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Alla Forcella della Gusèla - Piumovimento trekking dalle Dolomiti

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Alla Forcella della Gusèla



1869 - agosto: prima ascensione documentata alla base della Gusèla.
Guide: Antonio Da Rolt (delle Scalette) e Luigi De Pellegrin (un forestale) con
Niccolò Pellati (*relatore ) Giacomo Schwinger (ing. montanistico) Avv. G.B. Scaglia di Agordo
Relazione originale d'epoca
Da Bollettino CAI di Torino 1869 - Archivio Gian Garzotto


La bella nulattiera della Val Vescovà come si presentava agli studiosi della Gusèla




Ritaglio IGM 1:25000 rilievi 1888


Il sentiero CAI n.803 alla quota di circa 1485 m. supera un grande masso ad ovest del quale vi sono i ruderi di un ricovero
In questa zona probabilmente era sita la Casera della Schiara o 'Casonèt de la Schiara' dove l'acqua era reperibile (ora non più) sul canalino pietroso sito quaranta metri ad ovest dei massi e presso una lama d'acqua sull'adiacente pascolo erboso. (telefoto dalla Costa dell'Ortiga)


Casonèt de la S'ciara: Il muretto di pietre con muschio  ed adiacente un piccolo antro formato da due grandi massi accostati







 

a sx la Gusèla da ovest ad est -1966-                                                       a dx la Gùsèla vista dal Biv. Dalla Bernardina -1969-




NB: Il N.Pellati qualche tempo dopo, prima del G.Merzbacher, salì la forcella del Marmol per il versante di Nerville, risalendo la spalla est del M. Schiara senza peraltro giungere alla vetta per l'ormai raggiunta affilata crestina. Infatti venne rinvenuta dal Merzbacher una traccia di passaggio (stanga di legno).


In giallo a sx il percorso del sent. attrezzaton.503, celeste a tratti il probabile percorso dei cinque alpinisti, più diretto ed in arancio il salto di venticinque metri superato dal Da Rolt scalzo.



Ritaglio da: OTTONE BRENTARI - Guida storico-alpina di Belluno-Feltre Primiero-Agordo-Zoldo -  1887 rist. anast. Atesa Bologna 2006





Sorvoliamo sulle quote in quanto i tre non avevano strumenti adatti, ma chiunque sia passato per questo tragitto (che non sembra corrispondere esattamente al sent. n.503 CAI ma pare scorrere per banche più basse per poi alzarsi sotto alla Gusèla), noterà che, a stagione avanzata, non vi sono più lingue di neve sul percorso descritto il 3 agosto 1869.
La 'nevèra'  che un tempo era considerata perenne da anni non c'è più.




Ma cosa è la Camera Lucida?

I tre studiosi della Gusèla avevano utilizzato una Camera Lucida per effettuare il disegno della Gusela del Vescovà, fatto notato anche dal Piero Rossi nel suo volume 'Belluno' del 1977.
Essa è uno strumento di disegno inventato nel 1806 da William Hyde che permetteva di sovrapporre alla vista sia la figura da riprodurre (volto, montagna, ecc) sia il disegno che l'operatore stava facendo, grazie alla interposizione di un vetrino a 45° o, nei modelli più costosi, di un prisma.
Il tutto era relativamente leggero, si avvicinava ad un Kg. di peso e consisteva di una piccola tavoletta richiudibile  come base, di un braccio con morsetti, un piccolo obbiettivo (oculare) con un vetrino regolabile messo a 45° dinnanzi che  veniva guardato dall'alto. Il tutto era trasportato in un astuccio.

La 'camera lucida'  ed il disegno della Gusèla del Vescovà da ovest verso est


Il massimo rendimento ottico per 'ricopiare' immagini con questo sistema era quello di usare un foglio nero con penna ad inchiostro bianco. L'uso era sviluppato soprattutto per la riproduzione di immagini viste al microscopio, fu usato anche dal Von Zach per effettuare le copie delle sue carte di guerra e fu soppiantato dall'avvento delle macchine fotografiche

* PELLATI Stefano Niccolò – Nacque a Gamalero (Alessandria) il 20 aprile 1835 da Laurenzio e da Francesca Maria Pistarino. Nel 1859 conseguì la laurea in ingegneria e architettura civile all’Università di Torino. Dal 1868, fu direttore del distretto minerario di Agordo e docente di geologia e mineralogia presso il locale istituto minerario fino al 1871. Ad Agordo fondò, nel 1868, la prima sezione dolomitica del Club alpino italiano. Divenne quindi responsabile del progetto di realizzazione della Carta geologica d’Italia alla scala di 1:100.000. Uomo dal comportamento austero e modesto, Pellati rimase attivo fino alla morte, avvenuta a Roma il 19 giugno 1907. (Enc. Treccani, Biografie - 2015)





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