un centinaio di metri ad una quota di mt.3500 circa. E' da evitare in caso di nebbia o condizioni atmosferiche che non consentono visibilità.
Il percorso della cresta ovest è stato scelto per visitare i baraccamenti di guerra in legno ed evitare la cresta friabile sud-est del Palon della Mare. Tutte le discese ed attraversamenti su ghiacciaio sono crepacciati. I tempi riportati sono con brevi soste.

Dislivelli: 1° giorno - Mt.1200 su mulattiera militare.
                               Discesa Mt.0               
              2° giorno - Mt.500 su nevaio e sfasciumi di cresta.
                               Discesa Mt.2400


                                   Salendo la mulattiera militare del Viòz. In fondo la Val di Pejo

Avvicinamento: Dalla statale del passo del Tonale si dirama la strada per la Val di Pejo e da Cogolo si prosegue a sinistra (ovest) per la Val del Monte sino a Pejo Fonti dove vi sono gli impianti di risalita.
Parcheggio (mt. 1385). Ag. Turismo tel. 0463-754345 - Impianti tel. 0463-753238 - 988400.
Gli impianti funzionano dalle 8.00 alle 17.00 con una pausa di due ore dalle 12.00 alle 14.00.
La risalita dei due impianti (un terzo impianto al 2001 è demolito) dura circa 40 minuti e porta alla quota di mt. 2335 presso il rif. Doss dei Cembri.
L'ideale sarebbe giungere con due auto e parcheggiarne una presso il bacino di Malga Mare in val Venezia, evitando un ritorno, anche se molto facile, di 2.45 ore di cammino.


                                    Il nuovo impianto di funivia che porta a 3000 m.


Salita al rif. Vioz

Si consiglia di salire molto lentamente.
Dall'arrivo della seggiovia si segue la stradina che verso nord-ovest risale la Val della Mite (dove vi era un ulteriore impianto di risalita al 2001 demolito) e seguendo la segnaletica sotto alle crode compie un tornante verso est tagliando tutta la costa sotto al M.Vioz (mt.2504) e ricongiungendosi con una mulattiera alla quota di mt.2435 circa. Si raggiunge la forcellina (fortificata dagli austriaci guerra '15-'18 - ad est la cima del M.Vioz anch'essa fortificata con trincee tuttora in buono stato) e la mulattiera sale poi sul versante est delle creste del Vioz, aggirando ad est il Dente del Vioz (croce) e risalendo con pendenza costante classica delle opere militari il costone sud con stretti tornanti massicciati.
La risalita è lunga ma sicura in quanto il sentiero, nonostante sia arditissimo, è sempre molto largo, con scalini in legno e talvolta con funi metalliche che sono di aiuto in caso di neve ancora presente (luglio).
Oltrepassato il Dente del Vioz e le cime del Rastel, si perviene ad una selletta (dove anni fa saliva il sentiero che si dipartiva dal terzo tronco della seggiovia ora in disuso, il percorso sembra ora non più frequentato). Il panorama è stupendo ed a sud-ovest appare il gruppo dell'Adamello.
Superando una crestina dove i fulmini hanno rotto le rocce gialle che odorano di zolfo, in vista del rifugio e del piccolo capitello si compiono ancora tutta una serie di tornanti massicciati che portano al Vioz.
Non vi è acqua sul percorso. Copertura telefonica sempre presente.
Ore 3.45 circa dalla seggiovia.
Rif. Mantova al Vioz (mt.3535)


              Il rifugio Mantova al Viòz,                                             Sentiero attrezzato

E' una costruzione in legno ricoperta di lamiere. (questo è quello che si legge sulle guide).
Ora è in sasso rivestita in legno internamente e ricoperta di lamiere brunite. Si tratta di bellissimo albergo capace di 53 posti letto, servito da teleferica, con tutti i comforts di un rifugio di bassa quota, ottima cucina. Tutti gli interni sono in legno sembrano nuovi e sono di ottima fattura.Tel.0463-751386. Copertura telefonica dal bordo del pianoro. Assomiglia moltissimo alla capanna Regina Margherita al M.Rosa (distrutta da incendio)
Le colazioni per la partenza vengono servite alle 5.30-6.30 oppure alle 6.30-7.30 su prenotazione.
(A fine agosto l'alba a questa quota è alle ore 5.45)

 
                                                 Particolari della mulattiera che sale al Viòz


Salita al M.Vioz (mt.3645)

Un sentierino molto battuto sale la crestina tra grandi massi sino alla croce (antecima) del M.Vioz e poi una pista su ghiaccio (attenzione alla cornice di neve ad est) porta al punto trigonometrico sito sulla cima circa cinque metri più in alto ad una distanza di circa cinquanta metri dalla croce.
Oltre la vetta del M.Vioz una crestina rocciosa permette di sostare comodamente per indossare l'attrezzatura da ghiaccio. Maestoso panorama ad ovest verso la punta S.Matteo ed il Pizzo Tresero. A nord il palon della Mare è di fronte a noi  mentre oltre vi sono le cime del Cevedale (molto larga) e Zufallspitze con il classico bernoccolo roccioso di vetta. Ore 0.15.


                                                                        Panorama sul gruppo dell'Adamello-Presanella


                                                                            Le Tredici Cime viste dal M.Viòz


Discesa al passo della Vedretta Rossa (mt.3405) e traversata alla spalla sud-ovest (mt.3435)

Dalla cima del M.Vioz si prende a nord-ovest scendendo comodamente per largo plateau e puntando 5 mt.  sotto del passo della Vedretta Rossa passando ad ovest e sotto ad un roccione con pulpito - crepacci.(mt.3400)







Panorama sul lago ed il ghiacciaio del Caresèr

NB:dal Passo della Vedretta Rossa è possibile scendere la vedretta mantenendosi sul versante sx orogr. verso n.n.est ma con problemi di scariche di pietre del Palon della Mare in buona pendenza sino alla morena che andrà seguita sino al canalone del fondovalle.
Dal Passo della Vedretta Rossa, dovendo comunque rientrare per condizioni atmosferiche cattive, è conveniente calare circa cento metri sino alla quota di mt.3300 verso s.ovest per il ghiacciaio dei Forni e quindi (sotto alle baracche in legno) traversare verso Sud in quota sino al Colle Vioz (mt.3330) che è discendibile senza difficoltà per ghiacciaio e Val della Mite.  

(la pista comune ora sale diretta a nord per nevaio verso la cresta s.est friabile del Palon della Mare)
Questo percorso prevede invece di salire il Palon per cresta sud-ovest.
Si prende verso ovest puntando al pulpito (mt.3435) che si vede a nord delle baracche in legno (ancora in buone condizioni…) della prima guerra. Si traversa pressochè in piano appena al di sotto degli sfasciumi che cadono dalla spalla e salendo diagonalmente con circa trenta metri di dislivello.  
Traversata crepacciata. Ore 1.20 dalla vetta del M.Vioz.

NB:Dal pulpito di quota mt. 3435 (reticolati bellici) si gode di uno stupendo panorama sulla Cima S.Matteo, Pizzo Tresero e tutto il ghiacciaio dei Forni. Il  Gran Zebrù a Nord copre in parte l'Ortles.
E visibile la sottostante Vedretta che dal Rif. Branca risale al Palon della Mare. Il percorso sale sul bordo nord della vedretta sino ad un pulpito roccioso ben visibile alla quota di 3400 mt. Sembra poco sotto di noi.  Da questo il percorso attraversa a sud sino ad incontrare il nostro itinerario centocinquanta  metri sopra a noi  sulla cresta (ometto).
Da questo pulpito di quota mt. 3435 è possibile discendere sulla sottostante vedretta (e quindi al Rif.Branca) scendendo per il filo di cresta verso sud-ovest per circa duecentocinquanta metri di roccette sino ad un ulteriore pulpito a quota mt.3325 e da qui con breve passo a nord sul ghiacciaio che andrà attraversato verso ovest sino a ricongiungersi con la pista che sale il bordo nord della vedretta..


Risalita della cresta sud-ovest del Palon della Mare

Si risale per nevaio verso nord-est sino alla spalla detritica che appare ripida e poco invitante, invece un sentierino dal versante nord-ovest risale verso la cresta dove delle ottime rocce (misto) permettono con bella uscita sul versante del Vioz di rimontare la cresta e di giungere (ometto) al punto in cui ci si ricongiunge con l'itinerario che sale dal Rif. Branca alla quota di Mt.3525.
Si punta diretti su per la calotta di ghiaccio (cornice a sud)  verso la base delle ghiaie sotto al Palon che si risalgono per sentierino sino ad un terrazzo poco sotto alla cima dove si uniscono i percorsi della cresta sud (rocciosa) ed ovest (misto).In breve per traccia di cresta sino in vetta (cornice ben visibile salendo a sud-ovest). Mt.3703.  Panorama a 360 gradi sino a dove la visibilità lo permette.
(In questo tragitto vengono mantenuti i ramponi ai piedi anche nella breve arrampicata di cresta.)
Ore 1.20 circa dal pulpito di mt.3435, (ore 2.40 dal M.Vioz.)
Discesa al Col della Mare (mt.3442)





Si prosegue sotto cresta facendo attenzione alle cornici nord-est e calando in vista del Biv.Colombo su calotta crepacciata. Traversare verso nord-est  circa un centinaio di metri sopra alla forcella (stranissimo laghetto tra i ghiacci proprio in forcella) per evitare larghi crepacci e quindi calare giù diretti in buona pendenza pervenendo un trentina di metri ad est della forcella sulla sommità della Vedretta della Mare.
Di fonte a noi, a Nord, il Biv.Colombo (mt.3485) dipinto in rosso a circa 15 min. di cammino, sul terreno roccioso del M.Rosole. Questo itinerario non prevede il passaggio per il Bivacco. Ore 0.45 dal Palon.

NB: il M.Rosole, versante sud-est è estremamente friabile e scarica continuamente sulla vedretta grandi massi provocando nuvole verdastre di polvere. Proprio per di là qualcuno ha tracciato una pista su misto che taglia dalla forcella a sud-est il M.Rosole evitando così il suo scavalcamento per risalire poi il M.Cevedale. Questo itinerario semplificativo (non descritto nelle guide) è una roulette russa in quanto le scariche di pietre sono casuali, frequentissime e su di un fronte di circa cinquanta metri. In caso di scarso innevamento consiglio a tutti lo scavalcamento diretto del M.Rosole mantenendosi ben in cresta dove le crode sono più salde.


Discesa dal Col della Mare al rif.Larcher per la Vedretta della Mare.

Dal colle (forcella) si punta diagonalmente a nord sotto alle rocce friabili del M.Rosole per 100 mt,  si supera un breve tratto crepacciato ma non si arriva ai detriti e si scende giù diritti sulla sin orogr. Verso n.n.ovest paralleli e ragionevolmente distanti dalle scariche di pietre, puntando verso una morena posta sulla sinistra orografica del ghiacciaio, traversando distanti dai soprastanti seracchi  sino ai detriti morenici dove si può sostare. (mt.3260).
Da questa quota si traversa verso est (crepacci) in direzione di affioramenti rocciosi che non si raggiungono calando poi ancora verso n.est con grandioso panorama della vedretta sud e dei seracchi che sbarrano la salita alle cime del Cevedale. Si raggiunge uno zuccotto roccioso (fango, detriti ed acqua)  affiorante dal ghiacciaio a quota mt. 3100 circa che separa le due lingue terminali della vedretta.

NB: -DISCESA DAL P.ROSOLE SUP. ALLA VEDRETTA DELLA MARE:  osservando la montagna a nord (destra) della  friabile cresta del M.Rosole, si notano dei seracchi quasi in cresta (Passo Rosole superiore mt.3502), e tra noi e questi un affioramento roccioso (mt.3400). La traccia che scende dal Passo Rosole sup. evita  con un zig-zag due crepacci e sfiora scendendo la parte nord di queste rocce.
Raggiunge la lingua centrale della Vedretta della Mare attraversando diagonalmente sotto le rocce di q.3400 verso sud-est per evitare forti crepacciamenti  sino alla quota di mt.3200.  

Entrambe le lingue del ghiacciaio sono percorribili, quella della dx orografica non ci è visibile ed e' su ghiaccio vivo crepacciato in genere viene percorsa in salita, noi seguiremo la lingua nevosa della sx. orografica.
Si cala mantenendosi rasenti alle rocce di dx (crepacci, anche se non sembra) e si scende sino a che è possibile,  la calata su neve finisce laddove fuoriesce il torrente dalla bocca del ghiacciaio e lì vanno tolti i ramponi e ci si può slegare. E' consigliabile poi attraversare subito il torrente sulla sin orografica guadagnando un sentierino (segni rossi) che ci porta a ricongiungersi con quello che cala dalla Forcola ed in breve al rif. Larcher.(mt.2608)  Ore 2.30 circa dal Col della Mare. Rif. Larcher tel.0463-751770.




Discesa dal Rif.Larcher a Pejo Terme

Si cala a lungo per il sentiero nr.102 della sinistra orografica sino a ricongiungersi con il sentiero nr. 146 che sale verso il Careser.  Si cala ancora con tornanti sino al bacino artificiale sito poco sotto alla malga Mare.
(mt.1972). Ore 1.20 circa. Segnaletica per Pejo Paese.
Proprio a nord del bacino artificiale (parcheggio) una mulattiera oltrepassa il torrente per un ponte in legno e prosegue passando a monte (destra) di una costruzione (steccato). La mulattiera si snoda sempre pressochè in quota con saliscendi iniziali di circa trenta metri e diviene quindi pista forestale.(fontane d'acqua) Essa si ricongiunge ad un tornante della strada che sale da Pejo paese verso la malga "Saline".(ore 1.45 dalla malga Mare) Dal bivio è possibile scendere a Pejo (strada bianca che cala a sinistra) e da qui a Pejo Terme (strada asfaltata) in circa 1 ora.
Seguendo la diramazione di destra (seguire indicazioni per rif.Scoiattolo) in circa 15 minuti si arriva agli impianti di risalita presso la stazione intermedia).

Dal rif. Larcher alla ovovia ore 3.30 circa.
Dal rif.Larcher a Pejo Fonti per Pejo paese ore 4 circa.
  
  

NB: il terzo tronco della seggiovia da Pejo Terme, quando ripristinato porterà alla quota di partenza a 2700 mt. Riducendo la salita del primo giorno da 1200 ad 800 mt. di dislivello.
 


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